Musica

Beethoven, l’eroico artista che proprio non piaceva a Frank Zappa

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Beethoven, copertina

Volendo adoperare la volgarità della parola per descrivere la musica beethoveniana non si può far che ricorrere alle sorprese d’una natura trascritta in paradossi.

La musica del buon Ludwing van Beethoven è incentrata per lo più sull’amore per l’umanità, la fratellanza e la sostanziale bontà del Creatore, elementi fondamentali per affrontare adeguatamente il periodo da lui vissuto.

Siamo difatti tra il 1795 e il 1815 e l’invasione delle truppe francesi costrinse l’arcivescovo a lasciare la città di Bonn, luogo natio dell’artista. Beethoven seppe approfittare della nuova situazione per strappare la musica dai salotti aristocratici e portarla alla nuova classe emergente borghese.

Se i vulcani potessero diventare idillici e innamorati, il loro invito d’amore somiglierebbero alla musica di Beethoven

Giovanni Papini, scrittore, poeta, saggista

L’accuratezza per la concertistica, la continua ricerca della perfezione e le intere giornate trascorse a provare e riprovare la nota perfetta fecero di Beethoven uno dei maestri indiscussi sia dell’epoca che dell’era contemporanea, e il mito sulla sua sopraggiunta sordità ne ha tessuto le lodi quasi trascendentali del maestro tedesco.

Biografia

Nato a Bonn nel lontano 1770, non ebbe un’infanzia felice a causa delle ristrettezze economiche in cui versava la famiglia. Il padre, Johann, tenore nella cappella arcivescovile di Bonn, aveva problemi di natura psichiatrica.

All’età di 14 anni inizierà a studiar el’organo grazie al nuovo arcivescovo giunto in città. Sarà questo un periodo di grandi viaggi, soprattutto verso Vienna, dove incontrerà e stringerà amicizia con un altro gigante della musica classica, Haydn.

Morto a Vienna nel 1827, è noto per la Nona Sinfonia il cui Inno alla Gioia è oggi inno della Comunità Europea.

Chiaro di Luna

Tra le trentadue sonate per pianoforte da lui composte, “Chiaro di Luna” non era la sua preferita. Ma non per il pubblico, ancor oggi affascinato dal primo movimento.

“Sonata quasi una fantasia” fu il sottotitolo trovato dall’autore, proprio a identificare la mancata perfezione dell’opera.

Beethoven e l’influenza su Frank Zappa

L’eclettico artista di Baltimora criticò con particolare asprezza l’opera classica di Beethoven. In una poco nota intervista (mai andata in onda perché giudicata “fatta col culo“) per una emittente statunitense, Zappa dichiarerà il suo amore per la musica classica, invitando coloro i quali avessero voluto occuparsi di rock di studiarla e ascoltarla.

Diversi i suoi artisti preferiti tra i quali non risultavano né il maestro Beethoven Mozart.

No, non ero interessato a quella roba. Ho persino il dubbio siano stati realmente grandi rispetto a ciò che ci vien detto sui libri

Frank Zappa su Beethoven, reputandolo non particolarmente geniale

A Beethoven, Zappa anteponeva Edgar Varese, compositore degli anni Cinquanta che accompagnò praticamente tutta la vita artistica dell’autore di capolavori indiscussi come Muffin Man.

— Onda Musicale

Tags: Frank Zappa/Beethoven
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