Negli anni Sessanta e Settanta il rock visse il suo periodo più rigoglioso, con grandi band che ci regalarono alcuni successi indimentiabili.
Gli anni ’70 (abbiamo scritto degli anni 60 in questo articolo) hanno visto la nascita e l’affermazione di alcuni dei più iconici chitarristi di sempre, capaci di creare assoli che ancora oggi fanno scuola per tecnica, espressività e impatto emotivo.
1. “Stairway to Heaven” – Led Zeppelin (1971)
Chitarrista: Jimmy Page
L’assolo più celebrato della storia del rock. Lento, melodico, poi infuocato: Jimmy Page costruisce una progressione emotiva perfetta, culminando in una catarsi sonora che ha ispirato generazioni. Nessuna nota è sprecata. È un viaggio mistico e potente.
2. “Comfortably Numb” – Pink Floyd (1979)
Chitarrista: David Gilmour
In realtà ci sono due assoli, ma è il secondo — finale — che è pura leggenda. David Gilmour unisce lirismo e tecnica in una sequenza che sembra cantare più delle parole stesse. È uno degli esempi migliori di come un assolo possa essere narrativo ed emozionale.
3. “Free Bird” – Lynyrd Skynyrd (1973)
Chitarristi: Allen Collins & Gary Rossington
Dopo una ballata malinconica, il pezzo esplode in uno degli assoli più lunghi e dinamici mai registrati: un crescendo di chitarre twin-style, frenetico e virtuosistico. Un inno alla libertà che si conclude con un vortice di adrenalina.
4. “Hotel California” – Eagles (1976)
Chitarristi: Don Felder & Joe Walsh
Un duello armonico elegantissimo, con frasi melodiche intrecciate tra chitarre. L’assolo finale è un capolavoro di equilibrio, tecnica e gusto, costruito su un assolo a due voci diventato scolastico per ogni chitarrista.
5. “Bohemian Rhapsody” – Queen (1975)
Chitarrista: Brian May
Pochi secondi, ma perfetti: l’assolo nel mezzo del brano è cantabile, teatrale, lirico. Brian May dimostra come l’essenzialità possa avere più forza della velocità, costruendo una linea melodica che si incolla nella memoria.
6. “Highway Star” – Deep Purple (1972)
Chitarrista: Ritchie Blackmore
Un assolo barocco, strutturato quasi come una fuga classica, ma con la furia dell’hard rock. Blackmore fonde tecnica classica e aggressività moderna in uno dei momenti più virtuosistici del decennio.
7. “Time” – Pink Floyd (1973)
Chitarrista: David Gilmour
Un altro capolavoro atmosferico. L’assolo si stacca dal groove iniziale per esplodere in un lamento quasi blues, pieno di riverbero, delay e anima. Un’ulteriore prova del genio minimalista di Gilmour.
8. “Sultans of Swing” – Dire Straits (1978)
Chitarrista: Mark Knopfler
Anche se pubblicato a fine decennio, è uno degli assoli più caratteristici: suono pulito, dita e non plettro, e un fraseggio jazzato e fluido. Mark Knopfler costruisce un dialogo perfetto con la ritmica e reinventa il modo di fare rock.
9. “Jessica” – The Allman Brothers Band (1973)
Chitarrista: Dickey Betts
Un assolo strumentale di sei minuti in cui la chitarra racconta tutto senza parole. Country, rock e jazz si fondono in un tour de force melodico che rappresenta il southern rock nella sua forma più sofisticata.
10. “Eruption” – Van Halen (1978)
Chitarrista: Eddie Van Halen
È un assolo vero e proprio anche se è un brano strumentale. Eddie Van Halen rivoluziona il rock con il tapping, il feedback controllato e l’uso selvaggio della leva del vibrato. In pochi minuti, la chitarra cambia per sempre.