Mancano pochi giorni all’uscita di Funny Little Fears, il suo primo album da solista in uscita il 16 maggio. Tra suoni vintage e produzioni che strizzano l’occhio al passato, il leader dei Måneskin Damiano David si lascia alle spalle una storia che fa male e racconta l’amore di oggi e di domani.
Ne avevamo scritto recentemente, quando l’11 marzo sui suoi canali social annunciava la notizia tanto attesa: Funny little fears, è il primo album da solista di Damiano David. In uscita il 16 maggio per Sony Music / Epic Records, si compone di 14 tracce scritte in inglese, che lui stesso, agli ascolti con i giornalisti presso gli storici Forum Studios di Roma, definisce «il diario emotivo di quest’anno», ma anche «il primo giorno della vita».
Damiano rinasce per scrivere non un manuale d’amore, ma un compendio in 14 brani per superare le proprie paure, questo sì, attraverso l’amore
Nell’album, l’artista classe 1999, che fino a cinque anni fa cantava per le vie di Roma e che oggi calca i palchi di tutto il mondo, affronta gli aspetti più bui del successo. Fama e gloria, infatti, spesso portano con sé i timori che nel titolo diventano “funny” e “little”, ma che prima di iniziare questo lavoro di autoanalisi sembravano insormontabili. «Le paure sono state un grosso blocco e anche qualcosa di cui, per tanto tempo, mi sono vergognato, finendo per isolarmi», racconta E la paura era anche quella del giudizio, perché parlare di me è sempre stato difficile e, invece che essere un modo per passare attraverso il dolore, la musica mi ha sempre dato un senso di protezione. Ho voluto rompere questo muro e passarci attraverso. E quando l’album verrà pubblicato potrò condividere tutto anche con il pubblico».
Damiano rinasce, volta pagina e sceglie con attenzione le parole con cui aprire il suo disco: «New house, new me, new state» (da “Voices”, prima canzone della tracklist), un nuovo inizio che riguarda anche la musica. Damiano lascia il rock e entra a tutto diritto nel pop internazionale, sia nella produzione che nei testi e come in ogni prodotto pop che si rispetti, in Funny little fears c’è tanto amore, una storia che abbiamo imparato a conoscere nel tempo e di cui per prima Dove Cameron aveva raccontato a Cosmopolitan US pochi mesi fa.
Impossibile non porgli una domanda a riguardo
Cui Damiano risponde sottolineando come questo album affronti tutti gli stadi del processo: dalla fine di una storia, al superamento del dolore, fino al nuovo innamoramento e al desiderio di sognare con la persona che si ha accanto. «Poco prima di iniziare a scrivere il disco, circa un anno e mezzo fa, è finita una relazione a cui tenevo moltissimo. Non è la storia che conoscono tutti, ma una che ho tenuto per me, privata, che non ho condiviso con nessuno. Questa rottura mi ha totalmente fatto a pezzi, ha rotto un meccanismo dentro di me corrodendo completamente quello che succedeva intorno a me, mi sono sentito perso, depotenziato, questa persona è come se mi avesse portato via la mia identità.
Mi sono ritrovato solo, anche se non ero mai solo. Ho dovuto riconnettermi con me stesso e una nuova relazione che ha un peso così forte, tutt’ora è la persona che mi aiuta più di tutto a superare le mie paure». Ecco quindi le ballad che suonano come dichiarazioni d’amore e si fanno portavoce di un sentimento capace di guarire tutte le ferite, suoni vintage dalle sfumature folk che si rivelano la naturale influenza che Los Angeles ha esercitato su di lui, da quando vive e lavora in California.
Anche i visual dell’album hanno un ruolo fondamentale in questo
Per girare lo short movie che accompagna l’album, Damiano David sceglie niente meno che Joshua Tree, uno dei luoghi sacri del movimento New Age, lo stesso deserto a cui molti artisti, tra cui gli U2, devono molto (da lì prende il titolo uno dei più grandi dischi della band irlandese, pubblicato nel 1987). Solo con le sue paure, pronto a spiccare il volo un’altra volta, Damiano è il protagonista di un girato di pochi minuti, dove appare sul tetto di un camper in lamiera nel mezzo del deserto, intorno a lui solo rocce e sassi, a simboleggiare questo ritorno tutto in solitaria.
Sembra passata un’era dal provino di XFactor con i Måneskin
In cui tutti già sapevamo che avrebbero trionfato, la vittoria di Sanremo nel 2021 con “Zitti e buoni” e quindi l’Eurovision, il tour mondiale in compagnia dei suoi compagni di viaggio Vic de Angelis, Ethan Torchio e Thomas Raggi. Damiano non rinnega niente e anzi, ci tiene a specificare che si tratta di un percorso parallelo, un libro diverso con un altro titolo, ma su questo ci sarà un articolo a parte.
Le paure le lasciamo alle spalle, il ballo della vita continua.
(articolo scritto da Martina Mozzati – link)