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1969, l’anno irripetibile della storia della musica

Ogni giorno accadono cose memorabili, brutte o belle che siano. Il 1969, però, è l’anno che ci ha regalato un’emozione dopo l’altra.

Da gennaio a marzo

Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, allora si capisce subito perché il 1969 sarà un anno destinato a far parlare di sé. Innanzitutto, in alcuni dei Paesi del blocco sovietico, ci sono delle rivolte piuttosto violente, figlie di un ‘68 che ha smosso notevolmente gli animi di tutto il mondo. A Praga, si dà fuoco uno studente di 21 anni (Jan Palach) per protestare contro il regime sovietico presente in quella che una volta era la Cecoslovacchia. Non è l’unico, e sembra che facesse addirittura parte di una specie di gruppo suicida riunito sotto l’idea di libertà.

Negli Stati Uniti viene eletto il presidente più odiato dagli americani, Richard Nixon

Ma accade anche che il miglior gruppo inglese degli ultimi dieci anni ci regali il suo ultimo concerto. I Beatles si riuniscono negli studi di Abbey Road e decidono di registrare la loro ultima performance dal vivo, organizzata pochi minuti prima.

Anche il nostrano Lucio Battisti se ne esce con una delle sue, portando niente meno che Wilson Pickett al Festival di Sanremo per cantare Un’Avventura. È l’unica e ultima apparizione di Battisti ad un Festival di Sanremo che lo snobba malamente. Salvo poi mangiarsi le mani negli anni a venire.

È di febbraio, invece, 20/20 dei Beach Boys. La band californiana non poteva certo rimanere impalata dopo il mega successo di Pet Sound (e il passo zoppo di Smile). Non un granché, devo dire, ma la giustifica arriva direttamente dalla Capitol Records, con la quale i Beach Boys erano da tempo in collisione. 20/20 è il loro ultimo disco con la Capitol.

A marzo, invece, esce The Velvet Underground, terzo lavoro dell’omonima band, il primo dopo l’addio di John Cale. Uno dei loro migliori album, a mio parere.

Da aprile a giugno

Il secondo trimestre non è da meno del primo e, oltre al primo trapianto di cuore artificiale ad opera del dottor Denton Cooley (negli Stati Uniti), inizia anche il terrore che attanaglierà l’Italia con gli attentati del 25 aprile, che culmineranno nella strage di piazza Fontana.

Anche il mondo della musica non si fa mancare nulla e, proprio in aprile, esce Songs From A Room di Leonard Cohen, uno degli album migliori di sempre. Anche Joe Cocker non si lascia sfuggire il momento positivo e sforna il suo primo album, quel With A Little Help From My Friend che lo consacrerà sul palco di Woodstock qualche mese dopo.

Maggio riempie le classifiche con le uscite di Tommy degli Who, Stand! degli Sly And The Family Stone, Crosby, Still & Nash del grande trio, e Electronic Sound di George Harrison, il primo disco quasi-post-beatles del tranquillo George.

A giugno ci sono un paio di chicche niente male. Si parte con Empty Sky, primo lavoro in studio di Elton John, per arrivare a Johnny Cash e il suo secondo live all’interno di un penitenziario americano, il San Quentin.

Da luglio a settembre

L’anno scorre velocemente e arriva l’estate, calda come la lava per le grandi novità – non solo musicali – che ci faranno letteralmente venire la pelle d’oca.

Il 3 luglio Brian Jones viene trovato morto nella piscina di casa sua, poco dopo l’addio ai Rolling Stones. Pochi giorni dopo l’intera band organizza un concerto gratuito ad Hyde Park per commemorarne la memoria e per presentare al pubblico Mick Taylor.

Solo 13 giorni dopo, l’uomo sbarca sulla Luna. In Italia l’evento viene seguito da quasi la totalità delle famiglie con un televisore in casa. Pare che neanche i ladri, quella notte, abbiano lavorato. La Rai fece una diretta di quasi tre giorni, producendo una delle trasmissioni televisive più seguite e apprezzate della televisione.

È di agosto, invece, il massacro nella villa sita al 10050 di Cielo Drive, dove la setta di Charles Manson uccide 5 persone, tra cui la moglie di Roman Polanski (che aveva affittato la villa) Sharon Tate, incinta al nono mese. Sempre ad agosto, c’è il mega festival di Woodstock. A settembre iniziano gli scioperi dei metalmeccanici FIAT, innescati da anni di soprusi da parte dei padroni della fabbrica e, soprattutto, dalla sospensione di 25000 operai per ridurre la produzione industriale. Sarà il primo passo verso i diritti dei lavoratori.

Ma parliamo di dischi. David Bowie pubblica Space Oddity, il disco che gli permetterà di raggiungere il successo tanto agognato, complice la passeggiata di due ore e mezza in diretta mondiale di Neil Armstrong e Buzz Aldrin sul suolo lunare. Di agosto è invece l’album eponimo dei The Stooge di Iggy Pop, così come Santana, dell’omonima band. E ancora Blind Faith, l’unico album dei Blind Faith di Eric Clapton e Steve Winwood.

Esce anche “Green River” dei Creedence Clearwater Revival, uno degli album più apprezzati di tutti i tempi

Ma ancora: Ten Year After, Elvis Presley, Muddy Waters, Flatwood Mac e la colonna sonora di Easy Rider. Siamo a settembre e qui i dischi diventano pochi, ma sono talmente megagalattici che valgono per mille. Innanzitutto esce Abbey Road dei Beatles e non dirò nulla di più. E poi esce The Band dei The Band, una delle formazioni migliori degli Stati Uniti.

Da ottobre a dicembre

Gli ultimi mesi dell’anno ci regalano arpanet, ovvero il papà di internet, il secondo allunaggio ad opera degli astronauti Charles Conrad e Alan Bean (gli allunaggi in totale saranno 6). Di dicembre è invece l’omicidio di Meredith Hunter, ragazzo ucciso a coltellate da un Hell’s Angel durante il festival promosso e organizzato dai Rolling Stones.

Anche in quest’ultima parte dell’anno, i dischi si sprecano per numero e bellezza. Partiamo da ottobre, con i King Crimson che pubblicano In The Court Of King Crimson. Dello stesso mese è Led Zeppelin II, della band di Jimmy Page e Robert Plant. E ancora, Ummagumma dei Pink Floyd, seguiti a ruota da Hot Rats di Frank Zappa.

Vado avanti velocissimo. A novembre troviamo il primo album dei Mott The Hoople, omonimo, mentre a dicembre esce Let It Bleed dei Rolling Stones. Stesso mese per le GTO’s con il loro Permanent Damage, e per John Lennon e la Plastic Ono Band con Live Peace in Toronto 1969, con l’inno pacifista Give Peace A Chance.

La storia del rock deve moltissimo all’anno 1969, che, come abbiamo visto, è ricchissimo di uscite discografiche importantissime. Chiaramente non è stato possibile inserire tutto e mi sono dovuto limitare a quello che mi piace. Con la fine degli anni ’60 si chiude un’era di grande rock, nella quale non solo la musica, ma anche le lotte sociali, hanno avuto il predominio sul pensiero delle persone.

Gli anni ’70, sotto certi aspetti, saranno molto diversi, anche se la storia spesso è ciclica e ritorna sempre dal via.

— Onda Musicale

Tags: Beach Boys, Elton John, King Crimson, Lucio Battisti, John Lennon, The Rolling Stones, The Beatles, Leonard Cohen
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