Calliope è un gioco solista, un cammino di riscoperta di sonorità aggressive e testi ermetici, sulla base di uno stile post punk. Fondamentale è l'utilizzo della parola nella sua completezza su tonalità che danno spazio ad una voce grave e corposa.
Ogni canzone non guarda a tematiche specifiche, il tutto si distacca dalla dimensione sociale e sentimentale, punta invece all'espressione di una qualche verità. "In Carta Vergine" ne è il primo esempio. Il progetto è volto alla registrazione di un ep, con brani che abbiano lo stesso filo conduttore di disincanto e disillusione . Lo stesso vale per la musica che non trascende mai dalla parola e ne diventa serva.
"In Carta Vergine" parla dell'impossibilità di creare e di essere. La carta bianca è il simbolo del vuoto, della mancanza di parole e di senso. In una realtà che ci vuole sempre pronti all'azione e alla vittoria, il fallimento diventa la strada per annullare un concetto, un'identità, per porre una fine alla mediocrità dei giorni, solo così si puo' diventare Re silenziosi e consapevoli della propria caducità umana.
I riferimenti a situazioni concrete tra persone sono solo il pretesto per presentare un significato che va ben oltre le parole stesse, un significato che non ha pretesa di esistere. Tutto in " In Carta Vergine" non ha pretesa di esistere.
Essenziale è l'intenzione, la direzione di un'idea che sporchi "il sangue alla ragione", che ci innesti il seme del dubbio e che ci permetta di aprire gli occhi.
Sempre dubitare, sempre "ammalarsi" per un qualcosa che non abbia a che fare con il quotidiano ma che si distacchi da esso.."è un dolore a profusione serve solo se, porta il sangue alla ragione". Alla fine è necessario smontare anche questo altare, rendersi conto che "il fare" ci conduce ad un'esistenza , che la mente e le sue congetture sono soggette a compromesso. L'eliminazione di esse causa inevitabilmente frustrazione e ci consegna al nulla. Un gatto che si morde la coda e rimane solo il bianco. Il vuoto. Mancanza d'aria. Carta Vergine.
(C.L.)