Island Records è una delle etichette discografiche più influenti e longeve della storia della musica, con una parabola che attraversa generi, continenti e decenni.
Fondata nel 1959 in Giamaica da Chris Blackwell, la Island Records ha lanciato fenomeni come il reggae internazionale e ospitato alcuni degli artisti più iconici del XX e XXI secolo.
Nascita in Giamaica: le radici del reggae (1959-1962)
Island Records nasce il 4 luglio 1959 a Kingston, in Giamaica, allora parte della Federazione delle Indie Occidentali britanniche. Il suo fondatore, Chris Blackwell, è un giovane di 22 anni, nato a Londra ma cresciuto in Giamaica, figlio di una famiglia benestante legata alla Crosse & Blackwell, nota azienda di prodotti alimentari. Appassionato della musica che emergeva dai quartieri popolari di Kingston – un mix di ska, rocksteady e influenze locali – Blackwell decide di investire 100 sterline per creare un’etichetta che desse voce a questi suoni. Il nome “Island Records” è ispirato al romanzo Island in the Sun di Alec Waugh, da cui era stato tratto un film nel 1957.
Il primo successo arriva con il 45 giri Little Sheila / Boogie in My Bones di Laurel Aitken
Che domina le classifiche giamaicane per 11 settimane nel 1959. In questa fase iniziale, Island si concentra su artisti locali come Owen Gray e Jackie Edwards, registrando con attrezzature rudimentali ma efficaci per l’epoca: microfoni a condensatore semplici, registratori a nastro monofonici (come i modelli Ampex o simili) e mixer artigianali. Le sessioni avvenivano spesso in piccoli studi di Kingston, come quello di Federal Records, dove Blackwell affittava il tempo di registrazione. La strumentazione era limitata – chitarre elettriche Fender, batterie essenziali e amplificatori valvolari – ma catturava l’energia grezza della scena musicale giamaicana.
Quando la Giamaica ottiene l’indipendenza nel 1962, Blackwell si rende conto che il mercato locale è troppo piccolo per le sue ambizioni. Con un mutuo di 5.000 dollari, sposta l’etichetta nel Regno Unito, dove una numerosa comunità giamaicana a Londra offre un terreno fertile per diffondere il suo catalogo. Inizia a distribuire i dischi porta a porta, caricandoli nel bagagliaio della sua Mini Cooper, mentre il suono ska e rocksteady comincia a farsi strada nei club britannici.
L’espansione a Londra e il progressive rock (1962-1970)
Nel Regno Unito, Island Records si evolve rapidamente. Blackwell intuisce che il mercato britannico, influenzato dalle sperimentazioni dei Beatles (Revolver e Sgt. Pepper’s), è pronto per nuove contaminazioni musicali. Dal 1967, l’etichetta cambia identità artistica, aprendosi al progressive rock, un genere che mescola pop, jazz, blues e musica classica. Tra i primi gruppi ingaggiati ci sono i V.I.P.’s (poi ribattezzati Art), i Chords Five e i Freaks of Nature, ma il vero successo arriva con i Traffic, guidati da Steve Winwood. Il loro album Mr. Fantasy (1967) segna la svolta commerciale di Island nel rock.
La strumentazione degli Island Records
Nel 1969 Blackwell fonda gli Island Studios (in seguito chiamati Basing Street Studios) a Notting Hill, Londra, in una ex chiesa sconsacrata che ospitava statue obsolete di Madame Tussauds. Questo studio diventa il cuore tecnico dell’etichetta. La strumentazione include console di missaggio avanzate per l’epoca, come la Neve 8048, registratori multitraccia Studer A80 (a 16 o 24 tracce), microfoni Neumann U87 e amplificatori Ampeg e Vox. Lo studio è progettato per offrire un’acustica naturale, grazie alla struttura della chiesa, e diventa un punto di riferimento per la registrazione di album leggendari.
Dal 1968, grazie a un accordo con Chrysalis Records, Island pubblica lavori di band come Jethro Tull (This Was, 1968), King Crimson (In the Court of the Crimson King, 1969), Fairport Convention e Emerson, Lake & Palmer. Questi gruppi sfruttano appieno le capacità tecniche degli Island Studios, registrando con strumenti innovativi come il Mellotron, sintetizzatori Moog e batterie Ludwig, che definiscono il suono del progressive rock.
L’era di Bob Marley e il reggae globale (1970-1980)
Negli anni ’70 Island Records torna alle sue radici giamaicane, ma con una visione globale. Nel 1972, Blackwell firma con Bob Marley & The Wailers, nonostante il parere contrario di alcuni amici. La decisione si rivela geniale: album come Catch a Fire (1973) e Rasta Road (1978) trasformano il reggae in un fenomeno mondiale e consacrano Island come etichetta leader del genere. Marley registra spesso agli Island Studios, utilizzando la console Neve per layering complessi e microfoni dinamici Shure SM57 per catturare il calore della sua voce e delle percussioni reggae.
Altri artisti reggae come Steel Pulse, Aswad e Jimmy Cliff si uniscono all’etichetta, mentre Blackwell continua a esplorare talenti eterogenei. Negli anni ’80, Island firma con Grace Jones, il cui album Nightclubbing (1981) fonde reggae, funk e new wave, e Robert Palmer, con il suo hit Addicted to Love (1985). Il suono di questi dischi beneficia della strumentazione degli studi, che nel frattempo si aggiorna con compressori LA-2A, riverberi a piastra EMT e sintetizzatori Roland.
Un altro colpo grosso arriva con gli U2. Nel 1980 la band irlandese esplode con The Joshua Tree (1987), registrato in parte agli Island Studios con tecnologie all’avanguardia come registratori digitali Mitsubishi e processori di effetti Lexicon.
Acquisizioni e modernità (1989-oggi)
Nel 1989 Blackwell vende gli Island Records alla PolyGram per 300 milioni di dollari, mantenendo un ruolo influente fino al 1997. Nel 1998 la PolyGram è assorbita dalla Universal Music Group (UMG), che integra Island nella sua struttura. Negli USA, dal 1999 al 2014, opera come parte della Island Def Jam Music Group, per poi tornare a essere un’entità autonoma sotto UMG.
Gli Island Studios, venduti nel 1982 a Trevor Horn e ribattezzati SARM Studios, continuano a ospitare registrazioni di artisti come Amy Winehouse (Back to Black, 2006) e Iron Maiden, ma l’etichetta si adegua ai tempi moderni, affidandosi a studi esterni e tecnologie digitali come Pro Tools e plugin Waves per la produzione.
Negli anni 2000 la Island firma con stelle pop come Justin Bieber (2008), Shawn Mendes (2014) e The Killers, dimostrando la sua capacità di evolversi. In Italia, dal 1970 distribuita da Ricordi e ora parte di Universal Music Italia, Island ha lanciato talenti locali e celebrato il suo 65° anniversario nel 2024 con una capsule collection eco-sostenibile.
Principali musicisti e band che hanno registrato agli Island Records
- Bob Marley & The Wailers: il simbolo del reggae mondiale, con album registrati agli Island Studios.
- U2: dagli esordi punk-rock al successo planetario di Achtung Baby (1991).
- Traffic: pionieri del progressive rock con Steve Winwood.
- Jethro Tull: innovatori del folk-rock con Aqualung (1971).
- King Crimson: maestri del prog con In the Court of the Crimson King.
- Grace Jones: icona eclettica degli anni ’80.
- Robert Palmer: star del pop-rock anni ’80.
- Amy Winehouse: voce soul del XXI secolo.
- Justin Bieber: fenomeno pop adolescenziale.
- The Killers: band rock alternativa degli anni 2000.