Musica

Album che hanno fatto la storia (parte 5)

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Ecco il quinto appuntamento di questa serie sui generi musicali, ci apprestiamo ad effettuare il “giro di boa” parlando di un genere un po' più estremo: l' heavy metal.

Il metal è un genere che deriva dall'hard rock, e si distingue per delle sonorità aggressive e da un suono potente ottenuto aumentando l'amplificazione e la distorsione delle chitarre, dei bassi e talvolta anche delle voci.

Già popolare negli anni settanta e ottanta con l'andare del tempo il metal ha sviluppato molti sottogeneri (alcuni più melodici e altri molto più estremi). Questo genere ha visto nascere un movimento (detto movimento metal) prevalentemente apolitico, che sfruttava i simboli di rottura con la morale in vigore.

 

Genere: Heavy Metal

Album: Iron Maiden

Autore: Iron Maiden

Data Pubblicazione: 14 aprile 1980

 

Questo primo lavoro degli Iron Maiden ebbe una gestazione piena di ostacoli in quanto il gruppo dovette scontrarsi con il movimento punk inglese che in quegli anni era padrone della scena musicale. Le case discografiche infatti non volevano pubblicare il disco a causa del molto più, ai tempi, popolare punk rock.

Le stesse case proposero agli Iron Maiden di cambiare il loro genere (!), ma i membri del gruppo non mollarono ed investirono tutte le loro risorse e le loro fatiche per far conoscere il loro nome e il loro genere al pubblico.

Fu così che la EMI accettò di far firmare loro un contratto che permise l'uscita del disco di debutto, queso momento rappresenta un'importante tappa per la neonata corrente del British Heavy Metal.

La formazione originale degli Iron Maiden era composta da Paul Di'Anno (voce), Dave Murray (chitarra), Dennis Stratton (chitarra, cori), Steve Harris (basso, cori) e Clive Burr (batteria)

Running Free è la terza canzone dell'album, prima canzone estratta come singolo e pubblicata come tale nel febbraio 1980. Secondo il cantante Paul Di'Anno il brano era “una vera canzone autobiografica, anche se naturalmente non ho mai passato una notte in un carcere di Los Angeles. Parla di un ragazzo sedicenne che corre libero come un pazzo”.

Questa canzone è considerata uno dei pezzi tradizionali della band che ancora oggi la esegue dal vivo, durante i concerti il cantante Bruce Dickinson nomina tutti i membri del gruppo durante il lungo assolo di basso.

La copertina del singolo è diventata famosa in quanto ritrae per la prima volta la mascotte della band, Eddie, anche se appare con il viso oscurato. I Maiden volevano che la faccia fosse resa visibile solo alla pubblicazione dell'intero album. Ironicamente, la copertina del disco live pubblicata nel 1985 fu la prima a non veder comparire la mascotte.

Il secondo brano estratto come singolo fu Sanctuary, pubblicato nel maggio 1980. Esso era il settimo pezzo del disco.

Una delle prime versioni di questo pezzo comparve nella raccolta Metal for Muthas, realizzata dalla band quando era composta da quattro membri e con Doug Sampson alla batteria. La raccolta non ebbe grande successo, infatti la rivista Sounds ne fece una recensione molto negativa. La stessa rivista però la apprezzò descrivendo la canzone come “allettante per il prossimo album del gruppo”.

La versione definitiva venne registrata durante le esecuzioni dell'album di debutto e, secondo il chitarrista Murray, era cento volte meglio della versione originale. La canzone non è da attribuire a Murray, nonostante tuttora venga accreditata a lui, ma è stata scritta dal chitarrista Rob Angelo (membro dei Maiden nel 1977) il quale venne pagato 300 sterline per i diritti sulla canzone.

La copertina del singolo era alquanto curiosa ed è stata oggetto di molte controversie. Si vedeva infatti la mascotte Eddie agitare un coltello accovacciato sul cadavere dell'allora primo ministro Margaret Thatcher.

Il manager della band Rod Smallwood suggerì alla EMI di pubblicare la copertina censurando il viso della Thatcher “perché così facendo si sarebbe ritagliato un angolo per i tabloid, attirando l'attenzione su di essa”. Il tentativo ebbe infatti successo: il Daily Mirror riportò un articolo sul singolo pubblicando la copertina non censurata con il titolo: “È omicidio! Maggie aggredita dal rock

Nell'album ci sono altre canzoni molto celebri come Transylvania, che inizialmente doveva anche avere un testo, ma che venne apprezzata e lasciata così dalla band dopo averla provata senza liriche. Charlotte the Hariot invece è l'unico brano accreditato solamente a Murray ed è la dedica dello stesso Murray ad una prostituta chiamata Charlotte. Il disco infine si chiude con la title-track eseguita tuttora in tutti i concerti della band come brano di chiusura.

Concludendo questo nostra tappa possiamo affermare che questo album ha decisamente fatto la storia dell'heavy metal, perché nonostante le difficoltà e gli ostacoli riuscì comunque ad affermarsi diventando disco d'oro in Germania e disco di platino in Canada e Regno Unito.

La prossima tappa sarà quella dedicata al Punk, con i grandissimi Ramones

 

 

Renzo Tomasi – Onda Musicale

 

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— Onda Musicale

Tags: Iron Maiden/Heavy metal/Renzo Tomasi
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