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ParmaJazz Frontiere Festival: tra sperimentazione, jazz internazionale e dialogo tra uomo e macchina

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Un fine settimana di grande musica e ricerca per ParmaJazz Frontiere Festival 2025, nel suo consueto viaggio tra tradizione, innovazione e nuove contaminazioni sonore.

Dal 10 al 12 ottobre, infatti, i Voltoni del Guazzatoio e l’Ape Parma Museo ospitano tre appuntamenti che attraversano linguaggi, epoche e immaginari diversi — dal dialogo tra umanità e intelligenza artificiale al jazz più lirico e visionario. Venerdì 10 ottobre, alle ore 20:30, l’appuntamento è ai Voltoni del Guazzatoio con Luca Perciballi, chitarrista e compositore, e Marco Fiorini, musicista e ricercatore, che presentano Hauntology Mirror, un dialogo creativo tra uomo e AI.
Sabato 11 ottobre, alle 20:30, sempre sullo stesso palco arrivano il pianista polacco Krzysztof Kobylinski e il bandoneon di Daniele Di Bonaventura. Domenica 12 ottobre torna l’appuntamento con Una stanza per Caterina, l’annuale omaggio alla grande amica e mecenate culturale, che quest’anno vedrà ospiti due nomi del respiro di Barry Guy e Maya Homburger.

Venerdì 10 ottobre alle 20:30 i Voltoni del Guazzatoio ospitano una nuova produzione di ParmaFrontiere 2025: Luca Perciballi, chitarrista e compositore, e Marco Fiorini, musicista e ricercatore, presentano Hauntology Mirror, un concerto che ridefinisce le possibilità di interazione tra uomo e macchina

La loro collaborazione nasce nel 2024 all’IRCAM di Parigi, prestigioso centro di ricerca musicale, dove Fiorini fa parte del team di REACH (Raising Co-Creativity in Cyber-Human Musicianship), progetto dedicato allo sviluppo di sistemi per la creatività condivisa tra agenti umani e macchine — un ambito oggi comunemente associato all’Intelligenza Artificiale applicata alla musica.

Il cuore della performance è una triangolazione inedita che coinvolge Perciballi, il software responsivo per l’improvvisazione Somax 2, sviluppato da IRCAM, e Fiorini, che a sua volta improvvisa co-creando con un altro sistema di intelligenza artificiale. In questa configurazione, responsabilità, azione e ruoli sono costantemente condivisi, mutevoli e fluidi, generando un dialogo aperto tra due esseri umani e due entità digitali.

Il referente stilistico del progetto è il materiale tratto da Sacred Habits, disco solista di Perciballi (2024), in cui strumento, corpo ed elettronica dialogano attraverso un unico performer. Il titolo Hauntology Mirror, ispirato alla filosofia di Jacques Derrida, richiama l’idea di un fantasma del passato — un vocabolario di gesti e modalità musicali — che viene rielaborato in un presente senza tempo, abitato da corpi e identità liquidi. L’opera è un’indagine affascinante sul corpo e sulla possibilità di una co-creazione tra umani e intelligenze artificiali.

Sabato 11 ottobre ai Voltoni del Guazzatoio, alle 20:30, Krzysztof Kobylinski al pianoforte e Daniele Di Bonaventura al bandoneon si incontrano in un progetto nato attorno al disco Notre Dame e a numerosi concerti europei. La loro musica trascende i confini del jazz e delle tradizioni musicali, evocando il tango, la musica balcanica e le radici polacche, per condurre l’ascoltatore in una dimensione senza tempo. Kobylinski, pianista e compositore polacco, trasforma ogni concerto in un’esperienza intima e coinvolgente, spaziando tra jazz, musica etnica, neoclassica ed elettronica, mentre Di Bonaventura, tra i più importanti interpreti europei di bandoneon, arricchisce il dialogo musicale con una sensibilità e un lirismo straordinari.

Domenica 12 ottobre all’Ape Parma Museo alle 18:30, l’omaggio a Caterina Dallara, mecenate e appassionata di musica del Festival, vede il duo Barry Guy al contrabbasso e Maya Homburger al violoncello in Una Stanza per Caterina. L’incontro tra Guy, maestro indiscusso della musica creativa, e Homburger, interprete di riferimento del repertorio barocco, genera un territorio musicale dove improvvisazione, sperimentazione novecentesca e musica antica si fondono senza soluzione di continuità. Il duo esplora con credenziali uniche il dinamismo tra composizione e interpretazione, intrecciando passato e presente in un dialogo intenso e suggestivo.

Gli Artisti

Luca Perciballi, chitarrista e compositore, ha sviluppato una ricerca che attraversa jazz, avanguardia, musica contemporanea ed elettronica, intrecciando linguaggi e tecniche estese in un percorso originale e innovativo. Nel 2024 ha pubblicato il disco Sacred Habits, in cui esplora il rapporto tra corpo e tecnologia, ricevendo riconoscimenti dalla critica nazionale e internazionale.

Marco Fiorini, musicista e ricercatore, è attivo tra Italia e Francia. Fa parte del team di ricerca dell’IRCAM di Parigi, all’interno del progetto europeo REACH, che indaga nuove forme di co-creazione tra esseri umani e sistemi di intelligenza artificiale applicati alla musica. La sua ricerca unisce competenze artistiche e scientifiche, con particolare attenzione ai sistemi interattivi e alle possibilità espressive delle nuove tecnologie.

Krzystzof Kobylinski nasce a Gliwice, in Polonia, nel 1952. Artista, compositore, leader di diverse formazioni e direttore artistico di alcuni tra i più rilevanti festival di musica in Polonia, come il festival internazionale Palmjazz a Gliwice, da lui creato a partire dal 2010. E’ inoltre fondatore del Jazovia Culture Center, nonché matematico e specialista delle tecnologie informatiche. Le composizioni di Krzysztof Kobylinski spaziano tra l’etno-jazz e la musica neoclassica, non disdegnando l’utilizzo di effetti elettronici. L’emotività e la melodia sono i punti di forza di questo musicista trasversale, capace di toccare lo spettatore nel profondo con le sue contaminazioni musicali. Ha all’attivo più di 30 dischi, in solo o con formazioni, tra cui la sua band, KK Pearls. Pianista e compositore, maestro della poliritmia, i suoi concerti da solista accompagnano gli ascoltatori in un viaggio verso gli spazi più remoti dell’immaginazione. Il celebre trombettista e compositore statunitense Randy Brecker dice di lui: La sua musica è lirica, piena di gioia e commovente. Un senso della melodia perfetto con incredibili armonie, ogni brano è indimenticabile.

Daniele di Bonaventura, originario delle Marche, è riconosciuto come uno dei bandoneonisti più originali e creativi al mondo. La sua musica fonde in modo affascinante il rigore della musica classica con la libertà e l’improvvisazione del jazz, intrecciando influenze delle melodie mediterranee e del repertorio sudamericano. Nei suoi concerti da solista, Di Bonaventura esegue e improvvisa brani che attingono alla sua patria musicale, spaziando dai compositori barocchi ai classici della canzone popolare fino alle sue più recenti creazioni. Questo percorso dà vita a un universo sonoro unico, in cui il bandoneon, con sorprendente leggerezza, può trasformarsi in armonica a bocca o nell’organo di una chiesa. Ne scaturisce un flusso di melodie incantevoli, capaci di catturare e trasportare l’ascoltatore in un mondo musicale straordinariamente variegato e riconoscibile.

Barry Guy è un contrabbassista e compositore estremamente innovativo la cui peculiarità creativa in ambito di improvvisazione jazzistica, musica da camera, musica orchestrale e recital in assolo è frutto sia di una rara ecletticità di studi che del gusto per la sperimentazione, sostenuti dalla dedizione al suo strumento e dal credo riposto nella musica quale ideale di comunicazione. È fondatore e Direttore Artistico della London Jazz Composers Orchestra e della BGNO (Barry Guy New Orchestra), per le quali ha scritto diverse grandi composizioni. I suoi lavori per orchestra da camera, ensemble da camera e solisti sono stati largamente eseguiti e la sua scrittura abile e piena di inventiva è sfociata in una serie eccezionale di partiture. Barry Guy continua a tenere recital in solo in tutta Europa, al contempo collabora con colleghi che lo coinvolgono in progetti d’improvvisazione, di musica barocca e musica contemporanea.

Nata e cresciuta a Zurigo, in Svizzera, Maya Homburger si trasferisce in Inghilterra nel 1986 per unirsi agli English Baroque Soloists di John Eliot Gardiner, agli English Concert di Trevor Pinnock e ad altri ensemble di strumenti storici. La sua esperienza come solista e leader dei Chandos Baroque Players, oltre alla fondazione del proprio Trio Virtuoso, l’ha portata a concentrarsi sempre più sulla musica da camera e sulle performance solistiche. Nel 1993 ha registrato le dodici fantasie per violino solo di G.Ph. Telemann e nel 1995 le sei sonate per violino e clavicembalo di J.S. Bach insieme a Malcolm Proud. Dal momento dell’incontro con il compositore e contrabbassista solista Barry Guy, avvenuto durante un lungo tour con l’Academy of Ancient Music di Christopher Hogwood nel 1988, Maya Homburger ha dedicato gran parte del suo lavoro allo sviluppo di uno stile personale sul violino barocco. Parallelamente, si è occupata della direzione del Barry Guy New Orchestra e della London Jazz Composers Orchestra, oltre a gestire la propria etichetta discografica, Maya Recordings.

— Onda Musicale

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