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Pink Floyd: per i 50 anni di “The Dark Side Of The Moon” in arrivo un libro e un cofanetto

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Quando nel marzo del 1973 – prima nei negozi americani e poi in quelli britannici – apparve tra gli scaffali un disco con la copertina nera e un prisma che trasformava un raggio di luce in un altro iridato, The Dark Side Of The Moon non era esattamente un oggetto sconosciuto.

A marzo di quest’anno, esattamente mezzo secolo dopo l’uscita del capolavoro della band inglese, verrà pubblicato uno speciale volume celebrativo accompagnato da un cofanetto di materiale inedito.

Pubblicato nel marzo del 1973, The Dark Side of the Moon divenne immediatamente una pietra miliare nella storia della musica

Un successo anche commerciale, se si pensa che l’album restò nei posti più alti delle classifiche di vendita fino al 1988 e oggi si calcola che una copia del disco si trovi nelle case di una famiglia inglese su cinque. La grandezza di questo lavoro va tuttavia compresa andando oltre i freddi numeri, anche perché quest’opera fu fondamentale per inquadrare definitivamente i Pink Floyd. Non si trattava di un disco facile (sebbene le parti strumentali fossero state ridotte) né un’opera allegra, con tutte le sue riflessioni filosofiche sul “lato buio” dell’essere umano.

Eppure The Dark Side of the Moon resistette nel tempo, arrivando a essere celebrato ancora oggi, a mezzo secolo di distanza dall’uscita, in una maniera molto speciale. Per i cinquanta anni del capolavoro di David Gilmour e soci si è infatti deciso di fare le cose in grande, annunciando un libro e un cofanetto preparati apposta per l’occasione.

Il volume uscirà proprio a marzo, in concomitanza con l’anniversario

Il titolo scelto per questa operazione celebrativa è invero abbastanza banale (The Dark Side of the Moon by Pink Floyd) ma può contare su un contenuto che promette di essere all’altezza delle aspettative. L’opera consiste in primis in una marea di fotografie rare o addirittura inedite della band in scena e nel backstage, scattate durante le tournée a cavallo tra il 1972 e il 1975. A questo tesoro vanno poi aggiunte altre 129 istantanee in bianco e nero,  che documentano soundcheck, concerti e after show e sono state realizzate da grandi nomi della fotografia come Storm Thorgerson o Jill Furmanovsky.

Quest’ultima è particolarmente legata professionalmente all’album, visto che proprio a cavallo tra le registrazioni di The Dark Side Of The Moon e il conseguente tour del disco nel Regno Unito divenne sostanzialmente la fotografa ufficiale della band

Un ruolo che fece definitivamente sbocciare la sua lunga carriera, poi proseguita nel tempo collaborando con nomi del calibro di Rolling Stones, Bob Dylan e Oasis. Furmanovsky testimoniò con la sua macchina fotografica anche uno dei concerti più ricordati dei Pink Floyd, quello dell’ottobre 1972 allo stadio di Wembley, che viene rievocato con una recensione pubblicata originariamente sul Melody Maker e ora inclusa in questa edizione speciale per i 50 anni del disco.

A completare l’opera, poi potrebbe esserci quello che sul sito della casa editrice Thames And Hudson si definisce un “lussuoso cofanetto contenente una riedizione dell’album insieme a numerosi brani musicali correlati”. Su quest’ultimo cadeau extra però, almeno finché non ci sarà una conferma ufficiale sui canali della band, non ce la sentiamo di mettere la mano sul fuoco.

Ai creatori dell’operazione celebrativa per il mezzo secolo del disco non è poi sfuggito che uno degli elementi più importanti per il successo dell’album sia stata la sua iconica e misteriosa copertina

Per questo, tra i contenuti promessi, ci saranno anche pagine dedicate alla nascita della cover. Aubrey “Po” Powell  (che insieme a Thorgerson era stato tra i fondatori dello studio Hipgnosis responsabile di molte illustrazioni iconiche del rock) aveva già rivelato qualcosa sulla genesi del prisma, in una recente intervista a Repubblica (in cui a dirla tutta suggeriva pure di aspettarsi pure qualcosa di speciale per l’anniversario di The Dark Side of the Moon). Al quotidiano italiano, Powell aveva confessato che prima di arrivare all’illustrazione finale si erano vagliate molte alternative, alcune decisamente fantasiose e ispirate persino al mondo dei fumetti:

“Presentammo idee ambiziose, compreso un Silver Surfer tra le galassie, ma i Floyd chiesero una grafica semplice. Io stavo leggendo un libro di fisica elementare e da lì viene l’idea del prisma. Troppo basica per noi, ma la band non ebbe dubbi. E aveva ragione. Quel simbolo ci ha cambiato la vita, è finito nello spazio e nei cortei contro la guerra”

Una delle immagini più iconiche della storia della musica

L’immagine che venne associata all’album è diventata ormai davvero immortale al pari della musica contenuta nell’album, rappresentando al meglio quello stratificato lavoro che parlava pure di caducità del tempo e di conflitto interiore tra le altre cose. Brani come Us and Them contengono ancora oggi un messaggio (pacifista) molto attuale e non sarà un caso che anche Hans Zimmer abbia riarrangiato Eclipse per renderlo il tema portante del trailer di un kolossal fantascientifico come Dune, trionfatore agli Oscar solo l’anno scorso.

La musica dei Pink Floyd cinquanta anni dopo sembra uscire ancora dal futuro, forse perché quell’alone di mistero che oscura la luna non ha smesso mai davvero di affascinarci?

(scrtitto da Manuel Santangelo – tg24sky.it)

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd/David Gilmour/Aubrey Powell
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