Musica

Dentro le contraddizioni del DPCM: aperto quasi tutto ma i negozi di dischi e musica no.

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Vinili

Anche questa volta, l’ennesima, sembra che qualcuno pensi esista una cultura di serie A ed una di serie B, per usare una metafora calcistica.

Per contrastare la pandemia i governi di tutto il mondo stanno facendo degli sforzi immensi. Inutile negare che la situazione sanitaria desta una seria preoccupazione e che le misure finora messe in campo sembrano non sufficienti a stroncare questo subdolo virus. La speranza è quella di un ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile ma, nel frattempo, è necessario fare i conti con i famigerati DPCM o DL.

Quale cultura?

DPCM e DL non possono mettere tutti d’accordo. Ma nemmeno continuare ad ignorare certe categorie, già duramente colpite da mesi e mesi di aperture e di chiusure, spesso repentine. Ci sono, infatti, attività praticamente “dimenticate” che riescono a “tirare avanti” a malapena tra aperture e chiusure a seconda delle decisioni governative e tra queste ci sono i negozi che vendono strumenti musicali e quelli che vendono CD e dischi, che anche questa volta sono stati chiusi.

Librerie si, negozi di musica no.

Con l’ultimo DL (il primo dopo una lunga serie di DPCM) viene stabilito che tra gli esercizi commerciali che offrono servizi di prima necessità e che possono restare aperti nelle zone rosse vi siano le librerie. È una decisione importante, che noi condividiamo pienamente, perché come abbiamo sempre sostenuto la cultura è un elemento fondamentale della vita sociale. Quello che ci sorprende (e non poco) è invece l’esclusione dei negozi di musica e di dischi da questo elenco. Va bene che siamo nell’era dello streaming e che il prodotto fisico rappresenta poco meno del 20% del mercato ma, come si è visto, è stata la musica, nel primo durissimo lockdown, a sostenere gli italiani e confortarli con i famosi concerti online o i cori dai terrazzi delle città italiane. E’ innegabile che la musica sia un forte elemento anti-depressivo e spesso curativo di molte patologie (musicoterapia ed esempio)

L’importanza della musica

La musica, come sostengono molte ricerche, unisce le persone e parla un linguaggio compreso da tutti; potremmo definirlo un linguaggio universale. E’ per queste considerazioni che facciamo davvero molta fatica a comprendere le ragioni di queste esclusioni. Il nostro auspicio, sia ben chiaro, non è che chiudano le librerie (o le profumerie), ma che aprano anche i negozi di musica ed i negozi che vendono dischi e CD.

Musica bene essenziale

Crediamo che la musica sia un bene essenziale e siamo convinti che molte persone, che soffrono già (e molto) l’assenza di eventi dal vivo, siano ulteriormente penalizzate nel trovare il proprio negozio di dischi o di strumenti musicali chiuso. Va ricordato che non tutte le persone sono in grado di acquistare musica on line (o in streaming) ed è anche per questa ragione che ci sentiamo di equiparare queste tipologie di negozi alle librerie.

Colpo di grazia per il settore?

Infine, ma non per ultimo, vale la pena ricordare che questo segmento di attività commerciali (i negozi di musica e di dischi, per l’appunto) sono già duramente (e da molto tempo) provati dalla concorrenza del cosiddetto e-commerce o vendite on line. Il quale (spesso) non “combatte ad armi pari”.

Parola agli interessati

Abbiamo contattato Stefano Branco, titolare di Filmusica, il quale ha voluto dire la sua opinione anche in rappresentanza del gruppo disc8lli.

Pensiamo sia una situazione paradossale, siamo una categoria di cui non si parla. Ci troviamo di nuovo in zona rossa ed i negozi di dischi sono chiusi. Non discutiamo se le chiusure siano giuste o meno, ma chiediamo uniformità. Dal lockdown dello scorso anno alcune categorie sono considerate essenziali ed altre no. Le librerie, ad esempio, sono considerate essenziali in quanto luoghi di cultura. Lo trovo giusto. E la musica? Perchè la musica non è considerata cultura? Noi pensiamo che i negozi di dischi siano dei piccoli scrigni di cultura, unici, pieni di musica e riteniamo che la musica faccia bene.
Invece non veniamo nemmeno mai citati, la musica (ed il cinema) sono tassati come beni di lusso e sono anche, chiusi in momenti di lockdown. Pensiamo che i negozi di dischi siano un bene essenziale, un luogo di cultura.

— Onda Musicale

Tags: Vinile/lockdown
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