Musica

“Her Snakeness”, continua la scalata di SilverSnake Michelle

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Dopo So in my mind …del 2013, torna la voce della talentuosa cantautrice rock SilverSnake Michelle con il suo nuovo “Her Snakenessla cui copertina ricorda, non poco, il film American Beauty (leggi l'articolo) diretto da Sam Mendes nel 2000.

Ma torniamo al disco e cominciamo con il brano di apertura, ovvero “Drops Of Time”. La chitarra acustica, a cui seguono immediatamente le tastiere, introducono il secondo lavoro di Silversnake Michelle la cui voce scandisce come un orologio, “tic tic tic tac tac tac”, il brano.

Brano che cambia le delicate vesti acustiche per indossare quelle elettriche delle chitarre e quelle gotiche delle tastiere. Da apprezzare il finale con le gocce d’acqua che cadono sul pavimento come, per l’appunto, le gocce del tempo. “We are fake dust in drops of time”.

Segue “Proserpine”, uno dei brani più lunghi dell’album, quasi 8 minuti, di chiara matrice gothic. Mentre si stende il tappeto sonoro, elettrico ed acustico, degli strumenti, con una tastiera che ricorda gli anni ’70, giunge la voce di SilverSnake che ci narra l’antico mito greco del ratto di Proserpina.

Il bello è che il brano è anche diviso in due parti, “The Dream” e la conseguente “The Awakening”, come vogliono le migliori tradizioni dei vari sottogeneri del rock, prog e gothic in primis. Una piccola suite che sa come conquistare l’ascoltatore.

In “The Deep Green” le chitarre con distorsioni metal aprono il pezzo e la voce, anch’essa distorta e moltiplicata, si inserisce alla perfezione ricordando i migliori Lacuna Coil continuando sul percorso gothic dell’album.

Giri coinvolgenti di basso, tastiera ed assoli di chitarra si ergono durante il cantato arricchendo ulteriormente il brano. L’ultima frase sussurrata “will you come inside?” è la degna conclusione di “The Deep Green”, da pelle d’oca.

In “DNA (Denial Normal Abduction)” si hanno chitarre più in delay, agganciata al groove di basso e batteria, per una canzone leggermente più tranquilla rispetto alle altre.

Il ritornello poi, “I’m megalomaniac, I crush my emotions/I Inject in my veins, stardust drug potion/Colors and passions in perpetual motion/If you suck my big lips, it’s causing commotion”, è tutto da cantare e coinvolgente per un crescente da ascoltare a tutto volume. Inoltre vi è una piacevole sorpresa sonora nel finale che non vi svelerò.

È poi il turno di “Feet of Nemesis”, delicata ballata acustica in cui gli accordi si susseguono fino ad incontrare gli altri strumenti e la chitarra elettrica con due assoli che sorgono dalla potente voce di SilverSnake Michelle

Un botta e risposta tra voce maschile e femminile, a metà tra una preghiera ed un’intro degli Amaranthe, conferiscono un’indubbia originalità al pezzo.

“C9H13Night (Benzedrine Night)” con la sua intro a metà tra gipsy jazz e tango, dà l’attacco al botta e risposta della voce per un brano decisamente particolare che dimostra tutta la preparazione tecnica dei musicisti.

Probabilmente, i cultori della chitarra, lo apprezzeranno maggiormente. Non mancano le parti elettriche, naturalmente, sorrette dalle torri sonore che si ergono fino al cielo delle tastiere.

“Diallele” si fa ricordare per il suo sound dolce, e sognante e per l’intro per piano e tastiere che si alterna alla voce arrabbiata di SilverSnake in un gioco di cambi di sonorità.

“Dead End”, invece, è una canzone più negative, nel senso del testo, delle altre con intervalli eterei e citazione Pink Floyd all’interno. “I’ll never see the reign of dark side of moon.

Segue, “Backwards (Silversnake, answer this …)”, che, come dice il nome, è una canzone sui contrari, melodia e testo compresi, con una parte parlata da far venire i brividi.

Un altro grande esempio di originalità così come il gioco di vento ed echi che contribuiscono a fornire un carattere estremamente etereo ed evanescente al brano, a tratti quasi inquietante. Da non confondere con “Piccola canzone dei contrari” di Angelo Branduardi.

In “Garden Of Jasmine” vi è il ritorno alle favole ed al misticismo orientale in questa delicata canzone in perfetto equilibrio tra realtà e metafisica. Merito, oltre alla voce, anche delle impeccabili tastiere e degli arpeggi. Da ricordare il finale in latino “Requiem Aeternam dona eis domine”.

Misto di suoni ovattati e cristallini, merito ancora una volta delle tastiere che si sbizzarriscono, per “Labyrinth Suicide”. Da notare il finale che si spegne lentamente, come un enorme macchinario senza più corrente elettrica.

In “Requiem (Slàn leis na nathair airgid)” vi è un ritorno dell’acustica ed all’atmosfera fiabesca che poi sfocia in un testo, e melodia, cara a gruppi come Nightwish, Edenbridge e Manowar.

La voce qui raggiunge un’intensità particolare che fa commuovere, non credo che bastino le parole per descrivere questo brano.

“Foundations Of Soul” è un’altra canzone “divisa” in “Mother”, “Dad” e “Final” dove la voce eguaglia l’emozione della canzone precedente. Punta di diamante, la rivelazione finale. “And now I understand that I’m able to live alone. My love for all of you is high, but I’m gonna sit on my throne”.

Infine è il turono di “Madness” breve strumentale di poco più di due minuti, dominato dalle tastiere che chiude in bellezza il disco. A questo punto, come sempre, la domanda è “che dire di questo disco?”

SilverSnake Michelle e la sua magnifica voce, vero e proprio strumento universale del disco, ci accompagna per tutto l’album intriso di acustica, gothic e rock. Tutti generi eseguiti magistralmente dal suo gruppo che ha fornito sia echi classici e folk, così come di band come Lacuna Coil, Nightwish, Edenbridge e Cranberries.

Il tutto per un inanellarsi di canzoni che si susseguono l’una dietro l’altra sinuose come un serpente d’argento. Un ascolto più che consigliato per una cantautrice rock da tenere d’occhio. Buon ascolto a tutti.

 

Vanni Versini – Onda Musicale 

— Onda Musicale

Tags: Cranberries/Angelo Branduardi/Prog Rock/Vanni Versini/Lacuna Coil/Nightwish/Pink Floyd
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