Ogni anno, più o meno a metà Ottobre, una domanda senza mai risposta si mormora su Internet e nelle chiacchierate tra amici. The Nightmare Before Christmas, il film di Henry Selick del 1993 che tutti associano a Tim Burton, è un film di Natale o di Halloween?
Il dibattito sembra eterno, e nessuna fazione potrebbe mai spuntarla; ma se c’è un punto a favore della Festa degli Spettri è la colonna sonora, ritenuta tra le migliori del canone Disney.
In quanto film d’animazione gotico e più vicino a un pubblico adulto dei contemporanei del Rinascimento Disney, The Nightmare Before Christmas ha avuto (e ha tuttora) una sua nicchia sicura nella cultura pop. Come i succedanei Coraline e Wendell & Wild, fresco d’uscita su Netflix, è diventato un portale d’ingresso per le atmosfere di Halloween e per chiunque ami il macabro: finché esisterà il gotico, esisterà un amore per The Nightmare Before Christmas. E da qui nasce Nightmare Revisited, progetto che vede la luce nel 2008. Le musiche che tutti conoscono, per un pubblico che anche da adulto sceglie di credere ai fantasmi.
Le voci di Nightmare Revisited
Per un progetto chiaramente creato per capitalizzare sulle mode edge-mo e scene di fine anni duemila, Nightmare Revisited sceglie bene i suoi nomi. Personaggi che flirtano con l’orrido e il malinconico sin dal debutto e si armonizzano con lo stile Danny Elfmann e il pubblico che possa saperli apprezzare. Nasce, innanzitutto, dalla consapevolezza che The Nightmare Before Christmas è un fenomeno pop e ha un pubblico che ascolta innanzitutto un certo tipo di musica,
La traccia che ricordano tutti è la rivisitazione di This Is Halloween, forse ultimo lavoro di Marilyn Manson ancora in stato di grazia
L’originale This Is Halloween è un numero d’assieme, cantato da decine di personaggi tutti diversi, mentre Manson canta da solo tutto il tempo. Si serve però di affettazioni, effetti vocali e ringhi per interpretare via via una voce diversa, e riesce a dare al suo one man show un senso di affollamento e coinvolgimento difficile per una sola persona. Cerca di imitarlo, riuscendoci a metà, Jonathan Davis dei KoЯn. A loro è affidata Kidnap The Sandy Klaus, prima villain song del film e originariamente cantata da tre bambini molto cattivi. D’altra parte se quei bambini crescessero è altamente probabile che potessero apprezzare proprio i KoЯn. Le affettazioni più immature della loro cover, come la sguaiatezza e il molto datato ringhio metalcore, quindi, funzionano.
Alti e bassi
Ci sono quelli che vanno avanti per puro carisma, come il coinvolgente Zach de la Rocha a comando di Making Christmas. L’elemento maturo ed esperto della compagnia, che si presta a un progetto del genere con un’autoironia rispettabile. E poi c’è lei, Amy Lee degli Evanescence, che non si limita a interpretare la languida Sally, ma lo diventa. La combinazione tra musica emo-rock e colonna sonora di Halloween raggiunge qui il suo picco, e un altro dei momenti più riusciti dell’esperimento Nightmare Revisited.
Il punto più basso di Nightmare Revisited è la cover di Poor Jack, il primo brano solista del protagonista
I suoi difetti si possono riassumere in una sola frase: al posto di Danny Elfmann, al canto, c’è Nick Wheeler dei The All-American Rejects. E Wheeler, nonostante cerchi di darsi un tono da terrificante padrone di casa, è ancora un cantante puramente emo e non può smettere di esserlo per una giornata. Si può apprezzare l’impegno, ma non funziona. Se il cantante degli Oingo Boingo riusciva a comunicare il dolore, e l’alienazione del Re degli Spettri, Wheeler canta come farebbe sempre per le sue problematiche Il fatto che due anni prima Josey Scott dei Saliva era stato un maestro di cerimonie da paura più convincente in Ladies And Gentlemen è tutto dire.
Nightmare Revisited è figlio dei suoi tempi, ed è l’affetto per quei tempi, più che per The Nightmare Before Christmas, a costituire il suo fascino. Perché allora non concedersi un viaggio nel tempo, in occasione di Halloween?
Tirate fuori l’eyeliner pesante e la lacca per capelli – questa è la notte del terrore.