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Death SS: The Entity, Hyde in metal

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Death SS

Il nuovo concept album dei diabolici metallari guidati da Steve Sylvester è ampiamente ispirato ai romanzi di Hogg, Stevenson, Martin, all’Hyde in Time di Mario G., al film di Baker, al saggio di Cornwell e al fumetto Cimiteria.

E’ uscito il 1° maggio il nuovo concept album dei DEATH SS The Entity (Lucifer Rising/Self Distribuzione), prodotto da Steve Sylvester con Tom Dalgety (produttore inglese già all’opera con Rammstein, Ghost, The Cult etc.). Album dalla ricca ispirazione letteraria, da oltre una decina d’anni meditato dal Sylvester, che ha collaborato a lungo per i testi in inglese della band con il pronipote di James Hogg, autore di Confessioni di un peccatore eletto, romanzo del 1824 a propria volta ispiratore di Stevenson per Il caso del dottor Jekyll e del signor Hyde. E romanzo tra l’altro appena riedito da Agenzia Alcatraz con illustrazioni originali di Hogg, postfazione dello stesso Steve Sylvester e ringraziamento nel colophon a Mario G in quanto “inconsapevole ispiratore” dell’iniziativa.

Il progetto musicale è stato infine portato a termine da Sylvester dopo la lettura di Stevenson, dei romanzi La governante del dottor Jekyll (Mary Reilly) di Valerie Martin, del film Doctor Jekyll & sister Hyde (Barbara, il mostro di Londra, 1971 di Roy Ward Baker), del saggio Ritratto di un assassino: Jack lo squartatore – Caso chiuso, di Patricia Cornwell (sul pittore Walter Sickert come presunto Jack the Ripper), oltre che dell’Hyde in Time di Mario G, sorta di “precipitato postmoderno” in cui vengono articolati in un’unica narrazione (su tre manoscritti) diversi spunti che ritroviamo nella track list dell’11° disco d’inediti della satanica congrega:

  • EVIL NEVER DIES
  • AVE ADONAI (citazione crowleyana)
  • JUSTIFIED SINNER (evidente riferimento a Hogg
  • POSSESSION 
  • DR. JEKYLL & SISTER HYDE (il citato Ward filmico, in cui l’Entità Hyde può essere allo stesso tempo uomo o donna) 
  • TWO SOULS (ovviamente, le due anime Jekyll/Hyde) 
  • OUT TO GET ME 
  • HELL IS REVEALED 
  • LOVE UNTIL DEATH 
  • THE WHITECHAPEL WOLF (titolo, tra l’altro, del secondo manoscritto del romanzo Hyde in Time
  • THE EVIL PAINTER (brano composto in collaborazione con Mickey E.Vil dei Mugshots, in cui il riferimento testuale è esplicitamente al pittore Sickert
  • CIMITERIA (qui Sylvester fonde il personaggio di Mary Reilly con l’eroina dei fumetti porno horror della Edifumetto anni ’70/’80) 

Il concept di The Entity, nelle parole del suo autore: siamo a Londra, agli inizi 1900

L’occultista Aleister Crowley vuole liberare l’uomo dalla sua schiavitù insegnandogli a invocare il suo genio latente: il Dio Occulto o “L’ENTITA’”. Per questo pratica dei riti il cui scopo è stabilire il contatto con entità extraterrestri e non-umane al fine ultimo di trascendere le limitazioni della personalità e realizzare la Coscienza Cosmica, adempiendo così la formula magica del Nuovo Eone: durante un complesso rituale, Crowley riesce dunque a mettersi in contatto astrale con una “Entità”, che asserisce di essere una forza primordiale che ha sempre convissuto col mondo degli uomini attraverso la possessione a vari livelli di determinati individui “eletti”, esaltando in essi quella che veniva comunemente considerata la “parte malvagia”, quell’energia repressa dell’animo umano che, se sviluppata senza preconcetti e restrizioni morali, può portare ad un processo trasformativo dell’individuo, nonché all’accrescimento del suo potenziale artistico e creativo.

L’Entità apparsa a Crowley si nutre dell’energia vitale degli “eletti” da essa selezionati ed ha avuto nel corso del tempo varie forme umane

Dalla duplice natura del “pecatore eletto” Gil-Martin di Hogg a quella di Jekyll e Hyde, che qui non vi riassumiamo di nuovo, neppure nella sua ormai nota rielaborazione “gazzoliana” con la sopravvivenza dell’entità malvagia al veleno, la sovrapposizione col famigerato Jack lo Squartatore (e di quest’ultimo col pittore Sickert), la ricerca di Mary Reilly, la passione Hyde-Mary, l’uccisione di lei e… Steve  si stacca dal romanzo agganciando il personaggio di Mary Reilly/Jane Kelly con quello della citata Cimiteria, dalla degenerata collana uscita per la Edifumetto di Renzo Barbieri tra il 1977 e il 1984 .

In questa diversa saga si narra che il custode del cimitero, Quasimodo, personaggio storpio e perverso, fisicamente simile all’omonimo protagonista del Notre Dame de Paris di Victor Hugo, riesumò nottetempo la salma della ragazza, spinto da un impulso necrofilo. Il caso volle poi che proprio nella stessa notte, il mago-negromante John Finimore, per poter scampare al linciaggio da parte di una folla di contadini inferociti che lo accusavano di fare fatture ai loro raccolti, cercò rifugio in quel cimitero, cogliendo Quasimodo sul fatto. Tra i due nasce un sodalizio e, in cambio di rifugio e ospitalità, il mago esaudisce il desiderio del deforme custode di tentare di rianimare la defunta. Ci riuscirà invocando l’Entità e ricorrendo alla magia nera e all’elettricità. Mary (ora ribattezzata dai due “Cimiteria”), tornerà così in vita, pur non ricordando nulla del proprio passato. Purtroppo però il complesso rituale le lascerà un fastidioso effetto collaterale: all’interno del suo sesso rimarrà accumulata un’enorme carica elettrica capace di fulminare chiunque tenti di copulare con lei.

Tornando all’Entità, dopo la pittura essa scopre il potere sciamanico della musica e del teatro

Inizia quindi ad assorbire influssi da musiche di diverse epoche ed origini, dalla sinfonia ottocentesca al simbolismo, dal vaudeville teatrale Brecht/waitsiano dei freak show e del Gran Teatro Marébito, fino alla psichedelia e all’heavy metal, manifestandosi attraverso l’operato di selezionati e dotati artisti. Questo è stato un suggerimento musicale gazzoliano, anche se il mood sonoro dell’album che oggi possiamo ascoltare è, nelle parole stesse del suo autore, marcatamente metal classico (periodo tardi ’70-primi ’80). Tuttavia, proprio l’evoluzione musicale dei Death SS nel corso del tempo (attraverso la psichedelia dei Sancta Sanctorum, l’industrial di Seventh Seal e la freakerie futuristica di Humanonalies) ci ha portati a riflettere come il moderno metal sia tutt’altro che una roccia sonora inamovibile, ma contenga filtrato tutto quanto c’è stato prima, da Hendrix ai Bauhaus ai Korn.

Sotto la sua guida o possessione, questi “eletti” sarebbero dunque in grado di creare una forza magica catartica, un potere purificatorio in grado di ristabilire l’armonia nell’animo umano, un potere di cambiamento e di evoluzione che può modificare lo stato profondo dell’individuo consentendogli una maggiore accettazione di sé. La vera arte riuscirebbe da sola a trasformare la persona, a riallineare la sua armonia interiore e a raggiungere il mondo divino, senza più bisogno delle pozioni del dottor Jekyll.

Nella Londra degli anni ’70 s’era creato un ritrovo prediletto dalla gioventù underground che amava ficcanasare nei misteri dell’esoterismo con l’aiuto dell’hashish

Verso il 1977 il locale (il citato Marébito) aveva assimilato l’onda punk rock e dark, continuando a prosperare come club privato, regno notturno di un circolo di gaudenti artistoidi, galleristi e collezionisti d’arte d’avanguardia e di altri piaceri ancor più fantasiosi: e qui il concept si riallaccia a Hyde in Time, in particolare al terzo manoscritto ambientato in tempi recenti.

Questo nuovo tipo di energia oscura, innovativa e vitale che pian piano riuscì a permeare tutta la scena artistica underground di quei tempi, divenne un nuovo tipo di nutrimento per l’Entità, che abbandonò definitivamente pugnali e pennelli per impugnare microfono e chitarra elettrica, possedendo le anime di nuovi ospiti, non più killers ma rockstar. Ed è questa versione dell’Entità che si manifestò a Steve Sylvester nel 1977, al termine di un lungo rituale, fornendogli ispirazione e linfa vitale per dare vita al suo progetto DEATH SS.

E con il ricongiungimento della trama con la storia del gruppo del Sylvester l’epico ciclo si chiude: avendo accumulato, come vedete, una congerie di spunti e rimandi da stendere il Townsend di Tommy e il Carroll di Alice in un colpo solo

Ma, se vi siete beati della visione del geniale blues vampire movie I Peccatori attualmente sugli schermi italiani (se no fatelo, è un ordine!) siete già risaliti come salmoni alle origini della “musica del diavolo”, di cui la raffinatissima pellicola di Ryan Coogler in una scena da antologia nel juke joint vi fa intuire proprio le evoluzioni hard (nella colonna sonora sono coinvolti anche due membri dei Metallica) che abbiamo tra le mani qui e ora.

— Onda Musicale

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