Stevie Ray Vaughan (1954–1990) è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi chitarristi della storia della musica.
Stevie Ray Vaughan è stato un artista che ha rivitalizzato il blues elettrico negli anni ’80, portando il genere a nuove vette di popolarità. Il suo stile musicale è un’esplosione di tecnica virtuosistica, emozione cruda e un profondo rispetto per la tradizione del blues, mescolato con elementi di rock, jazz e soul.
Radici nel Blues: influenze e tradizione
Lo stile di Stevie Ray Vaughan affonda le sue radici nel blues, un genere che ha assorbito fin dall’infanzia a Dallas, Texas. Influenzato dal fratello maggiore Jimmie Vaughan (chitarrista dei Fabulous Thunderbirds), Stevie si immerse nella musica di leggende del blues come Albert King, Muddy Waters, B.B. King, Howlin’ Wolf e T-Bone Walker. Questi artisti gli hanno fornito il vocabolario fondamentale del blues: scale pentatoniche, bending emotivi e un suono che trasmetteva dolore, gioia e resilienza.
Tuttavia, non si limitava a replicare il blues tradizionale. Era altrettanto influenzato da pionieri del blues elettrico come Freddie King e Otis Rush, noti per il loro suono aggressivo e dinamico, e da chitarristi rock come Jimi Hendrix, il cui approccio psichedelico e innovativo alla chitarra elettrica ha ispirato Vaughan a spingere i confini del genere. Anche il jazz, in particolare il lavoro di Wes Montgomery e Kenny Burrell, ha influenzato il suo uso di armonie complesse e improvvisazioni fluide.
Il suo sound era Blues-Rock con un’anima intensa
Il suono di Stevie Ray Vaughan è immediatamente riconoscibile: un mix di potenza, precisione e intensità emotiva. La sua musica è spesso classificata come blues-rock, ma questa etichetta non rende pienamente giustizia alla sua versatilità.
Il suo stile può essere descritto come una fusione di:
- Blues elettrico: la base del suo suono, caratterizzato da riff robusti, bending espressivi e un uso magistrale della scala pentatonica minore. Brani come “Pride and Joy” e “Texas Flood” incarnano il blues texano, con un’energia cruda e un groove irresistibile.
- Rock: l’influenza di Jimi Hendrix e del rock degli anni ‘60 si manifesta nell’uso di distorsione, dinamiche esplosive e assoli che spingono la chitarra elettrica al limite, come in “Voodoo Child (Slight Return)”.
- Soul e R&B: Vaughan incorporava elementi di soul, con fraseggi melodici e un’attenzione al groove ritmico, evidenti in brani come “The Sky Is Crying” o nella sua cover di “Superstition” di Stevie Wonder.
- Jazz: la sua capacità di improvvisare con armonie sofisticate e progressioni di accordi più complesse si sente in pezzi come “Riviera Paradise”, dove il suo tocco morbido e il fraseggio fluido richiamano il jazz.
La tecnica di Stevie Ray Vaughan era un mix di virtuosismo e passione
La tecnica di Stevie Ray Vaughan era tanto impressionante quanto espressiva. Ecco alcune caratteristiche chiave:
- Tono e Strumentazione
Stevie Ray Vaughan è celebre per il suo tono corposo e caldo, ottenuto principalmente con la sua Fender Stratocaster del 1959, soprannominata “Number One”. Usava corde pesanti (spesso .013-.056) accordate mezzo tono sotto (Eb), il che conferiva al suo suono una profondità e una tensione uniche. Il suo amplificatore preferito, il Fender Super Reverb, combinato con pedali come il Tube Screamer di Ibanez, gli permetteva di ottenere un suono saturo ma chiaro, perfetto per il blues-rock. - Bending e Vibrato
I bending di Stevie Ray Vaughan erano potenti e precisi, spesso eseguiti con una forza che rifletteva la sua intensità emotiva. Il suo vibrato, influenzato da Albert King, era fluido e controllato, aggiungendo un carattere quasi vocale alla sua chitarra. - Improvvisazione
Come un vero maestro del blues, Stevie eccelleva nell’improvvisazione. I suoi assoli erano una conversazione musicale, passando da momenti di furia a pause delicate, come si può ascoltare in “Lenny”, un brano dedicato alla moglie. La sua capacità di bilanciare tecnica e sentimento lo distingueva da molti contemporanei. - Dinamiche
Vaughan aveva un controllo magistrale delle dinamiche, passando da passaggi soft e melodici a esplosioni di energia. Questo è evidente in brani come “Life by the Drop”, dove alterna arpeggi delicati a riff più aggressivi. - Shuffle Texano
Una delle firme di Stevie Ray Vaughan era il ritmo shuffle, tipico del blues texano, che combinava un groove pulsante con riff incisivi. Brani come “Cold Shot” e “Love Struck Baby” mostrano questa capacità di far “swingare” il blues con un’energia rock.
Chitarra, voce e un’ottima presenza scenica
Oltre alla sua abilità chitarristica, Stevie Ray Vaughan era un cantante potente, con una voce rauca e soulful che trasmetteva autenticità. Non era un vocalist tecnicamente perfetto, ma la sua voce aveva un’intensità che si sposava perfettamente con il suo stile chitarristico. Canzoni come “The House Is Rockin’” mostrano la sua capacità di infondere energia e carisma vocale.
Sul palco era un tornado. Con il suo cappello da cowboy e il suo atteggiamento umile ma magnetico, catturava il pubblico con performance viscerali. I suoi concerti con i Double Trouble (il batterista Chris Layton e il bassista Tommy Shannon, successivamente affiancati dal tastierista Reese Wynans) erano caratterizzati da un’interazione musicale fluida e da un’energia contagiosa.

La rivalutazione del blues
Negli anni ’80, il blues era considerato un genere di nicchia, eclissato dal pop, dal metal e dal punk. Stevie Ray Vaughan, insieme ai Double Trouble, contribuì a riportarlo in auge, dimostrando che il blues poteva essere fresco, rilevante e commerciale senza perdere autenticità. Il suo album di debutto, Texas Flood (1983), fu un successo critico e commerciale, seguito da capolavori come Couldn’t Stand the Weather (1984) e In Step (1989).
Vaughan non solo rivitalizzò il blues, ma ispirò una nuova generazione di chitarristi, da Joe Bonamassa a John Mayer, e influenzò il suono di band come i Black Crowes. La sua dedizione alla tradizione, unita alla sua capacità di innovare, lo rese un ponte tra passato e futuro del blues.
Lo stile di Stevie Ray Vaughan si è evoluto nel corso della sua carriera
I suoi primi lavori erano radicati nel blues tradizionale, ma con il tempo ha sperimentato con elementi più complessi, come in “Riviera Paradise”, un brano strumentale che mostra un lato più introspettivo e jazzistico. I testi delle sue canzoni, spesso scritti in collaborazione con altri autori, trattavano temi universali del blues: amore, perdita, lotta e redenzione. Dopo aver superato la dipendenza da alcol e droghe alla fine degli anni ’80, i suoi ultimi lavori, come In Step, riflettevano un senso di speranza e rinascita.
Un tragico epilogo
La tragica morte di Stevie Ray Vaughan nel 1990 in un incidente in elicottero non ha fermato la sua grande influenza. Album postumi come The Sky Is Crying (1991) hanno continuato ad ispirare fan e musicisti di tutto il mondo. Il suo stile – che combinava virtuosismo tecnico con un’intensità emotiva senza pari – rimane un punto di riferimento per il blues-rock. La sua capacità di rendere il blues accessibile ad un pubblico mainstream, senza comprometterne l’autenticità, è uno dei suoi lasciti più significativi.
Celebrazione del blues elettrico
Lo stile musicale di Stevie Ray Vaughan è una celebrazione del blues elettrico, arricchito da influenze rock, soul e jazz. La sua tecnica chitarristica, il tono iconico, la voce appassionata e la presenza scenica esplosiva lo hanno reso una figura leggendaria. Vaughan non era solo un musicista, ma un narratore che usava la chitarra per esprimere emozioni profonde, collegando la tradizione del blues a un pubblico moderno. La sua musica continua a risuonare, un testamento alla sua genialità e al potere universale del blues.