Musica

Ecco le Space Bubbles, i concerti al tempo del coronavirus

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Tra i vari problemi del covid-19 v'è, senza dubbio, quello del rispetto della regolamentazione posta in essere dalla Organizzazione Mondiale della Sanità.

Regole vincolanti per gli Stati occidentali e non che devono recepirle secondo il diritto interno vigente sì da farle rispettare. Non è sempre così semplice. Molte di queste, come il distanziamento sociale o le abitudini del saluto con stretta di mano, sono dure a morire in quanto radicate nelle abitudini secolari dei nostri popoli. Ma dura lex sed lex ergo qualcosa occorre pur fare.

Tra le restrizioni maggiormente note vi son state quelle di assistere agli spettacoli pubblici, sia a carattere musicale che sportivo. Se in determinati sport, come il calcio, parrebbe più agevole far rispettare il distanziamento sociale di un metro – inizialmente, un metro e mezzo -, non è lo stesso per i concerti, soprattutto laddove trattasi di eventi rock, noti per il divertimento tra il pubblico che si scatena tra riff, assoli, e cori collettivi.

In estate, ad esempio, venne proposta la creazione della Virgin Arena, poi attuata nel Regno Unito, che ha garantito lo svolgimento di alcuni concerti – molti artisti, a dire il vero, rifiutarono di vedere il pubblico smembrato – tramite una sorta di car drive in, con tanto di distribuzione di mascherine e gel antibatterici.

Ora però impazza sul web una soluzione, da molti acclamata come definitiva. Si tratta delle cosiddette space bubbles, enormi sfere di gomma all'interno delle quali il singolo spettatore può divertirsi, ascoltando la sua musica preferita, con tanto di naturale distanziamento sociale cagionato dal contatto delle sfere.

La soluzione è stata portata in auge dalla rock band The Flaming Lips, che la proposero, ma a scopo goliardico, nel lontano 2011, in un loro concerto. Al tempo, la rock band statunitense fungeva a cover particolarmente nota degli anni che furono dei Pink Floyd. Sul web, sono presenti miriadi di video delle allora non particolarmente gradite space bubbles.

Ma, si sa, epoca che vai, usanza che trovi.E la riproposizione per i loro concerti di queste enormi sfere parrebbe esser particolarmente gradita anche dalle autorità sanitarie.

 

  Daniele Martignetti – Onda Musicale

 

 

 

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