Il 14 maggio del 2015 – esattamente dieci anni fa – moriva a Las Vegas B.B. King, l’indiscusso “Re del Blues“.
Il 14 maggio 2015 moriva nella sua casa di Las Vegas, a 89 anni, il re del blues: il leggendario chitarrista B.B. King (all’anagrafe Riley B. King). Era nato a Itta Bena, nello stato del Mississippi, il 16 settembre 1925, figlio di Albert e Nora Ella King. Forse non tutti sanno che trascorse gran parte della sua infanzia vivendo con la madre e la nonna e lavorando come contadino, raccogliendo cotone.
E questa non è l’unica curiosità su di lui.
Gli inizi
B.B. King ha iniziato la sua carriera nella musica cantando gospel in chiesa. Nel 1943 si trasferì prima a Indianola, poi a Memphis, dove affinò la sua tecnica chitarristica con l’aiuto del cugino, il chitarrista country blues Bukka White.
Le origini del nome d’arte
A Memphis il chitarrista iniziò a cantare e suonare dal vivo in radio, per l’emittente WDIA, che aveva iniziato da poco a trasmettere musica nera. Come dj adottò lo pseudonimo The Pepticon Boy, che più tardi divenne The Blues Boy from Beale Street, poi semplicemente The Beale Street Blues Boy. Il nome fu poi abbreviato Blues Boy, in seguito solo B.B..
Era un autodidatta
B.B. King era in gran parte autodidatta. Sebbene avesse preso qualche lezione dal cugino Bukka White, sviluppò il suo stile unico, caratterizzato da vibrati espressivi e bending delle corde, che divenne un marchio distintivo del blues.
Le sue influenze musicali
È stato influenzato da artisti come Blind Lemon Jefferson, T-Bone Walker e Lonnie Johnson, ma ha creato un suono unico che ha ispirato generazioni di musicisti, tra cui Eric Clapton, Jimi Hendrix e Stevie Ray Vaughan.
Una carriera instancabile per B.B. King
B.B. King è noto per il suo programma di concerti incredibilmente intenso. Negli anni ’50, si esibiva in oltre 300 concerti all’anno, spesso in piccoli locali durante l’era della segregazione razziale negli Stati Uniti.
Primo Grammy
Vinse il suo primo Grammy nel 1970 per la canzone “The Thrill Is Gone“, che divenne il suo brano più iconico e contribuì a portarlo a un pubblico più ampio, anche al di fuori del blues.
Collaborazioni leggendarie
Ha collaborato con artisti di diversi generi, da Eric Clapton (nell’album Riding with the King) a U2 (con il brano “When Love Comes to Town“). La sua versatilità lo ha reso una figura trasversale nella musica.
Perché B.B. King chiamò la sua chitarra Lucille
Nel 1949 B.B. King stava suonando in una sala da ballo in Arkansas. Ad un certo punto due uomini incominciarono a litigare. Nella colluttazione fecero cadere a terra un barile contenente kerosene (che era stato acceso per riscaldare l’ambiente), e scoppiò un incendio. King, corso fuori dal locale, si rese conto di aver lasciato all’interno la sua chitarra e tornò indietro a prenderla. Il giorno successivo, dopo aver scoperto che i due uomini avevano litigato per una donna chiamata Lucille, decise di dare questo nome al suo strumento (e in seguito ribattezzò sempre così le sue chitarre, per ricordarsi di non fare mai più una cosa stupida come correre in un edificio in fiamme o litigare per una donna).

Il suo cantante preferito
Nella sua autobiografia B.B. King ha rivelato che il suo cantante preferito era Frank Sinatra: andava a letto ogni sera ascoltando l’album «In the Wee Small Hours». Negli anni Sessanta Sinatra organizzò concerti per King nei principali club di Las Vegas.
Due matrimoni (e 15 figli)
B.B. King si è sposato due volte: la prima con Martha Lee Denton (matrimonio durato dal 1946 al 1952), la seconda con Sue Carol Hall (dal 1958 al 1966). Ha avuto però quindici figli, avuti da diverse donne al di fuori dei matrimoni.
B.B. King era anche un pilota
Pilota certificato dalla FAA – con regolare licenza di volo conseguita nel 1963 – B.B. King pilotava personalmente il suo aereo privato, per spostarsi soprattutto tra le varie tappe dei tour. Smise di pilotare intorno ai 70 anni.
Diabete e salute
B.B. King ha sofferto di diabete di tipo 2 per gran parte della sua vita, ma questo non gli ha impedito di continuare a esibirsi fino a tarda età. È morto nel 2015 a 89 anni, lasciando un’eredità immensa.