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Alice Cooper e i suoi serpenti: un’autentica ossessione per il re dello “shock rock”

Alice Cooper, il leggendario pioniere dello shock rock, è noto tanto per la sua musica provocatoria quanto per le sue performance teatrali, che spesso includono guillotine, bambole insanguinate e, soprattutto, serpenti boa constrictor.

Il serpente boa è diventato un simbolo iconico del suo spettacolo, un elemento che incarna il mix di fascino, paura e teatralità che definisce l’estetica di Alice Cooper. La storia dei suoi boa constrictor è un viaggio affascinante, pieno di aneddoti curiosi, tragedie inaspettate e momenti di pura leggenda rock.

L’idea del serpente come simbolo scenico

L’uso dei serpenti boa da parte di Alice Cooper nacque negli anni ‘70, in un periodo in cui il rock si stava evolvendo verso forme sempre più teatrali. Cooper, il cui vero nome è Vincent Furnier, aveva già costruito la sua reputazione come “re dello shock rock” con spettacoli che combinavano elementi horror, satira sociale e performance esagerate. L’idea di incorporare un serpente vivo nei suoi concerti emerse come un modo per amplificare l’impatto visivo e provocare reazioni forti nel pubblico.

L’ispirazione arrivò durante un concerto in Florida nei primi anni ‘70, quando una ragazza portò un piccolo boa constrictor nel backstage

Alice Cooper, inizialmente spaventato, ebbe un’intuizione: “Mi sono tirato indietro per la paura, ma poi ho realizzato che era esattamente la reazione che volevo dal mio pubblico. Il serpente è forse l’immagine più potente al mondo. Ho pensato: e se lo portassi sul palco e cantassi con lui avvolto intorno al mio braccio?”. Questo momento segnò l’inizio di una tradizione che sarebbe diventata una firma del suo spettacolo.

Il batterista dei primi Alice Cooper Band, Neal Smith, giocò un ruolo chiave nell’introduzione del serpente. Fu lui a suggerire l’idea di usare un boa constrictor, e il primo serpente, chiamato Kachina, divenne una star a pieno titolo. Kachina, di proprietà di Smith, apparve sulla copertina dell’album Killer (1971) e divenne il primo “co-protagonista” serpente di Cooper sul palco. Smith si occupava personalmente di Kachina, assicurandosi che fosse ben nutrita (con topi bianchi vivi, la sua preda preferita) e pronta per le performance.

Alice Cooper Grammy 2021
Alice Cooper

I primi serpenti: Kachina, Chichita e Yvonne

La storia dei boa constrictor di Alice Cooper è costellata di nomi memorabili e aneddoti bizzarri. Ecco i primi serpenti che hanno segnato l’era d’oro dello shock rock:

  • Kachina (1971-1972): il primo serpente di Alice Cooper, Kachina, era un boa constrictor che divenne celebre per la sua apparizione sulla copertina di Killer. Neal Smith lo descriveva come “grasso e sazio”, grazie alla sua dieta di topi bianchi vivi acquistati nei negozi di animali. Kachina era una presenza costante nei concerti della band, avvolta intorno al collo di Cooper mentre eseguiva brani come “Is It My Body” o “Halo of Flies”. Tuttavia, la sua carriera fu interrotta tragicamente durante il tour di Killer nel 1972, quando Kachina scappò attraverso il sistema di ventilazione di un hotel in Tennessee, presumibilmente morendo. Alice Cooper raccontò: “L’abbiamo persa nell’impianto di ventilazione. È stata dichiarata dispersa, probabilmente morta”.
  • Chichita (primi anni ‘70): dopo la perdita di Kachina, Chichita prese il suo posto. Questo boa constrictor divenne famoso per una fuga spettacolare: durante un soggiorno in un hotel di New York, Chichita scappò attraverso uno scarico del bagno e si perse nel sistema fognario della città. Secondo la leggenda, sopravvisse per settimane nutrendosi di ratti delle fogne, prima di riemergere in un’altra stanza d’albergo, occupata dal cantante country Charley Pride, che rimase comprensibilmente scioccato. Sebbene alcune fonti esagerino, sostenendo che Chichita crebbe fino a 15 metri e ancora vaghi per le fogne di New York, la storia rimane una delle più celebri della mitologia di Alice Cooper.
  • Yvonne (metà anni ‘70): sostituta di Chichita, Yvonne era un boa constrictor di 3 metri e mezzo, noto per la sua mole impressionante. Anche Yvonne ebbe un’avventura memorabile: durante un soggiorno in un hotel di Knoxville, Tennessee, Alice Cooper la lasciò in una vasca da bagno perché amava nuotare. La mattina dopo, il serpente era sparito, scivolato attraverso lo scarico. Due settimane dopo, Yvonne riemerse in un altro bagno dell’hotel, spaventando nuovamente Charley Pride, che sembrava perseguitato dai serpenti di Cooper. Yvonne sopravvisse nutrendosi di ratti nelle fogne, dimostrando la resilienza dei boa constrictor.

Questi episodi iniziali stabilirono il serpente come parte integrante dello spettacolo di Alice Cooper, ma non senza rischi logistici e controversie, poiché i boa non erano sempre facili da gestire o trasportare.

La tragedia di Julius Squeezer (1977)

Uno degli episodi più noti nella storia dei serpenti di Alice Cooper avvenne il 5 giugno 1977, quando il suo amato boa constrictor Julius Squeezer morì tragicamente. Julius era una star del palco, avvolta intorno al collo di Cooper durante i concerti e celebrata per il suo nome ironico e appropriato. Tuttavia, la sua carriera terminò in modo inaspettato quando un ratto vivo, servito come pasto, lo morse, causando un’infezione fatale.

Alice Cooper commentò con il suo tipico umorismo nero:

È stato come essere morsi dai tuoi cereali da colazione

La morte di Julius fu un duro colpo per Cooper, che considerava il serpente non solo un accessorio scenico, ma un vero e proprio co-protagonista. Con un tour imminente, Cooper organizzò un’audizione pubblica per trovare un sostituto. L’evento si tenne presso l’ABC Entertainment Centre di Century City, California, dove 40 serpenti furono valutati da una giuria. Il vincitore fu un boa constrictor di circa 3 metri chiamato Angel, che debuttò nello speciale televisivo Alice Cooper and Friends (1977) e accompagnò Cooper in numerosi concerti. Tuttavia, Angel ebbe problemi burocratici: durante un tour in Canada, le autorità negarono l’ingresso al serpente per mancanza di documenti che ne certificassero l’origine, costringendo Cooper a utilizzare un boa locale per il concerto di Vancouver.

Da Christopher a Shed Bundy

Negli anni successivi, i serpenti di Alice Cooper continuarono ad essere una parte fondamentale dei suoi spettacoli, ciascuno con un nome unico e una personalità distinta. Tra i più celebri ricordiamo:

  • Christopher (circa 2012-2015): chiamato in onore dell’attore Christopher Lee, questo boa constrictor di tre anni era noto per il suo carattere affettuoso. Cooper raccontò: “Ogni serpente ha una personalità diversa. Christopher ama starmi in faccia e ‘baciami’ con la lingua. Sto iniziando a pensare che il mio serpente sia gay!”. Christopher viaggiava con Cooper in grande stile, spesso sul tour bus, e in passato avrebbe avuto un posto in prima classe sugli aerei prima delle restrizioni post-11 settembre. Alice Cooper sottolineava il legame familiare con il serpente, con sua moglie Sheryl e i membri della band che lo adoravano.
  • Dali (circa 2011-2013): fornito da Bill Crowe, un allevatore scozzese di Haddington, East Lothian, Dali era un boa constrictor di 2 metri e mezzo che apparve sulla copertina dell’album Welcome 2 My Nightmare (2011). Dali era un veterano del palco, avendo partecipato a numerosi concerti, tra cui il Download Festival e il 100 Club di Londra. Morì nel 2013 di una sospetta polmonite, suscitando un’ondata di cordoglio tra i fan di Cooper, che lasciarono messaggi di condoglianze sulla sua pagina Facebook ufficiale. Crowe, che aveva fornito serpenti a Cooper per oltre un decennio, descrisse Dali come un “grande performer” che avrebbe lasciato un vuoto.
  • Elizabeth e Detroit (2011 e oltre): forniti da Jim Brumley dell’Exotic Amphibian & Reptile Center di St. Louis, questi due boa constrictor divennero i protagonisti dei tour americani di Cooper, come il No More Mr. Nice Guy Tour. Brumley, un fan di lunga data di Cooper, selezionava serpenti con personalità adatte al palco, garantendo che fossero affidabili e non troppo stressati. Cooper e Brumley svilupparono un’amicizia basata sul loro amore per i rettili e sulla loro fede cristiana, con Cooper che descriveva se stesso come un attore che interpreta un personaggio sul palco, ben diverso dal suo carattere gentile nella vita reale.
  • Shed Bundy (circa 2023): uno dei serpenti più recenti di Alice Cooper, Shed Bundy (un gioco di parole sul serial killer Ted Bundy e sul termine “shed” per la muta del serpente) è stato descritto come un boa con un “cattivo atteggiamento”. Un articolo del 2023 riportato da Madhouse Magazine racconta un episodio drammatico (forse esagerato) in cui Shed Bundy avrebbe “attaccatoAlice Cooper durante un concerto di beneficenza in Arizona, stringendolo e richiedendo l’intervento di due fan, Stephen Bello e J. Edgar Hussey, per liberarlo. Sebbene la storia sembri sensazionalistica, riflette la continua fascinazione per i serpenti di Cooper e il loro ruolo nel suo spettacolo. Alcuni fan su Reddit hanno identificato Shed Bundy come un boa imperator, ma c’è stato un dibattito sulla sua razza, con il suo handler che lo descriveva erroneamente come un boa arcobaleno.

L’uso dei serpenti boa da parte di Alice Cooper non è stato privo di critiche

Negli ultimi anni, comunità di appassionati di rettili, come quelle su Reddit, hanno espresso preoccupazioni per il benessere dei serpenti durante i concerti. I boa constrictor, sebbene non velenosi, sono creature sensibili che possono stressarsi in ambienti rumorosi e caotici come un concerto rock. Alcuni utenti hanno definito l’uso dei serpenti come “props” (oggetti di scena) problematico, sottolineando che “gli animali non sono oggetti” e che l’esposizione a folle, luci e musica ad alto volume potrebbe essere dannosa. Un utente ha commentato: “Non importa per quanto tempo lo facciano, un concerto non è un ambiente naturale per un serpente”.

Tuttavia, altri fan e Cooper stesso hanno difeso la pratica, sottolineando che i serpenti sono trattati con cura

Alice Cooper ha dichiarato di non essere mai stato morso o strangolato dai suoi boa e che il personale si assicura di tenerli lontani da chiunque abbia paura. Inoltre, i serpenti appaiono solo per una canzone durante i concerti, riducendo il loro tempo sul palco. Cooper ha anche enfatizzato il suo legame personale con i serpenti, descrivendoli come membri della sua famiglia e sottolineando il loro benessere, come quando ha “ritirato” un boa albino dopo che aveva ingerito accidentalmente un tappetino riscaldante durante un tour.

Gestire i serpenti di Alice Cooper non è mai stato semplice

Negli anni ‘70, prima delle restrizioni post-11 settembre, Cooper prenotava posti in prima classe per i suoi serpenti sugli aerei, portandoli a bordo in trasportini per cani. “Prima del 2001, compravo un biglietto di prima classe per il mio serpente e lo facevo viaggiare accanto a me”, ha raccontato. Dopo le nuove normative, i serpenti hanno iniziato a viaggiare sui tour bus in “stile rock star”.

I serpenti richiedevano cure specifiche, come una dieta regolare di topi o ratti vivi e pause di alcuni giorni dopo i pasti per digerire, poiché un boa pieno potrebbe diventare letargico o malato se maneggiato troppo presto. Incidenti come quello del boa albino che ingerì un tappetino riscaldante o la perdita di serpenti negli scarichi degli hotel evidenziarono le sfide logistiche. Alice Cooper si affidava a handler esperti, come Jim Brumley negli Stati Uniti e Bill Crowe nel Regno Unito, per garantire che i serpenti fossero in salute e pronti per il palco.

I serpenti di Alice Cooper sono diventati un simbolo culturale, sinonimo del suo “shock rock”

La loro presenza ha amplificato l’immagine provocatoria di Cooper, trasformando i suoi concerti in esperienze teatrali che mescolano paura, umorismo e spettacolo. La copertina di Killer con Kachina, l’audizione pubblica per Angel e le storie di fughe nelle fogne hanno contribuito a creare una mitologia che va oltre la musica.

I serpenti hanno anche ispirato altri artisti a incorporare elementi teatrali nei loro spettacoli, sebbene pochi abbiano raggiunto l’iconicità di Cooper. La loro presenza ha generato leggende urbane, come quella di Chichita che vagherebbe ancora nelle fogne di New York, e ha suscitato dibattiti sulla relazione tra arte e benessere animale. Nonostante le controversie, i serpenti rimangono una parte integrante dell’eredità di Cooper, come dimostrato dalla continua popolarità di brani come “Snakebite” e dalle reazioni dei fan ai suoi spettacoli con i boa.

La storia dei serpenti di Alice Cooper è un capitolo affascinante nella carriera di uno degli artisti più innovativi del rock

Da Kachina a Shed Bundy, questi rettili non sono stati solo accessori scenici, ma veri e propri co-protagonisti che hanno aggiunto un elemento di mistero e pericolo al mito di Cooper. Attraverso fughe rocambolesche, tragedie inaspettate come quella di Julius Squeezer e momenti di pura teatralità, i boa constrictor hanno contribuito a rendere i concerti di Cooper indimenticabili. Nonostante le critiche sul loro utilizzo, Cooper ha sempre mostrato un affetto genuino per i suoi serpenti, trattandoli come membri della sua famiglia rock. La loro storia è un riflesso del genio creativo e provocatorio di Alice Cooper, un artista che ha trasformato il rock in un’esperienza viscerale e indimenticabile.

— Onda Musicale

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