Musica

George Harrison, il disco di Bob Dylan e il viaggio in India che lo cambia profondamente

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Nel 1966 George Harrison fa il suo primo viaggio in India, terra che lo cambierà profondamente avvicinandolo molto alla cultura e alla religione indiana.

In pochi sano che durante quel viaggio in India George Harrison porta con se un solo disco. Il viaggio – che dura sei settimane – gli cambia la vita per sempre, ma quell’unico album lo tiene legato in qualche modo al mondo occidentale da cui proveniva.

George Harrison e l’incontro con Ravi Shankar

Nel 1965 George e John Lennon, prendono per la prima volta l’LSD, si ipotizza s possa essersi trattato di uno scherzo fatto da qualcuno che mise la droga in una tazza di the. (leggi l’articolo) Tuttavia, George diceva spesso che assumere gli allucinogeni (come l’LSD) apriva la sua mente alla coscienza di Dio. Durante il suo viaggio in India ha sentito spesso le parole “Yogis of the Himalayas“, senza però capire esattamente il loro significato.

L’incontro con Ravi Shankar avviene in un momento perfetto della sua vita

George ha spiegato:

Niente mi dava più entusiasmo. Ho solo pensato, beh, sto cercando qualcosa di davvero, davvero al di là dell’ordinario, del banale. . . . Volevo qualcuno che mi impressionasse, non mi aspettavo che fosse questo piccolo uomo indiano. Ma, sai, le cose buone arrivano a piccoli dosi.”

Shankar insegna a George a suonare il sitar

Ravi Shankar (1920-2012) era un compositore e un famoso suonatore di sitar e diede anche ai Beatles testi religiosi in modo da poter imparare che “Dio è sano“. Le lezioni di Shankar colpiscono profondamente George Harrison. Infatti, ha la sensazione che sia accaduto qualcosa di davvero importante nella sua vita e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per approfondire questo cambiamento.

“Sentivo di voler uscire di casa quel giorno e prendere un biglietto di sola andata per Calcutta. Avrei anche lasciato Pattie in quel momento”

George Harrison
George Harrison porta con se una copia di “Blonde on Blonde” di Bob Dylan

George improvvisamente capisce di avere bisogno di vedere con i suoi occhi il luogo da cui provenivano la musica e la spiritualità che amava così tanto. Poco dopo l’ultimo concerto dei Beatles, George, Pattie Boyd (sua moglie), Shankar e il suo assistente partono per l’India. Inizialmente, nessuno a Bombay lo riconosce, ma le cose cambiano rapidamente al punto da far decidere al gruppetto di cercare un luogo più isolato. Prendono quindi un treno per una delle parti più spiritualmente importanti e appartate dell’India: il Kashmir, “il ritiro dei reali, una terra idilliaca di frutteti e giardini fioriti“. Si stabiliscono a Srinagar, ai piedi delle montagne himalayane e, all’improvviso, George sembra vivere le stesse sensazioni indotte dall’LSD.

Stava vedendo con i suoi occhi dove vivevano gli antichi yogi dell’Himalaya

Da quella località George “guardava l’Himalaya che sorgeva in lontananza e assaporava la libertà dalla vita“, ha scritto J.M. Greene nel libro “Here Comes The Sun: The Spiritual and Musical Journey of George Harrison“. Ogni mattina fa esercizi di yoga e suona il sitar, ad occhi chiusi. Poi legge libri sulla realizzazione di sé e nella pace e nella calma di un’antica terra e scopre insegnamenti che avrebbero cambiato permanentemente il corso della sua vita. George legge il Raja-Yoga di Swami Vivekananda, a proposito del quale disse:

Se c’è un Dio dobbiamo vederlo . . . altrimenti è meglio non credere”

Autobiografia di uno Yogi di Paramahansa Yogananda

In seguito George commenta con queste parole: “Avevo sentito storie di uomini nelle caverne dell’Himalaya che sono molto vecchi e saggi, e di persone che potrebbero levitare . . . storie mistiche che avevano permeato la mia curiosità per anni”. George potrebbe essere caduto in una sorta di dimensione/rifugio spirituale durante il suo viaggio in India, ma non si è mai allontanato dalla musica, anche portando con se il disco di Bob Dylan.

Nel 1977, George confessa al magazine americano Crawdaddy (attivo dal 1966 al 1979) che l’unico disco che aveva portato con sé, insieme a tutti i suoi dischi indiani, era Blonde on Blonde di Bob Dylan.

La musica ha un ruolo importante nel viaggio spirituale di George

È stato un bene che George abbia portato Blonde on Blonde con sé in India. Una delle cose più significative che ha imparato durante il suo viaggio è che Dio è sano. Si potrebbe raggiungerlo suonando gli accordi giusti. “Il modo in cui lui ha raggiunto il suo io interiore, sembrava, era lo stesso modo in cui aveva raggiunto il suo sé esteriore, attraverso la musica”, scrive Greene nel suo libroHere Comes The Sun: The Spiritual and Musical Journey of George Harrison“.

Le parole di Ravi Shankar

La nostra tradizione ci insegna che il suono musicale e l’esperienza musicale sono passi verso la realizzazione del sé stessi. Lo scopo più alto della nostra musica è quello di rivelare l’essenza dell’universo che riflette, e i raga sono tra i mezzi con cui questa essenza può essere appresa.”

Il suo ritorno a Londra

Quando George torna a Londra, non è del tutto contento di dover fare la solita vecchia musica con i Beatles. Tuttavia, mette in pratica ciò che Shankar gli ha insegnato. Non sta facendo la musica che vuole, ma almeno si è avvicinato a Dio.

— Onda Musicale

Tags: The Beatles/Bob Dylan/Pattie Boyd
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