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Tool: un viaggio tra progressive metal, arte visiva e psichedelia

I Tool sono una delle band più enigmatiche, influenti e innovative della scena musicale contemporanea. Il loro stile unisce elementi di heavy metal, progressive rock, psichedelia e art rock, creando un suono complesso e stratificato che sfugge ad una definizione precisa.

Formatisi nel 1990 a Los Angeles, California, il quartetto dei Tool composto da Maynard James Keenan (voce), Adam Jones (chitarra), Danny Carey (batteria) e Justin Chancellor (basso, dal 1995) ha ridefinito i confini del rock e del metal, creando un suono unico che sfugge a facili categorizzazioni.

La loro carriera, caratterizzata da una produzione discografica limitata ma di straordinaria qualità, un approccio visivo rivoluzionario e testi che esplorano temi complessi, li ha consacrati come una delle realtà più affascinanti e seguite del panorama musicale mondiale.

Origini e primi passi (1990-1993)

La storia dei Tool inizia alla fine degli anni ’80, quando Maynard James Keenan, un ex marine con una passione per le arti visive e performative, si tasferisce a Los Angeles. Qui incontra Adam Jones, un chitarrista con un background nel design e negli effetti speciali (aveva lavorato per il cinema con registi come Stan Winston). I due condividono una visione artistica che va oltre la musica, immaginando un progetto che unisca suono, immagini e messaggi profondi. A loro si uniscono il batterista Danny Carey, un virtuoso con una formazione jazzistica, e il bassista Paul D’Amour, completando la formazione iniziale.

Nel 1991 i Tool pubblicano il loro primo demo, “72826”, che attira l’attenzione della Zoo Entertainment

Questo porta alla pubblicazione del loro EP di debutto, Opiate (1992), un lavoro crudo e abrasivo che mescola elementi di heavy metal, post-punk e influenze grunge, pur distinguendosi dal suono predominante dell’epoca. Brani come Hush e Opiate mostrano già il loro approccio provocatorio, con testi che criticano la società e la religione. L’EP riceve un buon riscontro e i Tool si fanno notare grazie a un tour con band come Rage Against the Machine e Fishbone, oltre a una recensione positiva su RIP Magazine.

Il 1993 segna l’uscita del loro primo album, Undertow, che li proietta nel panorama rock alternativo durante l’apice del movimento grunge. L’album, prodotto da Sylvia Massy, si distingue per il suo suono pesante ma non convenzionale, lontano sia dal punk/grunge dei Nirvana sia dal thrash metal dei Metallica. Brani come Sober e Prison Sex affrontano temi complessi come l’abuso e l’ipocrisia sociale, accompagnati da video disturbanti diretti da Adam Jones, che utilizzano tecniche di stop-motion e immagini surreali. Sober diventa un successo su MTV, nonostante il suo approccio anti-convenzionale, e l’album ottiene il doppio disco di platino negli Stati Uniti

Consolidamento e svolta progressive (1996-2006)

Nel 1995, Paul D’Amour lascia la band per divergenze artistiche e viene sostituito da Justin Chancellor, il cui stile al basso aggiunge una nuova dimensione ritmica e melodica al suono dei Tool. Con questa formazione, i Tool pubblicano nel 1996 Ænima, un album che segna una svolta decisiva. Influenzato dal progressive rock degli anni ’70 (come i King Crimson) e da sonorità industrial e psichedeliche, Ænima è un’opera ambiziosa.

La perfezione tecnica: Lateralus (2001-2006)

Dopo cinque anni di lavoro, nel 2001 esce “Lateralus“, considerato da molti il capolavoro della band. L’album rappresenta il culmine della ricerca progressive dei Tool, con composizioni che incorporano la sequenza di Fibonacci, geometrie sacre e filosofie orientali. La title track “Lateralus” è un esempio perfetto della complessità matematica applicata alla musica: il pattern vocale segue la sequenza di Fibonacci (una serie di numeri interi in cui ciascun numero è la somma dei due che lo precedono. Inizia con 0 e 1, quindi la sequenza continua con 1, 2, 3, 5, 8, 13, e così via), mentre la struttura ritmica alterna time signatures in modo da creare un effetto ipnotico. Altri brani come “Schism“, “The Pot” e “Parabola” diventano classici del genere.

Lateralus” debutta al numero 1 della Billboard 200, dimostrando che il progressive metal può raggiungere il successo commerciale senza compromessi artistici. L’album viene universalmente acclamato dalla critica e consolida i Tool come una delle band più innovative del panorama rock mondiale.

L’Hiatus e i progetti paralleli (2006-2019)

Dopo “Lateralus”, la band entra in un periodo di relativa inattività discografica che durerà quasi un decennio. Nel 2006 esce “10,000 Days“, che include tributi personali come “Wings for Marie (Pt 1)” e “10,000 Days (Wings Pt 2)“, dedicate alla madre di Keenan, scomparsa dopo 27 anni (10,000 giorni) di paralisi.

Durante questo periodo, i membri si dedicano a progetti paralleli. Keenan fonda A Perfect Circle con il chitarrista Billy Howerdel e successivamente i Puscifer, esplorando sonorità più sperimentali e electronic. Jones si concentra sulla produzione di video musicali e progetti cinematografici, mentre Carey collabora con artisti come Volto! e Pigmy Love Circus.

Il ritorno: Fear Inoculum (2019-oggi)

Dopo 13 anni di attesa, nel 2019 i Tool pubblicano “Fear Inoculum“, il loro quinto album in studio. Il disco rappresenta un ulteriore evoluzione del loro sound, con composizioni ancora più elaborate e una produzione cristallina che esalta ogni dettaglio strumentale.

L’album debutta direttamente al numero 1 della Billboard 200, un risultato straordinario per una band progressive metal nell’era dello streaming. “Fear Inoculum” dimostra che, nonostante la lunga pausa, i Tool mantengono intatta la loro capacità di innovare e sorprendere.

La band intraprende tour mondiali sold-out, confermando il loro status di legends del rock moderno. La loro influenza si estende ben oltre il metal, ispirando generazioni di musicisti in diversi generi.

Formazione

  • Maynard James Keenan – voce (1990–presente)
  • Adam Jones – chitarra, sitar, tastiera (1990–presente)
  • Justin Chancellor – basso (1995–presente)
  • Danny Carey – batteria, tabla, percussioni, campionatore (1990–presente)

Ex componenti

  • Paul D’Amour – basso (1990–1995)

Il loro genere musicale

I Tool sono considerati pionieri del progressive metal moderno, ma la loro musica sfugge a facili categorizzazioni. Il loro sound incorpora elementi di:

  • Alternative Metal: le radici degli anni ’90 sono sempre presenti
  • Progressive Rock: strutture complesse derivate da King Crimson, Yes e Pink Floyd
  • Industrial: sonorità meccaniche e atmosfere distopiche
  • Art Rock: approccio concettuale e sperimentale alla composizione
  • Psychedelic: atmosfere ipnotiche e transcendenti

La caratteristica distintiva è l’uso di poliritmie, time signatures irregolari e dinamiche elaborate che creano un’esperienza d’ascolto immersiva e cerebrale.

Album in studio

  • 2019 – Fear Inoculum
  • 1993 – Undertow
  • 1996 – Ænima
  • 2001 – Lateralus
  • 2006 – 10,000 Days

Riconoscimenti

  • 4 Grammy Awards vinti
  • Oltre 13 milioni di album venduti negli USA
  • Inserimento nella Rock and Roll Hall of Fame (candidatura multipla)
  • Influenza riconosciuta da artisti come Radiohead, Deftones, Mastodon

— Onda Musicale

Tags: Nirvana, Metallica, Radiohead, Prog Rock, Heavy metal, A Perfect Circle, Maynard James Keenan
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