Musica

Beppe Cunico: libero rock di speranza dentro “From Now On”

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From Now On

Beppe Cunico ha avuto i suoi esordi come batterista negli anni ’80 e successivamente si è dedicato alla produzione musicale, rinascendo dopo un lungo periodo di lontananza dal suono inedito. Questo ritorno è stato ispirato da un concerto di Steven Wilson nel 2016, evento che ha riacceso la sua passione e ha segnato l’inizio di una nuova fase della sua carriera musicale.

Oggi parliamo del suo secondo disco di inediti dal titolo “From Now On”, opera che rivela un viaggio intenso attraverso tematiche di condanna e rinascita, narrate attraverso una tessitura che tanto richiama quel certo Peter Gabriel dei modi più “pop” … dove qui l’etichetta ci porta nelle direzioni decisamente più internazionali del suo significato. Annidato nel concept dell’opera troviamo il bene rappresentato da “Mian” e il male incarnato in “Egon”, ovvero da una parte l’identificazione dell’individuo in quanto anima unica e spirituale, dall’altro l’ego, la vera malattia sociale dell’umanità.

Ed è proprio dall’oppressione alla libertà dell’individuo perpetrata dall’ego che inizia il viaggio con il brano (ed il bellissimo video, qui Cunico torna al concetto di narrazione per disegni) “Slow Breath Coming”. Sin dalle prime battute il disco mette in chiaro le carte: quelle chitarre molto inglesi che tanto richiamano le sospensioni di Bono Vox e compagni, quelle voci corali che nel mio un poco soffrono volutamente di intelligibilità che proprio da Gabriel ci conducono (se solo avesse giocato con una elettronica più invasiva in tal senso…). Ricerca forme decisamente più pop in questo secondo disco, un brano come “Hidden World” rispolvera (come fa a più riprese) la speranza che ci siano mondi altri, persone altre ancora da scoprire… e qui l’inciso è decisamente orecchiabile e funzionale.

Energia positiva e libertà espressiva che traspare sin dai titoli di ogni brano di “From Now On”.

Da qui si ricomincia, dice con questo disco a suo figlio Paolo, da qui si riparte per un futuro non dispotico. Cunico, noto anche per la sua esperienza come sound engineer e producer, porta la sua passione per la musica suonata in primo piano, senza essere vincolato da mode o tendenze, anche se poco si scolla dagli stilemi propri della sua formazione… e qui dunque non stupisce ritrovare anche prepotentemente il prog anni ’70, cuore centrale (forse) del suo primo disco. E a tal proposito, eccolo il tipico suono di synth progressive dentro il solo di “Love Remains The Same” o dentro “Awakening”: il risveglio tecnologico è avvenuto, come recita la sua didascalia, il che, secondo Cunico, è una rinascita e non l’inizio della fine. L’individuo deve vincere…

Mi aspettavo la dolcezza di qualche ballata e in parte vengo accontentato dentro l’ultima traccia di “From Now On”, di nuovo fiera di un titolo celebrativo di una speranza degna di nota: “No One Can Erase This Love”. Potente il finale, potente dunque lo sviluppo che dal silenzioso sforna una energia corale che è degna chiusa del disco.

Debole forse la sua pronuncia inglese molto mascherata come detto dal mix che volutamente riporta la voce nel suono. Il rock di Cunico si rinnova anche dentro splendidi video ufficiali in rete e in una release in vinile curata con una attenzione davvero fuori da ogni previsione. Opere da esperire e non da sottofondo. Potenti, genuine… oserei dire anche ingenue, nella misura in cui si rende libera l’espressione senza farsi problemi stupidi di etichette e forme.

— Onda Musicale

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