Da tre generazioni i Melissinos realizzano calzature greche artigianali: tra i clienti Lennon e McCartney, Jackie O’ e Sophia Loren (che scelse il modello spartano), la famiglia reale spagnola, i Biden, Sarah Jessica Parker…
«Qui ci prendiamo il nostro tempo. In Grecia per la filosofia ce n’è sempre meno»
dice Pantelis
Ci si aspetterebbe odore di cuoio, ma all’interno del negozio tra il Museo dell’Acropoli e il Tempio di Zeus Olimpio la prima cosa di cui ci si accorge sono il caleidoscopio di colori e le tele che raffigurano corpi nudi e spigolosi: se non fosse per le suole sparse sul tavolo da lavoro in un angolo, non si direbbe certamente di essere in un negozio di scarpe, ma nell’atelier di un pittore o di un creativo. E difatti, l’insegna in quella via di Atene annuncia Melissinos Art, since 1920, the poet sandal maker, L’Arte di Melissinos, dal 1920, il poeta fabbricante di sandali.
Pantelis Melissinos, titolare del negozio, è davvero anche poeta e scrittore, ma la sua fama deriva dalla professione che gli occupa gran parte della giornata: fare il calzolaio. Da tre generazioni, i Melissinos alternano arte e artigianato, e sono diventati famosi in tutto il mondo per aver vestito i piedi dei Beatles, Jackie O’, Sophia Loren; ma anche di reali, politici e molte altre celebrità.
Di padre in figlio, di figlio in nipote
«I Melissinos discendono da un’antica famiglia greco-romana», inizia a raccontare Pantelis, gli occhi schermati da lenti da sole blu, dopo avermi fatta accomodare su una poltroncina coperta da una stola pelosa. Gli occhi vagano per catturare i dettagli eclettici che sovraffollano lo spazio: quadri dipinti da lui, lampade vintage, borse pendenti dal soffitto, e poi suole, laccetti, scampoli, chiodi, colle, martelletti…«Mio nonno Georgios ha aperto il negozio di scarpe fatte a mano insieme al fratello, che era anche poeta. Inizialmente lavoravano per i teatri; quando mio padre Stavros, scrittore anche lui, l’ha ereditato negli anni ’50, ha deciso di produrre solo sandali, per tutti i tipi di clienti».
Erano i decenni del post guerra, il turismo stava riprendendo: i viaggiatori arrivati nella centrale Pandrossou Street, dove c’era la vecchia sede, impazzivano per quelle scarpe artigianali comprate in una via pittoresca, piene di botteghe
Allora, ricorda Pantelis, la Grecia era una destinazione autentica, che richiamava visitatori d’elite per turismo e non: «Mia madre conobbe Sophia Loren: “Dal vivo era ancora più bella; chiese il modello spartano, quello con la stringa”, mi disse. Venne in negozio durante le riprese de Il ragazzo sul delfino, girato sull’isola di Idra e in cui interpretava Fedra, una pescatrice di spugne». Al tempo, Pantelis non era ancora nato, ma già da giovanissimo avrebbe iniziato ad aiutare il padre. Di lui e della madre parla con grande dolcezza, unendo i ricordi in un susseguirsi di episodi che hanno portato la storia dei Melissinos fino in Cina, raccontata su un foglio di giornale esposto insieme alle altre, numerosissime foto dei vip ai quali la famiglia ha confezionato le scarpe.
Beatles, sandali e teorie complottiste
Alcune cornici catturano l’attenzione più di altre: sono quelle in cui appaiono i Beatles. In una, John Lennon indossa i sandali marroni, essenziali, realizzati per lui da Stavros nel ‘67; stringe le mani a Yoko Ono, vestito con un cappotto voluminoso e pantaloni bianchi che contrastano con quelli neri di lei. È il 1968, e la coppia si sarebbe sposata un anno dopo: belli e innamorati, si voltano verso l’obiettivo come se fossero stati sorpresi durante una passeggiata autunnale, su una scala ricoperta da foglie, in un ritratto che è tutto un rimando equilibrato di colori dove quel sandalo, nonostante il contesto, non stona.
In un’altra foto si vede la band seduta su dei gradini; è il momento appena prima dello storico scatto realizzato da Iain Macmillan che diventerà la copertina di Abbey Road, con i Beatles in fila sulle strisce pedonali dell’omonima via. McCartney indossa i sandali greci di Melissinos e sorride. È l’8 agosto del 1969, Londra è afosa: per stare più comodo, prima di essere immortalato per il disco decide di toglierseli e attraversare a piedi nudi, unico del gruppo. Questo semplice gesto rafforzerà le teorie del complotto che già da tempo circolavano sul suo conto; secondo i cospirazionisti, McCartney era morto anni addietro in un incidente d’auto, e quello su “Abbey Road” era un sosia. La prova evidente? I piedi senza scarpe, perché i morti, in alcune culture, vengono sepolti scalzi.

La voce si diffuse a tal punto che lo stesso Paul, esasperato, smentirà la teoria pochi mesi dopo e persino nel 2018, ricreando lo scatto su Instagram: «Ero uscito con i sandali e li ho tolti perché faceva davvero troppo caldo: non c’è nessun altro significato».
Insomma: per poco le scarpe di Stavros non sono finite su una copertina leggendaria, ma hanno comunque, indirettamente, creato scompiglio. E dai Beatles in poi, il traffico di famosi nell’atelier greco si è regolarizzato. Jackie O’, Maria Callas, Aristotele Onassis, la cantante Barbra Streisand («anche lei modello spartano, come la Loren»)…tutti volevano un pezzetto di Grecia ai piedi.
Dai reali spagnoli alla Casa Bianca
Quando la bottega si sposta per una serie di vicissitudini nella strada in cui si trova oggi, sotto la piena gestione di Pantelis (rientrato nel mentre dagli studi alla Parsons School of Design di New York), il viavai continua: «Si è presentata la regina Sofia di Grecia, moglie del re spagnolo Juan Carlos I: aveva comprato da papà in passato. Ha ordinato le scarpe per il figlio, l’allora principe Filippo. Ho dovuto farne un paio grande, è altissimo (197 cm, è entrato nel Guinness dei primati come il membro di una famiglia reale più alto del mondo, ndr), mi sembra avesse il 48».
Pantelis ha conosciuto anche Jill Biden, con la figlia Ashley, al tempo in cui il marito era vicepresidente:
Ho visto un sacco di poliziotti e ho pensato “cosa ho combinato?”. Quando si sono presentate, ci siamo fatti fare una foto dal capo dei bodyguard. Gli ho detto che il modello gladiatore avrebbe portato fortuna alla famiglia, era una battuta, ma dopo la vittoria dei Biden alle elezioni molte donne dell’ambasciata americana sono passate in negozio»
Politici a parte, l’elenco continua: il calzolaio mostra cornici e autografi degli attori Jeremy Irons, Jane Fonda e Sarah Jessica Parker (star di Sex and the city), Lily Tomlin e Bog Saget, comici americani, e infine racconta di Mick Jagger, che accompagnò la fidanzata L’wren Scott.
Scarpe che raccontano una storia
Pantelis ci tiene però a puntualizzare una cosa: vip o non vip, tutti i 30 tipi di sandali tra cui è possibile scegliere vengono realizzati prendendosi il giusto tempo e con amore: «Sono un perfezionista, voglio che siano apprezzati da chi li indossa. Quando i clienti tornano, mi rendono felice. E mi piace quando si fermano a chiacchierare di Grecia antica. Per me l’arte e la scrittura, insieme alle scarpe, sono modi di esprimermi e di raccontare la mia cultura: oggi le persone non hanno tempo per il pensiero intellettuale, bisogna essere realistici, preoccuparsi dei problemi quotidiani. In Grecia, c’è sempre meno tempo per la filosofia».
Mentre finiamo di parlare l’atelier si è riempito, Pantelis osserva il lavoro dei suoi dipendenti, ogni tanto interviene: «Cammina verso di me» dice alla turista filippina «la fascia va stretta», sentenzia esperto. Lei, sorridente, gli chiede una foto: «Sono una tua ammiratrice».
Prima di andarmene, anche io me ne scatto una insieme a lui. E non riesco a trattenermi dal fargli quella domanda che avrei voluto porgli più di un’ora fa
Le sue Reebok arancioni hanno un dettaglio incredibile: due buchi vistosi sugli alluci. «Ma come è possibile che un ciabattino abbia le scarpe rotte?», mi arrischio a domandare infine. «Sai» risponde «in Grecia abbiamo un detto: il calzolaio cammina scalzo. Sto provando a farmi un paio di sandali da un anno, in stile pazzo… ma per ora, di pronta, c’è solo la suola».

(articolo scritto da Clara Valenzani – link)








