Musica

Fernweh: finalmente esce la colonna sonora ufficiale di “Triptiko”. La nostra intervista.

|

“Tríptiko” è un concerto multimediale ispirato alle opere di Hieronymus Bosch contenute nel Museo del Prado, ideato nel 2019 dalla formazione di musica elettronica e sperimentazione Fernweh in collaborazione con il video artista Rino Stefano Tagliafierro e lo studio milanese di visual design Karmachina.

Tanti ed importanti i riscontri che la formazione ligure ha raccolto tanto da decidere finalmente di pubblicare l’intera colonna sonora. In bilico tra dualismo e sfacciato futuro, tra soluzioni classiche e forti libertà espressive, dove il suono e le visioni a corredo sono un unico corpo narrante. Un progetto complesso nato praticamente in remoto e che noi indaghiamo da vicino sperando possa seminare la giusta curiosità:

Le visioni e le sue elaborazioni. Il risultato ha portato altrove o ha confermato quel che esiste? Domanda criptica ma neanche troppo…

«Pensiamo che il risultato rappresenti la nostra visione, contemporanea, del lavoro di Bosch. In parte certamente conferma alcuni degli elementi principali della sua pittura: il grottesco, le immagini visionarie e lisergiche. D’altro canto, abbandona alcuni altri aspetti, ad esempio la dimensione etica e religiosa. Pensiamo che quando ci si confronta con l’opera di un altro artista, e la si elabora, si possa lavorare su più piani: certamente quello intellettuale e razionale è importante e in Tríptiko non manca. La direzione principale però, in questo caso, è stata quella di lasciarci ispirare dalle visioni del pittore fiammingo e di cercare di esprimerle attraverso il nostro linguaggio, che non può che essere contemporaneo. Quando c’è una connessione di questo tipo, non si corre il rischio né di essere eccessivamente descrittivi e didascalici, né di distaccarsi troppo dall’opera dell’autore o, peggio, di essere irrispettosi nei suoi confronti».

E che bello questo titolo che apre a tanti piani di lettura. Ce lo raccontate?

«Il titolo, scelto da Rino Stefano Tagliafierro (principale realizzatore con lo studio di visual design Karmachina della parte visiva), richiama la composizione del Trittico del Giardino delle Delizie. Questo è il dipinto di Bosch maggiormente presente nel nostro lavoro, che ripercorre in tre atti — ancora una volta, l’idea delle tre parti — proprio le scene presenti nel trittico; dalla genesi (anta sinistra) all’inferno (anta destra), passando per la grande anta centrale che rappresenta l’uomo e il mondo terreno. Abbiamo sempre cercato di proporre questa idea del trittico anche nell’allestimento: sia nella prima esecuzione del concerto (Oviedo, 2019) che nella mostra a Palazzo Reale abbiamo utilizzato uno schermo o una superficie di proiezione divisa in tre parti».

Oggi questa colonna sonora: cosa vi ha convinto alla pubblicazione? Esiste anche una dimensione fisica del disco? O magari una dimensione multimediale stessa…

«Questo è il primo lavoro nato come multimediale, che decidiamo di pubblicare come colonna sonora, come opera musicale. Il fatto è che riteniamo che sia molto rappresentativo della nostra estetica e del nostro linguaggio. Inoltre, a partire dalla prima esecuzione del concerto multimediale, abbiamo sempre notato un interesse verso la musica, e questo certamente ha contribuito alla decisione della pubblicazione. Al momento Tríptiko è distribuito solamente in digitale. Non escludiamo, in futuro, di proporlo anche in un formato fisico».

Lo spettacolo avrà anche altre repliche?

«Come concerto multimediale, “Tríptiko” è stato eseguito in Spagna a Oviedo, in occasione dei Princess of Asturias Awards — rassegna per la quale è stato anche realizzato — nel 2019 e nel 2022 e a Ibrida Festival a Forlì nel 2021. È stato poi inserito, nella forma di installazione multimediale, nella recente mostra “Bosch e un altro Rinascimento” a Palazzo Reale, Milano. Al momento non ci sono repliche in programma ma, come già scritto, Tríptiko è un progetto che si articola in tante forme e abbiamo certamente intenzione di portarlo avanti e svilupparlo ulteriormente».

Parliamo di produzione perché tutto quel che sentiamo è composto in remoto: cosa significa di preciso?

«La produzione realizzata da remoto è stata più una necessità che una scelta; viviamo in luoghi diversi e lontani, componiamo spesso a distanza. Ci confrontiamo inizialmente sulle idee, sui contenuti e sulle possibili direzioni da prendere; poi lavoriamo autonomamente e condividiamo i risultati. Dal momento in cui uno di noi getta le fondamenta di un’idea, gli altri sono liberi di costruire strutture sopra di essa. Nel caso di Tríptiko ci siamo riuniti solo nell’ultima settimana prima della partenza per Oviedo, nella quale abbiamo finalizzato il lavoro e organizzato le prove del concerto».

E dunque nel concerto dal vivo, l’immagine ha dialogato con un suono pre-registrato oppure avete eseguito le composizioni live?

«Le composizioni sono eseguite il più possibile dal vivo: tutte le parti di batteria acustica ed elettronica, gran parte dei sintetizzatori e le parti di chitarra. Utilizziamo, comunque, anche una sequenza pre-registrata con gli elementi di sound design — ineseguibili dal vivo — e qualche parte secondaria di sintetizzatore. È un live molto strutturato, completamente organizzato e programmato su una timeline sincronizzata con il video; dal punto di vista melodico e armonico gli spazi improvvisativi sono minimi. Rimane, però, l’unicità interpretativa di ogni performance, ed è questa la bellezza».

— Onda Musicale

Segui la pagina Facebook di Onda Musicale
Leggi anche

Altri articoli