Musica

4 settembre 1970: George Harrison registra “My Sweet Lord”

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Quando i Beatles si sciolgono George Harrison ha solo 27 anni. Ha comunque trovato la sua identità musicale ed è pronto per iniziare la carriera solista anche se ha gia registrato due dischi senza i Beatles.

Quando i Beatles si sciolgono George Harrison ha solo 27 anni. Ha comunque trovato la sua identità musicale ed è pronto per iniziare la carriera solista anche se ha gia registrato due dischi senza i Beatles.

L’esordio avviene con All Things Must Pass” (30 novembre 1970), terzo disco come solista di George ma, appunto, il primo dopo lo scioglimento dei fab four. Si tratta di un disco ambizioso e di grossa mole (è un triplo) in cui George può (finalmente) mettere pienamente in luce la sua maturità artistica.

Il disco viene co-prodotto con Phil Spector e registrato insieme ad Eric Clapton e Dave Mason, ed è unanimemente considerato il suo capolavoro. Quando esce è il 30 novembre del 1970 e  sorprende notevolmente la critica, che si rende conto di avere sottovalutato per lungo tempo il talento del chitarrista.

All Things Must Pass” ottiene un notevole successo di pubblico, arrivando a vendere la sorprendente quantità di circa sette milioni di copie in tutto il mondo, di cui circa la metà negli Stati Uniti. Il pezzo forte dell’album è il singolo “My Sweet Lord“, brano di enorme successo che in seguito è al centro di una contestatissima causa per plagio, accusato di avere la melodia troppo simile a quella di “He’s So Fine”, un successo delle The Chiffons (gruupo vocale femminile composto da quattro cantanti di colore) risalente ai primi anni 70. (leggi l’articolo)

La canzone è principalmente incentrata sul concetto di Dio e sulla sua presenza (eloquente è il contemporaneo utilizzo delle espressioni Hallelujia, di uso comune nelle liturgie cristiane, e Hare Krsna, mantra indù.)  

La mia idea per “My Sweet Lord,” visto che suonava come una canzone pop, era di metterci dentro di soppiatto qualcosina.

Il punto era fare in modo che la gente non venisse offesa con l'”Alleluia”; quando si arriva a “Hare Krishna”, sono ormai già presi, il loro piede sta tenendo il ritmo, e stanno cantando “Alleluia”, il che li culla in un senso di falsa sicurezza. E ad un tratto diventa “Hare Krishna”, e si mettono a cantarlo prima di capire cosa sta succedendo, e penseranno “Ehi, credevo di immaginare che non mi piacessero gli Hare Krishna!” (George Harrison, 1982)

— Onda Musicale

Tags: Eric Clapton/The Beatles/George Harrison/All Things Must Pass
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