Memphis Minnie, conosciuta come la “Regina del Blues”, è stata una cantante, una chitarrista e un’autrice di canzoni. Al suo attivo ci sono più di 200 dischi, in un periodo in cui il blues urbano era dominato dagli uomini.
Memphis, Tennessee
Memphis Minnie è nata Lizzie Douglas ad Algeri, Louisiana, il 3 giugno del 1887. O forse a New Orleans, nel 1897. Oppure a Tunica County, Mississippi.
Era la prima di 13 tra fratelli e sorelle e quando compì dieci anni, la sua famiglia si trasferì a Walls, Mississippi, che si trova circa venti miglia a sud di Memphis, Tennessee. Minnie aveva la musica nel sangue e ha iniziato a suonare il banjo all’età di sette anni, ottenendo la sua prima chitarra un paio di anni dopo.
Nei primi trent’anni del secolo, Memphis era il centro propulsore musicale del Tennessee. Questo la portò a suonare nelle strade della città e nei luoghi circostanti a Walls.
Pochi anni dopo sposò Casey Bill Weldon, un bluesman membro della Memphis Jug Band. Weldon in quegli anni era conosciuto come “il mago della chitarra hawaiana”. Il matrimonio però non dovette durare a lungo, perché nove anni dopo le biografie danno Minnie maritata a Kansas Joe McCoy, musicista col quale si esibì anche professionalmente e registrò alcune session a Chicago nel 1929 e nel 1934.
Chicago, Illinois
Insieme, firmarono un contratto con l’etichetta Columbia e registrarono uno dei suoi brani più famosi, “Bumble Bee”, nel 1930. Minnie e McCoy quindi si trasferirono a Chicago, dove divennero parte della crescente scena blues della città. A causa della Grande Depressione i loro dischi hanno venduto pochissimo, e nel 1935, si separarono.
Le sue burrascose vicende sentimentali la portarono a un ulteriore matrimonio, alla metà degli anni ‘30, con Ernest Lawlar, un bluesman più noto come Little Son Joe, che comparirà come secondo chitarrista in tutte le sue registrazioni degli anni ‘40.
Con “Me and My Chauffeur Blues“, registrata nel 1941, Minnie si convertì alla chitarra elettrica. Per capirci, Muddy Waters (che da lì a poco sarà il re del blues di Chicago) registra il suo primo disco nel 1947, “Gypsy Woman”/”Little Anna Mae”.
Quindi Memphis Minnie porta la chitarra elettrica nel blues.
Lo stile
Con una voce potente e uno stile chitarristico unico, la carriera di Minnie durò dagli anni ’20 del country blues al blues elettrico negli anni ’50. Il suo stile era radicato nel country e nel blues del delta, ma ha contribuito a formare il sound di Chicago, così come ha incorporato nella sua musica quello che sarebbe poi diventato r&b e rock ‘n’ roll.
Roberto Caselli la descrive così:
Memphis Minnie a volte si limita a un accompagnamento ritmico con uno strumming molto convenzionale, altre volte invece interpreta frasi sui bassi senza riuscire a valorizzare davvero la sua voce come invece meriterebbe. Da quest’ultimo punto di vista, Minnie va molto meglio nei dischi successivi, quelli con Little Son Joe, che le lascia più spazio. In questo periodo i suoi lavori diventano più urbani, il pianoforte si fa presenza costante, spesso subentrano i fiati, mentre la sua voce si avvicina a quella delle interpreti classiche e i suoi blues si discostano da quelli di queste ultime solo per il largo spazio che viene lasciato alla chitarra.”
Memphis Minnie continuò a incidere per tutti gli anni ‘40 e registrò gli ultimi suoi lavori per la Chess. Nel corso della sua carriera, interrotta da una paralisi che la costrinse sulla carrozzella, Memphis Minnie può vantare qualcosa come duecento dischi, i cui testi furono in molti casi personalmente composti da lei, uno dei suoi brani “When The Levee Breaks” è stato persino omaggiato dai Led Zeppelin, nel 1971.
Una voce come quella di Minnie Memphis si sente raramente, anche oggi: è la voce di una donna indipendente, che ha scelto di non avere figli – in un periodo storico in cui la donna DOVEVA essere madre e casalinga, un’artista che non ha mai sopportato gli abusi e che è riuscita a trovare il piacere della pur vivendo momenti difficili.
L’ultimo, però, fu proprio nel periodo della sua morte, avvenuta nel 1973 a Memphis. Quasi dimenticata in una casa di riposo, nonostante sia stata una delle donne che maggiormente ha contribuito alla nascita del rock.