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Soft Cell: il segreto dei successi di un gruppo “eccessivo”

È una delle prime cose che vengono in mente quando si pensa alla musica anni ottanta, assieme alla famiglia Jackson, il punk e l’hair metal.

La loro elettronica lucida e raffinata, i costumi eccessivi – con l’immancabile trucco pesante e i visi che parevano di plastica. Un monumento culturale la cui impronta si riflette ancora oggi nelle stelle della musica, che ha abbattuto il limite di quello che la musica poteva essere, raccontare e sembrare. Si chiama New Wave, e questa è la storia di una delle sue icone.

I Soft Cell nascono da un ideale incontro stilistico: Marc Almond, voce del gruppo, e Dave Ball, produttore, già da prima appassionato di pionieri dell’elettronica come i Kraftwerk. Un sodalizio non solo artistico, ma anche personale: le fondamenta degli eccessi stilistici e performativi che avrebbero definito il loro futuro. Dave Ball, in particolare, rimase impressionato dalla forte personalità del futuro compagno di scorribande.

Marc Almond era di un anno davanti a me al Politecnico di Leeds (nrd. Nel 1979), studiavamo arte performativa.”

E il suo pezzo principale prevedeva mostrarsi nudo davanti a uno specchio e cospargersi di cibo per gatti. Una vena di sfogo per la stravaganza e gli eccessi che già ai tempi si poteva associare con il mondo della musica, e nella quale sarebbero immediatamente andati d’accordo. Come la canzone che li ha consacrati, i due ragazzi inglesi “amano” le cose “sudice”.

Nelle loro parole, “quello che ci colpiva di più era la pacchianeria e la sporcizia, roba davvero volgare che nelle città non si riesce a trovare. Colori accesi e tutta la spazzatura che si trova in vendita”. Lo stesso nome d’arte, Soft Cell, è un parziale richiamo alle celle imbottite dove erano rinchiusi i detenuti nei manicomi. E con titoli come Non-Stop Erotic Cabaret, This Last Night In Sodom e The Art Of Falling Apart, il gruppo mette in primo piano i propri obbiettivi a livello di artistic persona. Se non scandalizzare, almeno stuzzicare, in maniera leggera e coinvolgente. E quello che basta per incominciare è la canzone giusta, che li presenti come si deve.

Tainted Love, storia travagliata di un successo

La prima Tainted Love – l’originale, anche se non quella a cui pensano tutti – fu registrata da Gloria Jones nel 1963. Sarebbe difficile riconoscere qualcosa in comune tra le due versioni, perché sono del tutto diverse eccetto nel testo. Se la sorellina più famosa è dura, triste e sconvolta nel rendersi conto della rottura in corso, la versione di Gloria Jones è libera, scoppiettante, una di quelle jam esplosive delle signore di Motown che mettono al loro posto un uomo immeritevole. In classifica non ebbe successo, e un simile fato colpì la riedizione del 1982. Ma quando Marc Almond, ascoltandola casualmente, se ne innamorò a prima vista, venne incisa nella pietra la storia del synthpop

Di Tainted Love, allora e per sempre, piace la sua versatilità, che permette alla canzone di applicarsi a quasi tutte le situazioni. Gli Scorpions la suonano urlata e furiosa, con chitarre che paiono rombi di motore; Marylin Manson rallenta il tempo in una melodia glaciale e gotica (paradossalmente, però, usata in nell’apertura del film per adolescenti “Non È Un’Altra Stupida Commedia Americana“), mentre Hannah Peel, per la colonna sonora di American Horror Story: Apolcalypse, la trasforma quasi in una ninnananna, accompagnata da un inquietante carillon. Una canzone che può fare tutto, e il suo potenziale emerge solamente grazie ai Soft Cell.

L’indipendenza dei Soft Cell

E come la loro hit, anche i Soft Cell diventano il gruppo che fa quello che vuole e si adatta ad ogni contesto. Sulla loro Say Hello, Wave Goodbye, presente assieme a Tainted Love nella tracklist del debutto LP Non-Stop Erotic Cabaret, viene descritta con queste parole dal critico e giornalista pop Alexis Petridis.

Vorrebbe essere una storia d’amore eterosessuale, ma viene raccontata in maniera così camp e pungente. Così di vede in televisione questo tizio completamente diverso da tutti gli altri.”

Sesso, eccessi, voyeurismo e prostituzione, ma senza malizia. Marc Almond ha una fascinazione per tutto quello che è strano, inusuale, di nicchia, e nella sua patinata visione artistica l’erotismo occupa una posizione secondaria, solo un corollario dello sguardo d’assieme. Gli piacciono la pelle nera, le riprese al buio, e quando canta canzoni come Sex Dwarf si produce in urli stranianti e agghiaccianti. Sul set del video di Sex Dwarf, nel quale erano presenti anche delle prostitute locali, irruppe la polizia.

Dopo Tainted Love e il cabaret, il successo dei Soft Cell scivolò via, e gli album successivi – altri quattro negli anni ottanta e un comeback, Cruelty Without Beauty, uscito nel 2002 – ebbero meno successo sulle classifiche fuori dall’Inghilterra. Ma chi pensa che la storia dei Soft Cell sia terminata si sbaglia di grosso: dopo vent’anni di pausa, il duo inglese ha annunciato un ritorno sulle scene per il 2022.

L’album, la cui uscita è prevista a febbraio, si intitolerà Happiness Not Included. E in una scena musicale sempre più attenta alle sue vecchie glorie e alla riscoperta dei suoi classici, sono senza dubbio i benvenuti.

(a cura di Flaminia Zacchilli)

— Onda Musicale

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