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Il backwards: la tecnica (presunta) dei messaggi nascosti nelle canzoni

registratore a bobine

In musica la tecnica del backwards, nota anche come backmasking o registrazione al contrario, consiste nell’inserire suoni, frasi o messaggi registrati e poi riprodotti al contrario all’interno di un brano musicale.

Questo effetto crea un risultato sonoro che, se ascoltato normalmente, appare spesso come un suono astratto, confuso o incomprensibile, ma che, se riprodotto al contrario (invertendo l’audio), rivela un messaggio chiaro, una melodia o un effetto intenzionale. La tecnica del backwards può essere utilizzata per scopi artistici, sperimentali, narrativi o, in alcuni casi, per creare messaggi nascosti (reali o presunti).

Come funziona il backwards?

Il backwards si basa sulla manipolazione dell’audio durante il processo di registrazione o produzione. Ecco i passaggi principali:

  • Registrazione del materiale originale: si registra un suono, una frase parlata, un canto o un frammento musicale.
  • Inversione dell’audio: la traccia registrata viene invertita (riprodotta al contrario) utilizzando apparecchiature analogiche (come nastri magnetici) o software digitali moderni. Ad esempio, su un nastro, si inverte fisicamente il senso di scorrimento, mentre in digitale si usa un comando di “reverse“.
  • Inserimento nel brano: la traccia invertita viene inserita nel mix finale del brano. Quando il brano viene ascoltato normalmente, il frammento al contrario appare come un suono strano o alieno. Tuttavia, se l’ascoltatore inverte l’intero brano (o isola la sezione), il messaggio originale diventa udibile.
  • Effetto percepito: a seconda dell’intenzione, il suono al contrario può essere puramente estetico (per creare atmosfere insolite) o funzionale (per nascondere messaggi).

Esistono due tipi principali di backwards:

  • Intenzionale: l’artista registra consapevolmente un messaggio o un suono da invertire, con l’intenzione che venga scoperto o che crei un effetto specifico.
  • Casuale o percepito: frasi o suoni che, se invertiti, sembrano formare parole o messaggi, ma che non sono stati inseriti volutamente. Questo è spesso alla base delle controversie sui “messaggi subliminali“.

La tecnica del del backwards ha radici negli esperimenti di registrazione del XX secolo, con l’evoluzione delle tecnologie di studio

Ecco una panoramica storica:

  • Origini (primi del ‘900): i primi esperimenti con l’inversione audio risalgono alle avanguardie musicali, come il compositore Pierre Schaeffer, pioniere della musique concrète negli anni ‘40. Schaeffer manipolava nastri magnetici per creare effetti sonori innovativi, inclusa l’inversione.
  • Anni ‘60: l’era psichedelica: con l’avvento degli studi di registrazione multitraccia, il del backwards divenne più accessibile. I Beatles sono spesso accreditati per aver portato la tecnica nel mainstream, grazie alla loro sperimentazione in studio (leggi l’articolo).
  • Anni ‘70 e ‘80: controversie sui messaggi subliminali: negli anni ‘70 e ‘80, il backwards divenne oggetto di dibattito pubblico, soprattutto negli Stati Uniti, quando gruppi religiosi e conservatori accusarono band rock di nascondere messaggi satanici o pericolosi nei loro brani. Questo portò a processi e censure, anche se molti di questi “messaggi” erano casuali o inesistenti.
  • Era moderna: oggi il backwards è utilizzato come strumento creativo in molti artisti lo impiegano per ragioni artistiche o come omaggio alla tradizione. Software come Pro Tools, Ableton o Audacity rendono la tecnica facile da realizzare.

Il backwards può essere usato per diversi scopi, a seconda dell’intenzione dell’artista:

  • Effetto estetico: creare suoni insoliti o atmosferici. L’inversione di strumenti (come chitarre o percussioni) produce timbri unici, spesso usati in generi come il rock psichedelico, l’ambient o l’elettronica.
  • Messaggi nascosti: inserire frasi o parole che l’ascoltatore può scoprire solo invertendo il brano. Questo può essere un gioco creativo o un modo per aggiungere un livello narrativo.
  • Sperimentazione sonora: gli artisti d’avanguardia usano il backwards per sfidare le convenzioni musicali e creare composizioni non lineari.
  • Controversie deliberate: alcune band, soprattutto nel rock e nel metal, hanno sfruttato il backwards per provocare o alimentare il loro mito, rispondendo ironicamente alle accuse di messaggi subliminali.

Musicisti e band che hanno utilizzato il backwards

Molti artisti hanno sperimentato con il backwards, in particolare nei generi rock, psichedelia, progressive, metal ed elettronica. Di seguito, alcuni esempi significativi con dettagli sui brani e l’uso della tecnica:

The Beatles

  • Contesto: i Beatles sono tra i primi ad aver reso popolare il backmasking, grazie alla loro collaborazione con il produttore George Martin e agli esperimenti in studio negli anni ‘60.
  • Brani:
    • “Rain” (1966): in questo singolo, John Lennon inserì una sezione vocale al contrario alla fine del brano. Lennon dichiarò che l’idea nacque per caso, quando ascoltò un nastro invertito. La parte vocale invertita crea un effetto psichedelico.
    • “I’m Only Sleeping” (1966, da Revolver): George Harrison registrò un assolo di chitarra al contrario, che fu poi inserito nel mix. L’effetto è una melodia onirica che si adatta al tema del brano.
    • “Tomorrow Never Knows” (1966, da Revolver): questo brano è un capolavoro di sperimentazione, con nastri invertiti e loop che creano un’atmosfera trascendentale.
    • “Strawberry Fields Forever” (1967): alla fine del brano, si sente una frase che, se invertita, sembra dire “I buried Paul” (“Ho sepolto Paul”). Questo alimentò la leggenda della “morte di Paul McCartney”. In realtà, John Lennon disse che la frase era “Cranberry sauce”.
  • Impatto: i Beatles resero il backmasking una tecnica mainstream, ispirando generazioni di musicisti.

Pink Floyd

  • Contesto: i Pink Floyd, maestri della psichedelia e del progressive rock, usarono il backwards per arricchire le loro atmosfere oniriche.
  • Brano:
    • “Empty Spaces” (1979, da The Wall): il brano contiene un messaggio nascosto che, se invertito, dice: “Congratulations. You have just discovered the secret message. Please send your answer to Old Pink, care of the Funny Farm, Chalfont…”. Questo era un messaggio ironico di Roger Waters, che giocava con l’idea dei messaggi subliminali.
  • Impatto: i Pink Floyd usarono il backmasking per aggiungere strati narrativi ai loro concept album.

Led Zeppelin

  • Contesto: i Led Zeppelin furono al centro di controversie negli anni ‘80, quando gruppi religiosi accusarono il brano “Stairway to Heaven” di contenere messaggi satanici.
  • Brano:
    • “Stairway to Heaven” (1971): quando alcune sezioni del brano vengono invertite, si sostiene che emergano frasi come “Here’s to my sweet Satan” (“Ecco al mio dolce Satana”). Tuttavia, la band (in particolare Robert Plant) negò di aver inserito intenzionalmente messaggi al contrario, definendo le accuse “ridicole”. È probabile che si tratti di un caso di pareidolia auditiva (l’interpretazione casuale di suoni come parole).
  • Impatto: le accuse alimentarono il mito della band, ma non ci sono prove di un backmasking intenzionale.

Electric Light Orchestra (ELO)

  • Contesto: negli anni ‘70 l’ELO fu accusata di inserire messaggi satanici. In risposta, la band decise di usare il backwards in modo ironico.
  • Brano:
    • “Fire on High” (1975, da Face the Music): contiene un messaggio al contrario che dice: “The music is reversible, but time is not. Turn back! Turn back!”. Era un modo per scherzare sulle accuse di messaggi subliminali.
  • Impatto: l’ELO dimostrò come il backwards potesse essere usato in modo giocoso.

Queen

  • Contesto: i Queen, noti per la loro sperimentazione in studio, usarono il backmasking per effetti atmosferici.
  • Brano:
    • “Another One Bites the Dust” (1980): se invertito, il ritornello sembra dire “It’s fun to smoke marijuana”. Tuttavia, non ci sono prove che questo fosse intenzionale, e la band lo considerò un caso fortuito.
  • Impatto: il caso contribuì al dibattito sui messaggi subliminali negli anni ‘80.

Judas Priest

  • Contesto: negli anni ‘80, i Judas Priest furono accusati di aver inserito messaggi subliminali che avrebbero spinto due giovani al suicidio.
  • Brano:
    • “Better by You, Better than Me” (1978, da Stained Class): l’accusa si basava su presunte frasi al contrario, come “Do it” (“Fallo”). La band fu processata, ma il caso fu archiviato, poiché non c’erano prove di backmasking intenzionale.
  • Impatto: il processo evidenziò l’isteria collettiva sui messaggi subliminali.

Artisti moderni

  • Nine Inch Nails:
    • “Eraser” (1994, da The Downward Spiral): Trent Reznor usò il backmasking per creare texture sonore inquietanti, in linea con l’estetica industrial.
  • Radiohead:
    • “Like Spinning Plates” (2001, da Amnesiac): la melodia vocale fu creata registrando una versione normale, invertendola e poi cantando sopra la traccia invertita. Il risultato è un effetto etereo e alienante.
  • Aphex Twin:
    • l’artista elettronico Richard D. James ha usato il backmasking in brani come “Windowlicker” (1999) per creare suoni astratti e disturbanti, tipici del suo stile IDM.

Controversie e miti sui messaggi subliminali

Negli anni ‘70 e ‘80, il backwards fu al centro di accese controversie, soprattutto negli Stati Uniti. Gruppi religiosi e associazioni di genitori accusarono artisti rock e metal di nascondere messaggi satanici o immorali. Alcuni esempi:

  • Accuse infondate: molti presunti messaggi, come quelli in “Stairway to Heaven” o “Another One Bites the Dust”, erano probabilmente casi di pareidolia auditiva, dove l’ascoltatore interpreta suoni casuali come parole significative.
  • Processi legali: il caso dei Judas Priest (1990) fu emblematico. La band dimostrò che i presunti messaggi erano inesistenti o casuali, e il processo si concluse a loro favore.
  • Risposta degli artisti: molte band, come i Pink Floyd o l’Electric Light Orchestra, usarono il backmasking ironicamente per ridicolizzare le accuse.

Queste controversie portarono a una maggiore regolamentazione dell’industria musicale, come l’introduzione di etichette di avvertenza sui dischi (Parental Advisory).

Tecniche moderne e software

Oggi il backwards è più facile da realizzare grazie a software di produzione musicale come:

  • Audacity: gratuito, consente di invertire tracce audio con un clic.
  • Pro Tools, Logic Pro, Ableton Live: offrono strumenti avanzati per manipolare l’audio.
  • Effetti in tempo reale: alcuni plugin permettono di applicare il reverse direttamente durante la performance.

Gli artisti contemporanei usano il backwards non solo per messaggi nascosti, ma anche per creare transizioni fluide, effetti cinematici o atmosfere uniche. La tecnica è un affascinante esempio di come la tecnologia di registrazione possa essere usata per spingere i confini della creatività musicale. Da esperimento d’avanguardia a fenomeno pop, il backwards ha attraversato decenni, influenzando generi diversi e generando dibattiti culturali. A

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd, Queen, The Beatles, Led Zeppelin, Radiohead, Judas Priest, Robert Plant, electric light orchestra
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