Musica

Droga, sesso e aneddoti mai confermati nel mondo del rock

|

Avevo appena passato i 18, al liceo combattevo con i professori per uno sputacchiato 6 e Lady D aveva appena lasciato i suoi sogni in un tunnel.

E come lei stava salutandoci anche Videomusic, per lasciar spazio prima a TMC2 e poi a MTV (due tristi surrogati), ed è lì che vidi “The Memory Remains“, il nuovo video dei Metallica. Tinte scure e asfittiche, primi piani fuori fuoco, una giostra impazzita a far rotolare immagini e hard rock. Non certo i grandi Four Horsemen dei bei tempi – “ReLoad” è uno dei loro episodi minori – ma quella donna, la sua nenia ipnotica, i suoi capelli platino e gli occhi celeste lago riuscirono ad ammaliarmi.

C’era un collegamento tra lei e la canzone, che parlava di una celebrità caduta nell’oblio e finita sul ciglio della pazzia? Si, ma lo scoprii solo dopo: Marianne Faithfull era stata una delle icone del rock, una delle più trasgressive e chiacchierate di sempre

Lascereste uscire vostra figlia con un Rolling Stones?“: una locandina con il viso angelico di Marianne Faithfull inondò i muri britannici, una delle campagne stampa più penetranti di sempre. Erano gli anni d’oro del rock, quello che scalfiva il bigottismo imperante dell’aristocrazia e della ricca borghesia londinese. E vedere la Faithfull, che veniva proprio dalla nobiltà (era figlia di una baronessa), farsi corrompere dagli stravizi degli Stones destabilizzò non poco i benpensanti.

Fu un amore a prima vista tra le Pietre Rotolanti e l’appena ventenne, che finì presto schiava della triade sesso, droga e rock and roll, non facendosi mancare nulla. “Sono andata a letto con tutti gli Stones e poi ho scelto il migliore“, Mick Jagger, manco a dirlo. A chi pensate sia dedicata la meravigliosa “Angie“? Proprio a lei, che divenne musa ma anche autrice e cantante, con ottimi riscontri.

Il successo è un ottovolante impazzito, un volo sulle nuvole più alte del cielo, ma precipitare è un attimo. E la Faithfull rimase incatenata in una chiacchiera da bar, di dubbio gusto e piuttosto eccessiva. Dobbiamo tornare a quanto accadde alla festa a casa di Keith Richards, in cui lei fu trovata nuda, con indosso una pelliccia e un mars infilato nel centro del mondo (si, in mezzo alle cosce), e pronto per chiunque volesse assaggiare.

Forse era su di giri, vedi alla voce eroina, forse era davvero nuda, ma quella barretta di cioccolato non c’è mai stata. E come per Maria Schneider e la scena col burro di “Ultimo Tango a Parigi” (che le rimase addosso rovinandole la carriera), anche la Faithfull col tempo ne uscì marchiata a vita, come pessimo esempio per i giovani e simbolo estremo di depravazione, insomma la puttana del rock.

Ci ha messo tanto a ricostruirsi una credibilità da artista, capendo sulla sua pelle che nel bastardo mondo parallelo della musica certe cose agli uomini sono concesse, non alle donne

Piero Pelù che cantava la sigla di Jeeg oppure Gianni Morandi e la sua presunta coprofagia… Ne avevamo già parlato tempo fa in questo articolo, ma di piccole leggende metropolitane sono pieni gli annali. La lunga e leggendaria cavalcata dei Pink Floyd è costellata di aneddoti e storie curiose. Una riguarda la rottura tra Roger Waters e il resto dei suoi compagni.

Punzecchiature, frecciate a distanza, cause in tribunale e chi più ne ha più ne metta… I rapporti tra lo stesso Waters David Gilmour toccarono i minimi storici, al punto da parlare solo tramite avvocati. Non so come, ma si sparse la voce che Waters avesse fatto stampare la faccia del rivale su 150 rotoli di carta igienica, posti nel bagno degli ospiti della sua abitazione. La cosa ebbe così tanto risalto che alla fine un giornalista prese il coraggio a due mani e gli domandò se fosse vera. Waters ci rise su, rispondendo: “E’ falsa, purtroppo. Perché l’idea è cosi bella che mi spiace non averla avuta.” Meglio così.

Tempo fa lessi un’intervista di Neil Strauss (uno dei migliori giornalisti musicali d’oltreoceano)

Non ricordo a chi (l’alzheimer galoppa), ma mi rimase ben in mente come l’artista intervistato fosse convinto che la lingua di Gene Simmons, storico bassista dei Kiss, fosse in realtà quella di una mucca impiantata chirurgicamente. Simmons, noto tombeur de femmes (conserva le polaroid delle migliaia di donne avute durante i post-concerti), ha sempre attirato l’attenzione per l’incredibile lunghezza della sua lingua, oltre che per le doti musicali ovviamente. Ma quella lingua è la sua, non si è fatto innestare alcuna lingua di bovino. Tutte fandonie messe in giro chissà da chi, come quell’altra che riguarderebbe Marilyn Manson: ecco, solo un decerebrato potrebbe credere che si sia fatto sul serio rimuovere due costole per potersi praticare sesso orale.

Non è invece leggenda quello che è capitato a Francis Rossi, il cantante degli Status Quo, una delle band più amate nel Regno Unito

120milioni di dischi venduti e un successo esagerato portarono Rossi fuori traiettoria: migliaia di sterline al giorno spese in cocaina e una dipendenza che non arrivava a sazietà. Sin quando il suo naso decise per lui, aprendosi come una pera marcia. In che senso? Ad un certo punto gli si spalancarono due fori a metà del setto nasale. Il successo col tempo si è affievolito, e per fortuna si è aperta anche l’intelligenza di Rossi, che oggi tiene conferenze sulla pericolosità delle droghe. E mostra a tutti ciò che è capitato a lui ficcandosi un cotton fioc e passando da una parte all’altra del suo naso. Una cosa raccapricciante.

Abbiamo raccontato bufale, storie tra il folle e il verosimile come il “Paul is Dead?” ed altre curiose, ma quella che andiamo a raccontare ha i contorni dell’incredibile, con una sfumatura desolata di malinconia

Mark Chapman pensava di essere la reincarnazione di Dorothy del Mago di Oz. Pensava anche di essere Il giovane Holden di Salinger. Invece era soltanto un pazzo. Non se ne accorse John Lennon quando gli firmò la sua copia di “Double Fantasy“, sembrava un fan come tanti altri. Non lo era, quando John tornò a casa, quel ragazzo gli sparò cinque proiettili addosso, rimanendo lì a leggere il romanzo di Salinger, del resto lui era il giovane Holden. Possibile che nessuno si accorse dei suoi deliri e abbia provato a fermarlo?

No, qualcuno se n’era accorto… Il giorno prima, Chapman è alla stazione della metropolitana, c’è tanta gente, lui al solito delira. I suoi occhi sono spiritati e ferma James Taylor. Si, proprio il James Taylor di “You’ve got a friend” e “Mexico“, lo stesso che era stato scoperto da Paul McCartney e George Harrison, perché si sa il mondo è davvero piccolo anche se sei a New York City. Taylor si accorge subito che quel giovane non ha tutte le rotelle a posto, vaneggia su un incontro con John Lennon, e si allontana in fretta.

Non può sapere cosa accadrà l’indomani… Lo scopre guardando la televisione e per poco non cade in terra. Riconosce quegli occhi, riconosce lo schizzato della metro. A volte la pazzia ci passa vicino, ci sfiora in fretta prima di andare a cambiare la storia altrove. E no, la felicità non è una pistola calda e non lo sarà mai…

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd/Keith Richards/John Lennon/The Rolling Stones/David Gilmour/Mick Jagger/Mark Chapman/James Taylor/Marianne Faithfull/Status Quo
Segui la pagina Facebook di Onda Musicale
Leggi anche

Altri articoli