Kurt Cobain è una delle figure più iconiche nella storia del rock, in particolare del genere denominato “grunge”.
Attraverso il suo oscuro lato artistico e la sua geniale capacità di scrivere, Cobain è riuscito a ipnotizzare un’intera generazione e ad affermarsi come portavoce della Generazione X. Tuttavia, questa non era una posizione in cui Cobain si sentiva a suo agio, così come non a suo agio con il livello di notoriatà che i Nirvana avevano acquisito dopo l’uscita di “Smells Like Teen Spirit” nel settembre 1991.
Insieme, entrambi questi due aspetti, probabilmente hanno contribuito a tracciare il tragico epilogo della sua vita, culminato con la sua morte (per suicidio) avvenuta il 5 aprile del 1994 a Seattle. (leggi l’articolo) Il che è stato un’immensa tragedia, ma grazie alla sua geniale abilità musicale e al suo grande genio creativo, Kurt Cobain vivrà in eterno nel cuore di tutti noi.
Cobain: uomo semplice e modesto?
Questa natura modesta e da uomo qualunque è ciò che ha davvero reso unico Kurt Cobain ai suoi fan. A parte l’uso massiccio di droghe, Cobain ha rovesciato lo stereotipo della rockstar classica. Non si preoccupava di promuovere se stesso ed è sempre rimasto fedele alle sue convinzioni. Fedele al suo personaggio, il leader dei Nirvana ha rifiutato di fare il bis alla cerimonia dei MTV Unplugged del 1993 poiché pensava che la band “facesse schifo“. Il che, ovviamente, non era vero.
In aggiunta al fatto che Cobain era (forse) la rockstar più umana che il mondo abbia mai conosciuto e che ha scritto una quantità infinita di grandi classici rock, c’era che un Cobain interprete della chitarra suonata che ha voluto personalizzare fortemente. E lo ha fatto utilizzando accordi suonati con il barrè, con distorsione e chorus.
Il suo suono della sua chitarra (spesso una Fender Jaguar del 1965) è stato copiato molte volte nel corso degli anni da molti chitarristi che lo hanno sempre considerato “potente“. Certamente il suo modo di suonare si è ispirato a Neil Young. I suoi assoli (semplici ma incisivi) riuscivano a fondere il melodico con la distorsione, creando uno stile modermo. Unendo punk, rock e pop, ha ispirato molte band e molti chitarristi. Ciò premesso, non sorprende che si sia, a sua volta, ispirato ad altri musicisti iconici. Scopriamo quali.
Roger “Buzz” Osborne (Melvins)
L’amore di Cobain per i Melvins è ben noto e infatti Kurt ha anche prodotto una parte del disco “Houdini “del 1993 in cui suona la chitarra nella traccia “Sky Pup“. In effetti è stato grazie e Buzz Osborne (il chitarrista dei Melvins) che i Nirvana hanno conosciuto il loro futuro batterista, Dave Grohl. Nelle tracce musicali più “ruvide e sporche” dei Nirvana si sente chiaramente l’influenza di Buzz Osborne come ad esempio nei brani “Love Buzz”, “Scentless Apprentice” o “Heart-Shaped Box” dove si sente l’uso massiccio costante di un fuzz (particolare tipo di distorsore) da parte di Cobain.
Greg Sage (The Wipers)
I Wipers sono una punk band cult nel vero senso della parola. Formatisi a Portland nel 1977 con il loro sound dedisamente innovativo hanno davvero contribuito alla nascita della New Wave e successivamente dell’Alternative Rock. Quindi non sorprende che Cobain fosse un loro grande fan. Guidati dall’irriverente Greg Sage, i Wipers erano una band che avrebbe meritato di più di quanto abbia realmente raccolto ma, come succede spesso a chi è in anticipo sui tempi, hanno perso la loro occasione. Sage aveva un suono melodico ma confuso, e ascoltando qualsiasi brano della band si capisce bene a chi si siano ispirati i Nirvana ma anche i Hüsker Dü.
“I primi due album (dei Wipers) erano totalmente classici e
hanno influenzato i Melvins e tutte le altre band punk rock.
Sono un’altra band che ho cercato di assimilare“
(Kurt cobain)
Jimmy Flemion (The Frogs)
Un’altra band che Cobain amava motlo erano The Frogs, formazione rock formatasi nel 1980 a Milwaukee. Era strana band composta dai due fratelli Jimmy e Dennis Flemion e sono ritenuti un gruppo polarizzante che fonde il punk con il pop eccentrico e lo trasforma in qualcosa di veramente unico. A parte i Nirvana, si sono ispirati a loro Jeff Beck, Eddie Vedder e gli Smashing Pumpkins, dimostrando quanto sia stato sostanziale il loro impatto negli anni ’90. Jimmy Flemion (il chitarrista della band) utilizzava spesso la chitarra acustica cercando di farlo in un modo poco convenzionale. La sua influenza è piuttosto evidente in brani come “About A Girl” (1989) e “Pennyroyal Tea” (1994).
John Lennon (The Beatles)
Se Kurt Cobain non fosse stato ammaliato dai Beatles da bambino probabilmente non sarebbe diventato l’icona di cui parliamo oggi. La sua abilità per le melodie orecchiabili deriva senza dubbio dall’ascolto massiccio dei Beatles, in particolare di John Lennon. Il modo in cui Lennon scriveva semplici melodie per chitarra e poi le addensava con la sua voce è forse la caratteristica distintiva non solo del lavoro con la chitarra di Cobain, ma anche del suo modo di scrivere le canzoni nel suo insieme. Ad esempio, le somiglianze nello stile di scrittura tra “Norwegian Wood” (1965) e “All Apologies” (1994) lo dimostrano piuttosto chiaramente. In particolare, “In My Life“, (contenuto in Rubber Soul), occupava un posto speciale nel cuore di Cobain al punto che venne suonata durante il suo funerale nel 1994. Un anno prima, Cobain aveva rivelato alla rivista musicale Rolling Stone di aver trovato uno spirito affine nella vita e nella musica di John Lennon. Queste le sue parole:
“John Lennon era sicuramente il mio Beatle preferito, senza dubbio.
Non so chi abbia scritto quali parti delle canzoni dei Beatles,
ma Paul McCartney mi mette in imbarazzo. Lennon era
ovviamente disturbato (ride). Quindi potrei relazionarmi con lui.”
James Williamson (The Stooges)
In termini di chitarristi alternative rock moderni, sarebbe difficile trovare un musicista che non sia stato influenzato dal secondo chitarrista degli Stooges, James Williamson. Lui era bravo sia sulla chitarra acustica che sull’elettrica, che spesso mescolava fra lro nelle tracce. Williamson ha influenzato generazioni di chitarristi con il suo modo di suonare intenso, a tratti sfocato e implacabile. Il lavoro di Williamson nel disco Raw Power (1973) continua a stupire ancora oggi, ed è evidente in brani come “Aneurysm” a “On a Plain“.