Big Mama è l’anello di congiunzione tra Elvis e Janis Joplin, un monumento eterno alla storia del rock.
Gli inizi
Big Mama Thornton è una delle figure più influenti di tutta la storia del rock, anche se non avete mai sentito parlare di lei. Nata Willie Mae Thornton ad Ariton, Alabama, nel 1926, Big Mama fu tra le prime donne a far capire ai maschi dell’epoca come si canta il rock.
La Thornton fu introdotta alla musica allo stesso modo di altre influenti icone blues: attraverso la chiesa. Suo padre era un ministro battista e sua madre una cantante che morì tragicamente, così Big Mama dovette lasciare la scuola e trovare lavoro. Successivamente lasciò la casa e, nel 1940, si unì a una delle band più cool del Paese, la Hot Harlem Revue di Sammy Green. Aveva 16 anni.
Big Mama ha iniziato ad essere una stella da questo punto in poi. Dopo alcune prime esibizioni è stata nominata la “nuova Bessie Smith”, una dei suoi idoli. Infatti, è stato guardando i concerti dell’”imperatrice del blues” che ha imparato il mestiere.
A questo punto è chiaro che Big Mama non aveva solo preso le movenze e la voce delle grandi cantanti di blues del passato, ma anche il testimone della lotta all’emancipazione dei neri americani e delle donne. Attraverso la sua musica, e la sua voce graffiante, poteva raggiungere milioni di persone.
Sarebbe stato bello se
All’inizio vi ho citato Elvis. Che c’entra, direte voi? Be’, Big Mama, nel 1951, firma con la Peacock Records e incide un brano che il Re renderà leggendario. Scritto da Jerry Leiber e Mike Stoller, Hound Dog fu registrata per la prima volta proprio da Big Mama, e la sua versione è quanto meno graffiante. Di fatto si può dire che la canzone sia stata scritta appositamente per lei.
Dice Leiber del suo primo incontro con la cantante:
Abbiamo visto Big Mama, e mi sembrava la più grande, la più graffiante, la più eccitante pollastrella [sic!] che si possa vedere. E lei era cattiva, una “signora orso”, come le chiamavano. Doveva pesare 150 chili, e aveva tutte queste cicatrici sul viso.”
Hound Dog fu un successo strepitoso, con quasi un milione di copie vendute e il numero uno nella classifica r&b di Billboard. Ma, come detto, una donna, per giunta nera, aveva un tetto che le bloccava la scalata al vero successo e i proventi delle vendite non furono assolutamente adeguati.
Fu solo grazie alla versione di Elvis che il brano divenne la Hound Dog che tutti conoscono, ma gli stessi autori non ne furono poi così contenti. Cioè, al netto dei soldi guadagnati, la versione di Elvis fu meno cattiva e meno potente, anche se ebbe il merito di scavalcare i confini tra musica bianca e musica nera.
Ma molto più interessante è il giochino che le hanno inflitto alla fine degli anni ’60.
E come se non bastasse…
Ho citato anche Janis Joplin, e ora la chiamo in causa. O meglio, lei non so quanto ci potesse fare qualcosa, ma alla fine è coinvolta. Un altro brano eccezionale di Big Mama fu Ball ‘n Chain registrato nei primi ’60 per la Bay-Tone Records. Il brano non venne mai pubblicato fino al 1968, cioè dopo che Janis Joplin registrò la sua versione.
Ovviamente l’incisione di Janis vendette milioni di copie, e fin qui non ci sarebbe quasi nessun problema
Ma la Bay-Tone trattenne tutti i diritti sul brano (scritto da Big Mama) fino a DOPO l’uscita del disco di Janis, rubandole milioni e milioni di dollari. Non male… C’è da dire, di nuovo, che il rovescio della medaglia fu che Big Mama ricevette anche non poca fortuna e fama dalla registrazione di Janis Joplin, così come fu con Elvis.
Fuori dagli schemi
Un altro aspetto pionieristico dell’arte di Big Mama era che sfidava i costumi sociali e ciò che ci si aspettava da lei. Faceva quello che voleva. Avrebbe potuto cantare come la contemporanea Ella Fitzgerald, ma non le interessava affatto.
Diceva di sé:
Il mio canto viene dalla mia esperienza. Non ho mai avuto nessun insegnante. Non sono mai andata a scuola di musica o altro. Ho imparato a cantare e a suonare l’armonica e persino a suonare la batteria osservando altre persone! Non riesco a leggere la musica, ma so cosa sto cantando!”
Persino l’influenza di Bessie Smith, in questo senso, è notevole, perché anche l’imperatrice cantava come solo lei poteva fare
Big Mama ha dato un’immagine della donna afroamericana incredibile. Anche fisicamente, ha sfidato l’immagine che ci si aspettava da lei e da una donna di quegli anni. La sua era una trasgressione naturale. Non le importava quello che dicevano gli altri, lei era fedele a se stessa. Purtroppo muore nel 1984, a soli 57 anni, a causa dell’alcolismo e tragicamente dimenticata.
Ha aperto la strada a donne fortissime come Aretha Franklin e Tina Turner. Era un ariete, e ha sfondato l’ultimo muro nella guerra tra il passato razzista e un futuro (si spera) più progressista.