Damiano David, in concerto al Forum di Milano, porta sul palco la sua rinascita personale e artistica. E funziona. Atmosfera di un club anni Settanta, nessun effetto speciale e grande interpretazione. A sorpresa il duetto con Cesare Cremonini.
L’Italia è l’unico posto che ancora mi fa tremare». Lo dice sorridendo, ma con la voce rotta dall’emozione. Damiano David torna a casa: il suo tour mondiale (ovunque sold out) fa tappa al Forum di Assago, prima delle due date romane dell’11 e 12 ottobre.
Sul palco, il frontman dei Måneskin non si nasconde. Lo show, diviso in tre parti, racconta la sua rinascita personale e artistica. Si apre con Born With a Broken Heart, poi arriva il blocco dei brani più lenti e vissuti con Perfect Life, Voices e una cover intensa di Nothing Breaks Like a Heart di Mark Ronson. Il gran finale è affidato a The First Time e Naked / Solitude (No One Understands Me). Sorpresa della serata: Cesare Cremonini che arriva sul palco per cantare con lui La nuova stella di Broadway: «Questo ragazzo lo amo perché dentro il suo cuore c’è un’anima profonda. Ci sono le stelle e c’è anche la strada. Bravo Damiano», dice Cesare prima di lasciargli la scena.
A metà spettacolo il discorso più sincero: «Tutto è stato gigantesco, velocissimo e super emozionante, e per tantissimo tempo è stata davvero la cosa più bella che la vita potesse darmi», racconta. «Poi sono cresciuto, e a un certo punto qualcosa si è rotto dentro di me, perché vedevo che non riuscivo più a essere capito». Subito dopo, una precisazione importante, sul passato, sui Maneskin: «E questo non ha niente a che fare – voglio specificarlo – con gli altri componenti della band. Dunque, per risolverlo, non c’era altra possibilità che fare qualcosa da solo. Non perché l’amore fosse finito, o perché ci odiassimo, o per cavolate del genere. Era semplicemente perché il problema era mio, e dovevo risolvermelo io».
Poi, ancora: «Ero triste perché la mia vita era perfetta, sì, ma non era la mia idea di perfezione. Era l’idea di qualcun altro. E, a dire la verità, non ce l’ho nemmeno adesso. Ho 26 anni. Sto provando cose». Sorride, si ferma, poi conclude: «Adesso davvero la mia vita è qualcosa di molto vicino alla mia idea di perfezione».
Mars è, invece, il brano che parla di Dove Cameron, l’attrice al fianco di Damiano ormai da un paio d’anni. «While everybody’s going to Mars, I wanna stay here with you», dice la canzone. E Damiano aggiunge: «Parla di qualcosa che non pensavo fosse possibile, fino a due anni fa. Parla di un amore così grande che anche se il mondo dovesse finire ti fa rimanere lì, a guardare la persona che hai scelto».
Il palco, essenziale, rievoca l’atmosfera di un club anni Settanta: luci calde, nessun effetto speciale, un paio di cambi d’abito. Sopra tutto, una sola scritta: «Damiano David».
Come a ricordare che, sì, Damiano sul palco sta bene. Finalmente.











