Musica

L’identità degli AEntropica tra suono e parola

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AEntropica, "Stagioni Asincrone"

AEntropica è un progetto che si colloca al margine delle categorizzazioni abituali.

Non è propriamente musica cantautorale, né poesia performativa in senso classico. In Stagioni Asincrone il duo AEntropica esplora la possibilità di una forma ibrida, in cui la parola mantiene la centralità ma dialoga strettamente con il suono, in un processo reciproco.

La voce di Valentina Mariani è il perno attorno al quale ruotano le tracce. La sua impostazione non è enfatica, anzi: lavora per sottrazione. I testi sono scritti con attenzione alla densità semantica, ma senza inutili virtuosismi. Ci sono riferimenti alla quotidianità, alla politica dei corpi, al rapporto tra individuo e società, ma trattati con misura. Si evita il tono assertivo, lasciando spazio all’ambiguità e al non detto.

Dal punto di vista musicale, Carlo Olimpico costruisce paesaggi sonori che si avvicinano all’elettronica ambient, ma con elementi noise, industriali e post-rock. L’approccio è essenziale, quasi artigianale: loop, texture granulose, chitarre trattate e suoni di sintesi si stratificano senza sovrastare la voce. Il mix è equilibrato, con una produzione che punta alla coerenza più che al colpo d’effetto.

Le “stagioni” evocate non hanno una scansione cronologica, ma sembrano rappresentare fasi emotive, cambiamenti interiori, disallineamenti. C’è una tensione costante tra movimento e stasi, tra il bisogno di esprimersi e quello di trattenersi. Il disco non offre facili risposte, ma invita all’ascolto attento.

In definitiva, Stagioni Asincrone è un lavoro che costruisce un’identità chiara senza doverla spiegare. È un’opera che si prende il tempo di raccontarsi, e che offre spunti di lettura molteplici. In un panorama in cui spesso si semplifica, questo è un merito non secondario.

— Onda Musicale

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