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Prog rock italiano: una lista di 10 album da ascoltare

Una lista di album che possono permetterci di inquadrare il genere musicale che negli anni ’70 spopolava in Italia.

Il progressive in Italia ha avuto una grandissima diffusione negli anni ’70 e sono nate moltissime band capaci di portare la scena nostrana a livello internazionale. L’eco del progressive italiano è stato forte nei decenni a venire: negli anni ’80 è nato il neo progressive e negli anni ’90 la wave ha vissuto una nuova fase. Molti ascoltatori sono addirittura concordi nel dire che probabilmente il prog italiano ha saputo superare per certi versi quello inglese. Come ogni genere che si rispetti il progressive ha dei “must”: ci sono band ed album che vanno ascoltati per addentrarsi nell’ascolto. Ecco alcuni album da sentire assolutamente per conoscerne meglio la storia e l’impatto.

1) Crac! degli Area (1975)

Crac! è il terzo album degli Area, pubblicato nel 1975. Si tratta del lavoro più famoso della band di Demetrio Stratos che all’epoca aumentò la popolarità del gruppo in Italia grazie alle canzoni contenute al suo interno. Fino allo scioglimento della band molte track dell’album come “L’elefante bianco”, “La mela di Odessa” e “Gioia e rivoluzione” sono diventate presenze fisse ai concerti. Il segreto di questo disco è nella linearità capace di rendere accessibile il genere a chiunque. “Crac!” precede di un anno l’inizio della carriera da solista del frontman italogreco Demetrio Stratos che si sarebbe dedicato dal 1976 ad album puramente sperimentali.

2) Banco del Mutuo Soccorso di Banco del Mutuo Soccorso (1972)

Banco del Mutuo Soccorso rappresenta l’esordio dell’omonima band ed è stato pubblicato nel maggio del 1972. La particolarità sta anche nella riconoscibile grafica del vinile: un salvadanaio con una placca con sopra inciso il nome della band dell’illustratore Mimmo Mellino. L’album parte con Ariosto e R.I.P. e tanto basta per comprendere quanto sia variegata la musica del Banco del mutuo soccorso: se la prima ha ritmi da musica folkloristica medievale, la seconda ha una ritmica molto contemporanea. Con “Metamorfosi” invece si sente l’anima sperimentale del Banco. Infine c’è “Il Giardino del Mago”, diviso in 4 parti.

3) Storia di un minuto della PFM (1972)

Si tratta del primo e fortunato album della PFM, capace di portare la band al successo nazionale e internazionale. Il disco segue la giornata di un uomo, dal risveglio fino al sonno: ripercorrendo i sentimenti che lo investono nell’arco della giornata. Il folk incontra un ritmo rockeggiante e i sintetizzatori in questo capolavoro. Ancora oggi i Pfm continuano a fare concerti e ad aggiungere alla loro formazione grandi nomi, di recente la band milanese ha dedicato un tour a Fabrizio D’Andrè, con il quale hanno condiviso parte dei loro live e alcuni loro lavori.

4) Felona e Sorona de Le Orme (1973)

All’uscita di questo album, Le Orme avevano registrato un enorme successo l’anno prima grazie a “Uomo di pezza”. In Felona e Sorona, il trio veneto cambia stile rispetto il lavoro precedente puntando a un concept album fantascientifico. Nel corso dell’ascolto sentiamo delle vicende di due pianeti che vivono l’uno all’opposto dell’altro: nelle tenebre e nella luce. L’album tocca diverse tematiche nascoste dietro la sua natura fantascientifica.

5) Napoli Centrale di Napoli Centrale (1976)

Un lavoro che vede fondersi folk, rock, jazz e funky in lingua napoletana. I Napoli Centrale di James Senese consegnano all’ascoltatore un album ricco di scene improvvise e sorprendenti e con testi che raccontano degli ultimi della società.

6) Forse le lucciole non si amano più di Locanda delle Fate (1977)

Un album che esce nel momento in cui il prog è al tramonto. “Forse Le lucciole non si amano più” è molto simile ai primi album dei Genesis e ricalca le origini del prog rock italiano nelle sue sonorità. Album capace di essere malinconico e sorprendente e di narrare di un tempo che non tornerà mai più, nel quale l’ascoltatore si immedesimerà per qualche ragione.

7) Alphataurus degli Alphataurus (1973)

Questo lavoro sancisce il distacco degli Alphataurus dalle sonorità dei primi lavori. Alphataurus nasce come un 33 giri senza troppe pretese e non sortisce alcun successo commerciale degno di nota, tuttavia ancora oggi è annoverato tra i dischi fondamentali del prog. I brani sono solo cinque dalle alternanti atmosfere che riescono a mantenere l’attenzione dell’ascoltatore: si parte dal melodico, passando per il pop rock e finendo con ritmi molto più sinfonici.

8) Quella vecchia locanda di Quella vecchia locanda (1972)

La formazione romana offre al suo esordio un album che come tema principale ha il viaggio. L’utilizzo di strumenti classici è una peculiarità di questo lavoro: sono impiegati sia il violino che il flauto. L’album ripercorre la storia di un uomo che lascia la vecchia vita per andare verso l’ignoto: un tema molto ai giovani che scappavano di casa per fare nuove esperienze anche ispirati dalla ripresa dei romanzi beat di una quarantina d’anni prima.

9) Ys di Balletto di Bronzo (1972)

Sebbene Ys sia uscito nel 1972 pare che già da tempo fosse nei progetti della band.  L’atmosfera è inquietante e a tratti dark. Tra gli strumenti che contribuiscono a rendere l’album molto cupo ci sono organi e campane accompagnati da chitarra e spinetta. Il suono si evolve nel corso dell’album toccando in parte l’hard rock e rifacendosi poi al prog inglese. L’album si chiude con “Epilogo” che rispetta il canone progressive. Nota di merito va a Gianni Leone, tastierista e mente che ha concepito questo capolavoro del prog italiano.

10) Aria di Alan Sorrenti (1972)

Prima di raggiungere la popolarità con “Figli delle stelle”, Alan Sorrenti ha dato vita ad uno dei lavori più importanti del prog italiano. In “Aria” opta per un mix tra musica folk e psichedelica, che solo dopo viene classificato come prog. Il merito di Sorrenti è di distanziarsi dai tratti stereotipici del genere. Suoni ancestrali incontrano il folk, lo psichedelico e il jazz di Albert Prince regalando un’esperienza piacevole all’ascoltatore. Un Sorrenti diverso, a tratti quasi irriconoscibile, dall’artista destinato a entrare nella storia del pop italiano.

https://youtu.be/EOHCJkcQijo

(articolo di Francesco Fatone)

— Onda Musicale

Tags: Area, Le Orme, Demetrio Stratos, PFM
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