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Pink Floyd: dopo “Not Now John” ecco gli altri video online

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The Piper at the Gates of Dawn, Wish You Were Heree The Final Cut” sono solo alcuni degli album che compongono la mitica e psichedelica discografia dei Pink Floyd.

Dischi importantissimi che mostrano chiaramente l'evoluzione ed il cambiamento di sound, da Syd Barrett a David Gilmour, e formazione, periodo post Roger Waters, di una band leggendaria le cui note risuonano ancora oggi.

Naturalmente anche i videoclip rivestono un'importanza strategica per quanto riguarda il godimento di questa musica senza età.

Se solo poco tempo fa il video di Not Now John” è stato rimesso online sul canale YouTube della storica band inglese, altri videoclip si sono recentemente aggiunti.

Uno di questi è la title track del già citato The Final Cut” dove Waters si scaglia contro il tradimento dei soldati inglesi caduti durante la Seconda Guerra Mondiale, come suo padre, che si sono sacrificati per un futuro migliore.

Welcome to the Machine, invece, è la seconda canzone dello storico Wish You Were Here” ispirata a 1984” di George Orwell. La canzone narra infatti di un uomo che cerca di scappare da un governo oppressivo che sta facendo il lavaggio del cervello ai cittadini tramite regole e show televisivi per anestetizzare la loro anima.

L'iconico video è stato creato dal disegnatore inglese Gerald Scarfe (leggi qui la nostra intervista), autore delle immagini del mastodontico The Wall.

Come ciliegina sulla torta, sono stati rimessi online anche i primi singoli della band quando a guidarla era il geniale, e compianto, Syd Barrett con brani del calibro di Arnold Layne” e See Emily Play.

Il primo singolo è stato pubblicato nel 1967 e girato verso la fine di febbraio dello stesso anno sulla spiaggia di East Wittering nel West Sussex. Il video, diretto e girato in presa diretta da Derek Nice, narrava di un travestito cleptomane che rubava i vestiti femminili stesi ad asciugare (leggi qui l'articolo).

Un personaggio decisamente curioso e scandaloso, soprattutto per quegli anni, che fece la sua comparsa nell'infanzia dei giovanissimi Waters e Barrett. La canzone è stata poi ripresa, oltre che nell'edizione estesa di “The Piper at the Gates of Dawn”, anche in “Relics”, “Works”, “Echoes: The Best of Pink Floyd" e nel box set “The Early Years”.

Il secondo singolo, invece, è stato pubblicato nel 1967 e, inizialmente, si pensava di farlo rimanere tale, ma venne poi inserito nell'edizione americana dell'esordio floydiano.

Il brano parlava dello strano incontro tra un allucinato Barrett ed una giovane ragazza incontrata in un bosco. Il curioso episodio ispirò inoltre la canzone che la band avrebbe usato per la prima volta in un loro storico concerto, quello ai Games for May.

 

Link:

Leggi qui l'originale 

 

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Tags: Pink Floyd/Wish You Were Here/David Gilmour/Roger Waters/The Wall/The Final Cut/The Piper at the Gates of Dawn/Syd Barrett/See Emily Play/Arnold Layne/Gerald Scarfe
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