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Tastieristi: 10 importanti nomi da (ri)scoprire

Il tastierista inglese Keith Emerson

Quando si fa una classifica non è mai una cosa facile perché, la maggior parte delle volte, ci si dimentica qualcuno. Questa classifica è puramente soggettiva, nata solo per delineare qualche nome.

Diamo quindi una brevissima occhiata a dieci artisti che si sono particolarmente distinti per la loro abilità, tocco ed intelligenza nel mondo dei tasti bianchi e neri.

Keith Emerson

Mi sembra giusto iniziare da uno dei grandi nomi del prog caduto in quell’anno maledetto per la musica che è stato il 2016. (leggi l’articolo) Profondo estimatore di musica classica e tastierista decisamente fuori dagli schemi, Emerson cavalcava ed “accoltellava” il suo Hammond, Keith divenne famoso per la sua militanza nei Nice e negli Emerson, Lake & Palmer così come per il suo lavoro da solista e da compositore di colonne sonore (chiedere a Dario Argento). Nel marzo del 2016 Keith Emerson si suicida nella sua casa a Santa Monica a causa del profondo stato di depressione in cui versava dopo che la malattia l’aveva obbligato a suonare con otto dita ed era anche destinato a peggiorare. (leggi l’articolo) A dicembre dello stesso anno scompare anche Greg Lake, basso, chitarra e voce, stroncato da una malattia che lo affliggeva ormai da anni. (leggi l’articolo)

Rick Wakeman

Esibitosi nel 2017 fa a Trento in un memorabile concerto per pianoforte (leggi l’articolo) Wakeman è un altro dei grandi nomi del progressive rock inglese. Un nome indissolubilmente legato agli Strawbs, ma soprattutto agli Yes e scusate se è poco. Famoso per le sue tante collaborazioni, in particolare con l’amico David Bowie, Wakeman è anche un grande solista, grazie ad album maestosi come “The Six Wives of Henry VIII”, “The Myths and Legends of King Arthur and the Knights of the Round Table” e“Journey to the Centre of the Earth”.

Jon Lord

Se si nominano i Deep Purple il primo nome che viene in mente è quello del celebre chitarrista Ritchie Blackmore o il cantante Ian Gillan, ma se non fosse stato per le tastiere di Lord, non si sarebbero potuti ascoltare pezzi memorabili come Burn oppure Child in TimeOltre ai Deep Purple, con i quali ha inciso più di 15 album, Jon Lord ha collaborato anche con gli Artwoods, i Whitesnake, non per nulla anche David Coverdale transitò per i Deep Purple, Tony Ashton e gli Hoochie Coochie Men senza dimenticare la sua carriera solista. Lord muore il 16 luglio del 2012 all’età di 71 anni dopo una lunga malattia. Due anni dopo viene pubblicato un album tributo, Celebrating Jon Lord, con artisti del calibro di Rick Wakeman e Bruce Dickinson (Iron Maiden).

Steve Porcaro

Spesso si nominano i Toto ma non viene quasi mai ricordato Steve Porcaro, uno dei fondatori della band americana. Porcaro è comunque uno dei pilastri fondamentali del sound della band. Oltre ai Toto, con i quali ha inciso più di dieci album, Steve Porcaro ha anche collaborato con Michael Jackson, Yes (“Union”) e Gary Wright pubblicando un album solista, Someday/Somehow, nel 2016. Al suo fianco c’è un altro membro fondatore dei Toto. il tastierista David Paich autore della famosissima Africa. L’intesa tra i due è incredibile ed un buon esempio, rimanendo in tema di grandi classici, è l’intramontabile Rosanna.

Tony Banks

Tra i co-fondatori dei Genesis verso la fine degli anni ’60 assieme a Peter Gabriel, Anthony Phillips, Mike Rutherford e Chris Stewart, Banks è apprezzato per la sua lunghissima militanza nei Genesis,  dove ha suonato sia le tastiere che la chitarra ed il bassoDopo l’uscita di Gabriel è Phil Collins a diventare il leader della band, ma anche Banks si ritaglia un ruolo da protagonista che, pare, porti all’abbandono di Steve Hackett dovuto proprio agli screzi con il tastierista. Oltre ai Genesis, Tony Banks è anche un solista che ha collaborato, tra i tanti, con Fish ex – vocalist dei  Marillion, una delle massime espressioni del neo – progressive inglese.

Richard Wright

Appassionatosi di musica, in particolare il jazz, dopo un incidente che gli causò la frattura di una gamba, Wright sviluppa subito uno stile personale a cui abbina anche altri strumenti come chitarra, tromba, basso, e altri. Negli anni ‘60 comincia a suonare con altri ragazzi dell’università fino al momento in cui incontra un giovane studente che cambierà il suo destino: Syd Barrett. Correva il 1965 e quel gruppo di giovani studenti in seguito darà vita ad una delle band più amate di tutti i tempi: i Pink Floyd.  Insieme a Wright e Barrett vi erano anche Roger Waters e Nick Mason. Collaborò anche con i Zee, con David Gilmour e con Syd Barrett per i suoi due album solisti, The Madcap Laughs e Barrett”.  Incise anche due album come solista. (Wet Dream e Broken China)

Wright muore il 15 settembre del 2008 a causa di un cancro e, nel 2014, i restanti Floyd pubblicano The Endless River”, autentico tributo all’amico scomparso realizzato con molte tracce registrate dallo stesso Wright in occasione della realizzazione di “The Division Bell”. Molto commoventi le sue immagini nel video Louder Than Words.

Claudio Simonetti

Il nome di Simonetti rimarrà sempre e comunque legato a quello dei Goblin, inclusi i Daemonia, il Simonetti Horror Project e tutte le varie declinazioni, ed a quello del cinema horror italiano grazie a Dario Argento (vedi Profondo Rosso e Suspiria) e Lamberto Bava (Demoni). Apprezzato solista, Claudio Simonetti ha sempre respirato la musica, visti gli studi classici ed il padre direttore d’orchestra. Ha  suonato prima ne Il Ritratto di Dorian Gray, un trio in stile EL&P, e dopo negli Oliver con i futuri Goblin Massimo Morante (chitarra) e Fabio Pignatelli (basso). Ed è proprio con questi musicisti che divide la celebrità e gli screzi, diventando delle vere e proprie icone. Famosi per la quasi totalità di brani strumentali, i Goblin introduco il cantato  nel disco Il fantastico viaggio del ‘bagarozzo’ Mark del 1978 .

Vittorio Nocenzi

Altro nome fondamentale del progressive rock italiano, visto il suo ruolo di fondatore del Banco del Mutuo Soccorso. Il tastierista, assieme al fratello Gianni, si è comunque sempre distinto per la sua abilità, anche come solista, e per gli intrecci tastieristici che ha saputo creare magistralmente. Un esempio? Traccia II tratta da Io sono nato libero del 1973 (leggi qui l’articolo).

Jordan Rudess

Membro fisso del gruppo progressive metal dei Dream Theater dal 1999, Rudess è un autentico virtuoso dello strumento. Soprannominato The Wizard, Rudess riesce ad ottenere dei suoni incredibili dalle sue tastiere e dal keytar. Oltre ai Dream Theater Rudess è riconducibile anche ai Liquid Tension Experiment (ovviamente con altri componenti dei DT) per non parlare della vasta discografia da solista e le collaborazioni con nomi del calibro di David Bowie, Vinnie Moore e Steven Wilson. Una piccola curiosità che esula leggermente dal mondo delle tastiere è il fatto che Rudess avrebbe potuto suonare la batteria in The Wall dei Pink Floyd (leggi qui).

Ray Manzarek

Se si parla dei Doors è inevitabile citare il leader Jim Morrison, ma anche il tastierista Ray Manzarek non era certo da meno vista la sua abilità e la sua firma in molte hit comeLight My Fire, Riders on the Storm, L.A. Woman e tante altre. Un’altra particolarità di Manzarek è stata quella di riuscire ad ovviare alla mancanza di un bassista grazie al suo fidato Fender Rhodes Piano Pass, con il quale emulava il suono delle quattro corde del basso. Dopo la morte di Morrison avvenuta il 3 luglio del 1971, e il successivo scioglimento della band, Manzarek si dedicò alla sua carriera solista realizzando più di 15 album. L’ultimo di questi, Twisted Tales, risale al 2014. Nel 2001, il tastierista riesuma la famosa band americana con il progetto The Doors of the 21st Century con Ian Astbury (The Cult) alla voce, Robby Krieger (The Doors) alla chitarra, Angelo Barbera al basso e Stewart Copeland (The Police) alla batteria. Il tastierista muore il 20 maggio del 2013 dopo una lunga battaglia contro il cancro che l’ha portato via all’età di 74 anni.

Questi erano solo alcuni nomi, ovviamente ci sono tantissimi altri fuoriclasse come Vitalij Kuprij e Dave Greenslade, grandi turnisti come Chuck Leavell oppure artisti leggermente più nell’ombra come Mark Kelly (Marillion) o Tony Pagliuca (con Le Orme per tantissimo tempo). Essendo impossibile nominarli tutti, abbiamo deciso di evidenziare coloro che, a nostro giudizio, hanno rappresentato una svolta nel modo di suonare le tastiere.

 

— Onda Musicale

Tags: Jim Morrison, Keith Emerson, Rick Wakeman, Ray Manzarek, Deep Purple, Ritchie Blackmore, Toto, Genesis, Steve Porcaro
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