"I Signori Delle Moske" è il nome del progetto artistico di Silvio Donadoni, classe 1983, portatore di un vissuto particolare segnato dal dolore e da percorsi difficili a causa della droga.
La sua sintesi musicale, da identità marcatamente cantautoriale, ripercorre atmosfere strumentali rock con un solido impianto compositivo, forte di un approccio anche con altri stili musicali.
"Marilyn" è il brano inedito di esordio: "Le canzoni, a volte, sono ferite a cuore aperto", "tracce di vita che resta attaccata addosso come un marchio", rivela Silvio.
Dall'ascolto di "Marilyn" emerge chiaramente la cupezza incarnata dall'autore, una voce graffiante che fuoriesce da un profondo Io maltrattato, schernito da una gioventù delusa, a tratti delirante come "le nuvole rosse nella mia stanza" – parole che si fanno visioni, percezioni di una trasgressione morale, violenza inflitta allo spirito più che alla carne.
"Marylin" è una poesia che rasenta la soglia dark, in una atmosfera maledetta di angeli tristi ingannati, disperati da una lingua che necessita di sporcarsi, di trascendere nel buio pesto della perdizione per risalire a galla come anima purificata da un atto sacrificale.
Gli anni trascorsi nelle strutture psichiatriche di certo lo hanno cambiato per sempre senza tuttavia uccidere la capacità-dono della creazione, della produzione artistica lato sensu: Donadoni infatti oltre a scrivere ciò che trasforma in musica dipinge i suoi demoni su tela, "colori sovrapposti e brillanti che originano sempre da uno sfondo nero" sembrano portare a livello di coscienza immagini irrazionali che si affacciano nel dormiveglia immediatamente prima dei sogni.
Il vuoto si fa pieno, il nero si dissolve in luce progressiva, iridescente, che tutto travolge, perché l'Arte quando incontra i suoi figli non può che dare speranza ed un'autentica esperienza di riscatto, "lasciando sempre spazio per guardare l'orizzonte".
In un disco così sentito, urgente nell'espressività e nell'esigenza di raccontarsi, ma studiato nella ricercatezza, Silvio inserisce la sua voce con tutta l'umiltà della sofferenza dovuta ancora al protrarsi di un "dispositivo restrittivo" che lo tiene in "comunità di recupero", spesso la sua voglia di tornare libero del suo tempo e delle cose di tutti i giorni è un grido non tanto celato.
Il disco è dal 5 giugno 2019 su:
Deezer: http://bit.ly/2ESs6IK
Spotify: https://spoti.fi/2ETP0PX
AppleMusic: https://apple.co/2WquL7l
Il videoclip su YouTube: http://bit.ly/2WrXx7y
(cm)