“Gli spari sopra” è una delle canzoni più iconiche di Vasco Rossi, pubblicata il 14 dicembre del 1992 all’interno dell’album omonimo (uscito a febbraio del 1993).
Con il suo ritmo incalzante e un testo che mescola ironia, cinismo e un velo di malinconia, il brano “Gli spari sopra” di Vasco Rossi è diventato un simbolo della discografia del Blasco, capace di catturare l’essenza degli anni ’90 italiani. Non è solo una hit radiofonica, ma un manifesto esistenziale che invita a ignorare le “spari sopra” – metafora di critiche, giudizi e rumori del mondo – per vivere con libertà e spensieratezza.
La nascita di “Gli spari sopra” risale al 1992, durante le sessioni di registrazione dell’album Gli spari sopra, il decimo lavoro in studio di Vasco Rossi
Il cantante di Zocca, reduce dal successo di Liberi liberi 1989), stava attraversando un periodo di grande fermento creativo, influenzato dalle sue esperienze personali e dal panorama musicale internazionale. L’idea iniziale del testo nacque da un’intuizione di Vasco durante una notte insonne. In un’intervista del 1993 a TV Sorrisi e Canzoni, Rossi raccontò:
Ero a casa, guardavo il soffitto e pensavo a tutte quelle cose che ci dicono di fare o non fare. Mi è venuta in mente l’immagine degli spari sopra la testa: non ti colpiscono, ma fanno rumore. È un modo per dire ‘fregatene‘”
Questa metafora deriva da un’espressione militare – gli spari d’artiglieria che passano sopra le trincee senza colpire direttamente – adattata alla vita quotidiana. Musicalmente, il brano fu composto in collaborazione con Tullio Ferro (testo, anche se è interamente attribuito a Vasco) e Guido Elmi (musica e produzione), fedeli compagni di Vasco. La melodia rock, con riff di chitarra potenti e un basso pulsante, fu registrata negli studi di Bologna.
Vasco insistette su un arrangiamento essenziale: batteria martellante, chitarre distorte e un coro contagioso
Le registrazioni durarono poche settimane, con Vasco che impose un’atmosfera rilassata, spesso interrotta da improvvisazioni. Un aneddoto curioso: durante una take, il cantante scoppiò a ridere per un errore di pronuncia, e quella risata fu mantenuta nel mix finale per aggiungere ironia. L’album uscì il 6 febbraio 1993 per EMI, con “Gli spari sopra” come singolo apripista. Il video, diretto da Stefano Salvati, mostrava Vasco in un deserto simbolico, con esplosioni e ballerine, enfatizzando il tema della liberazione.
Per comprendere appieno la canzone, bisogna contestualizzarla negli anni ’90 italiani
L’Italia viveva Tangentopoli, lo scandalo Mani Pulite che travolse la Prima Repubblica, con arresti eccellenti e un clima di disillusione generale. Vasco, icona ribelle, era al centro di polemiche personali: nel 1990 era stato arrestato per detenzione di droga (assolto nel 1991), e la stampa lo dipingeva come un “pericoloso esempio“. Da sempre si definisce anarchico e ateo ed è un sostenitore della legalizzazione delle droghe.

“Gli spari sopra” arriva come risposta a “rumori” dei media, dei moralisti, dela società che spara giudizi
L’album Gli spari sopra vendette oltre 1 milione di copie, trainato dal singolo che dominò le classifiche FIMI per settimane. Vasco era in tour con lo “Gli Spari Sopra Tour” nel 1993-1994, con concerti sold-out al Forum di Assago e allo Stadio San Siro. Il brano divenne un inno live, con il pubblico che urlava il ritornello, simboleggiando una catarsi collettiva contro le ipocrisie dell’epoca.
Il testo è un capolavoro di semplicità apparente, ricco di strati interpretativi
“Se siete quelli comodi e state bene voi
Se gli altri vivono per niente perché i furbi siete voi
Vedrai che questo posto, questo posto is beautiful”
“Gli spari sopra” è stata reinterpretata in vari live con arrangiamenti elettronici. Cover famose includono quella dei Negramaro nel 2008, che ne ha accentuato il lato pop. Culturalmente, il brano ha influenzato generazioni: citato in film come Paz! (2002), usato in spot pubblicitari e diventato meme sui social per situazioni di “fregarsene“. Ha venduto milioni di copie digitali e rimane tra le top 100 streaming di Vasco su Spotify.
Il significato evolve: negli anni 2000 – post-11 settembre – gli “spari” assumono connotati globali (guerre, terrorismo); oggi, con i social media, rappresentano il cyberbullismo. La canzone è un pilastro della cultura pop italiana, che incarna lo spirito ribelle di Vasco Rossi. Dalla genesi notturna alla sua eco eterna, ricorda che la vera vittoria sta nell’ignorare i rumori e vivere autenticamente. Come dice Vasco: “La vita è troppo breve per stare a sentire gli spari sopra“.











