“Anni ‘80” è il nuovo singolo, con relativo videoclip, del cantautore Davide Melis, fuori dal 30 maggio, dopo il successo di “Secondo Me(lis)”, brano con cui è stato lanciato l’omonimo album e che ha riscosso ampi consensi tra pubblico e addetti ai lavori tanto da essere menzionato su testate di rilievo nazionale quali Il sole 24 ore, Fanpage, il Tempo, QN, Libero quotidiano e numerose altre.
“Anni ‘80” è un nuovo viaggio tra note e parole, suoni e immagini, un viaggio che questa volta ha luogo nel tempo: più che un semplice omaggio al decennio più colorato, eccessivo e iconico del secolo scorso, il nuovo singolo è una sorta di dichiarazione d’identità, è il racconto di una giovinezza fragile e ribelle, incorniciata da poster di Madonna, juke-box, discomusic, luna park e da uno di quei luoghi di ritrovo che segnavano la quotidianità di ogni compagnia giovanile, rappresentato, per Davide, dal “Bar 2000” realmente esistito.
Il brano, arrangiato da Edoardo Bruni, si muove tra synth vintage, groove elettronici e “cori da walkman impolverato”. Un sound capace di evocare le atmosfere di Gazebo, Cecchetto, Sandy Marton e delle sigle dei cartoni animati pomeridiani, senza mai cadere nella parodia. Mood che il videoclip riprende e traduce in immagini: firmato dal regista Matteo Sambero, è un trip visivo tra polaroid animate, neon intermittenti, cabine telefoniche, joystick e citazioni pop, un viaggio tra immagini iconiche di quegli anni e spezzoni più intimi, tratti dai VHS personali dell’artista; reliquie preziose per chi ha vissuto quegli anni e affascinanti curiosità per chi non li ha mai conosciuti direttamente. Ne parliamo con Davide stesso.
Questo tuo nuovo singolo si può definire una sorta di un inno generazionale, come nasce?
Anni ’80 nasce come omaggio a un decennio iconico e ad una intera generazione, ma è anche qualcosa di più intimo, è il mio modo di ridare senso a un’epoca che mi ha formato, senza indulgere nella nostalgia. Ho voluto raccontare una giovinezza dolceamara, un po’ incosciente, ma autentica: quella dei bar di provincia come il mio “Bar 2000”, dei juke-box graffiati, delle partite a calcio la domenica mattina e degli appuntamenti dati “a voce”, senza notifiche né geolocalizzazioni. Una realtà fatta di piazze, parchetti, amici veri e silenzi che avevano un peso, non da riempire ma da vivere. Se Secondo Me(lis) è – per citare Magritte – un album che non è solo un album, ma piuttosto un autoritratto filosofico in forma pop, allora Anni ’80 ne rappresenta la fotografia più sincera, affettuosa e spudorata. Pur essendo il secondo singolo pubblicato dopo l’uscita dell’album, avvenuta esattamente un anno fa, sento che Anni ’80 potrebbe rappresentare l’ultimo tassello di un percorso iniziato molto prima, con l’uscita di brani come Molte Multe, Miracolo Vivente, Generazione CoviX e Luna Park: non semplici anteprime, ma tappe concettuali. In questo senso, Anni ’80 chiude il cerchio: un brano che arriva dopo tutto, ma che in qualche modo era già dentro tutto.
Che riscontri ha avuto il videoclip, soprattutto tra quanti hanno vissuto quegli anni in prima persona?
Ottimi riscontri e grande apprezzamento, devo dire: il videoclip è stato diretto da Matteo Sambero, ed è volutamente una miscela calibrata di tutto: memorie personali, estetica anni ’80 e tecnologia di oggi. Polaroid animate, Commodore 64, TV a tubo catodico, vecchi spezzoni dei miei VHS. Ho voluto, tra l’altro, aggiungere un tocco di intelligenza artificiale che dà vita a una mia foto da ragazzo, non per puro effetto speciale, ma per fondere passato e presente, analogico e digitale, in un piccolo esperimento di memoria aumentata. C’è l’idea – forse un po’ folle ma sincera – che il me stesso di allora possa parlare a chi quegli anni non li ha vissuti, raccontando una storia semplice e incredibilmente vera. Anni talmente belli da vivere… che sono anche gli unici in cui mi piacerebbe davvero tornare. Video: https://www.youtube.com/watch?v=TaLjZj8LZNA
Con questo brano quindi si chiude un percorso, quello del secondo album, che tanto apprezzamento ha riscosso tra pubblico e addetti ai lavori, ti va di parlarcene?
Questo mio secondo album si è costruito per stratificazione, come una raccolta spontanea di visioni e contraddizioni e ha finito per diventare racconto. Ad un ascolto “leggero” può essere percepito come un insieme di 10 canzoni di musica “leggera”, in realtà è pieno di significati trasversali, pensieri asimmetrici, aneddoti personali, ironia, ricordi, tesi e ipotesi… La musica è un tutt’uno con il concept grafico che è un tutt’uno con i personaggi che ho interpretato e che rappresentano il mio modo di essere Me(lis)…
Surrealisticamente parlando, il nuovo album non è un album: è un lavoro denso di significati dall’amore alla politica, dal lockdown al sistema sanzionatorio-vessatorio delle multe, dalla guerra al cambiamento climatico, sono molti i temi trattati nelle 10 tracce (12 considerando i significativi INTRO ed OUTRO) che si legano in un racconto che vuole essere al contempo tanto personale (Leggasi INDIE) quanto il più possibile popolare (leggasi POP). Il singolo di lancio ha dato molte soddisfazioni. “Secondo Me(lis)” èun brano che, attraverso un testo in tre lingue (italiano, inglese e latino), apparentemente semplice e lineare, critica in maniera del tutto apolitica e trasversale la “politica globale”, toccando diversi temi non tanto nell’intento di fornire soluzioni, ma nella speranza di stimolare riflessioni. Il videoclip https://youtu.be/AA17Tlez35U è stato presentato in anteprima su Aska News e subito ha riscosso ampi consensi, è stato riproposto da testate di prestigio a livello nazionale. Album: https://album.link/SecondoMeLis
Cosa pensi del panorama musicale attuale?
Personalmente amo quasi ogni stile musicale e genere che possa emozionarmi, dalla musica classica alla trap. Quello che penso del panorama musicale italiano è che di sicuro tutto il settore ha risentito da una parte dell’eccessiva produzione e distribuzione di contenuti sui social
Quali artisti ti hanno ispirato?
Lucio Battisti, Rino Gaetano ma anche Vasco Rossi e Samuele Bersani. Come dire, c’è di tutto dal rock alla canzone d’autore.
Progetti in cantiere?
Dopo Anni ’80, sto lavorando a quello che potremmo definire il suo seguito spirituale — ma con più glitch e meno nostalgia. Ho già scritto quasi tutti i nuovi brani e ho da poco iniziato la realizzazione del mio terzo album in studio, insieme al nuovo produttore artistico Luca Balduzzi. L’uscita dell’album è prevista per il 2027, ma il primo singolo arriverà sicuramente entro i primi mesi del prossimo anno. Parallelamente sto lavorando ad un format live che unisca musica, trasformismo e narrazione: un set acustico in cui ogni brano diventa anche un frammento teatrale, un personaggio, una piccola scena che prende vita. L’idea è portare sul palco non solo le canzoni, ma il mondo che evocano. E nel frattempo continuo a scrivere. Anche quando sembra che non stia succedendo nulla, c’è sempre una nuova canzone che sta cercando di nascere… o una vecchia idea pronta a ritornare attuale, a volte quasi per caso. Un po’ come gli anni ’80.
Ph. Fulvio Borro