Musica

Robby Krieger: il chitarrista visionario dei Doors

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Robby Krieger è un nome che evoca immagini di sogni psichedelici e poesia oscura. E’ noto sopratutto per essere stato il chitarrista dei Doors.

Robert Alan “Robby” Krieger  nasce a West Hollywood (California) l’8 gennaio del 1946 ed è noto per esser stato il chitarrista dei Doors. È autore (o coautore) di molte canzoni del gruppo, tra cui Light My Fire, Love Me Two Times, Touch Me, Spanish Caravan e Love Her Madly. Con il suo stile unico riuscì ad unire e ad amalgamare i suoni dell’organo di Manzarek, la pulsante batteria di Densmore e la voce mistica di Jim Morrison. La rivista Rolling Stone lo ha inserito al 76º posto nella classifica dei 100 migliori chitarristi di tutti i tempi.

Il suo stile musicale

Così come testimoniato da innumerevoli incisioni dal vivo ufficiali ed amatoriali ai tempi della militanza nei Doors, Robby Krieger si distinse sempre per un estensivo, ed originalissimo, uso di improvvisazioni in stile modale (Dorico, Ionico, Frigio, Lidio, etc.) derivanti dal jazz modale di John ColtraneMiles Davis ed Eric Dolphy (i suoi idoli, da lui citati in svariate interviste). Ciò lo rende un rarissimo esempio di originalità creativa e di capacità d’improvvisazione, piuttosto atipiche in un’epoca in cui la maggior parte dei chitarristi esplorava esclusivamente il blues.

Più che il blues amava il jazz

Per propria dichiarazione, Krieger volle sempre prendere le distanze dal blues canonico ed elettrico (molto di moda in quel periodo), preferendo ad esso il jazz, la citata improvvisazione modale, un audace stile slide bottleneck (privo delle canoniche influenze bluesistiche) e le strutture della musica indiana (derivate dallo studio del sitar e del sarod alla scuola di Ravi Shankar), oltre che della già ampiamente citata chitarra classica spagnola pizzicata, suo primo amore fin dall’adolescenza. Robby Krieger fu il primo chitarrista della storia ad incidere un brano rock con la chitarra slide bottleneck (brano “Moonlight Drive” in due differenti registrazioni in studio dell’agosto 1966).

Basi musicali eccellenti

Sin dall’adolescenza Robby Krieger apprese a leggere e scrivere su spartito musicale, grazie agli studi formali di chitarra classica che intraprese ai tempi del liceo; ciò è cosa abbastanza inusuale per un musicista del mondo della musica rock e pop. Altresì, anche John Densmore e Ray Manzarek, sempre grazie ai loro studi formali di teoria musicale intrapresi in età adolescenziale, erano in grado di leggere e scrivere su spartito musicale (ciò conferì alla musica dei Doors le tanto apprezzate, quanto inusuali, qualità classiche per cui è nota).

Il suo percorso con i Doors

Il suo lavoro con Jim Morrison, Ray Manzarek e John Densmore ha portato alla creazione di alcuni degli album più influenti nella storia del rock, come “The Doors“, “Strange Days” e “L.A. Woman“. La combinazione delle parole profonde di Morrison con la musica innovativa di Krieger ha reso i Doors una delle band più amate e rispettate degli anni ’60.

La sua carriera solista

Dopo lo scioglimento dei Doors (avvenuto nel 1973), Krieger ha intrapreso una carriera solista che lo ha portato a pubblicare vari album solisti orientati verso il genere Fusion, tra i quali Robby Krieger & Friends del 1977, Versions del 1983 e No Habla del 1986. Ha collaborato con numerosi artisti di fama internazionale come i Blue Oyster Cult, i Mothers of Invention di Frank Zappa, Eric Burdon, Ha continuato a esplorare nuove sonorità e a sperimentare con diversi stili musicali, dimostrando la sua versatilità e la sua continua ricerca artistica. Ha partecipato varie volte al Pistoia Blues Festival.

La sua strumentazione

Come quasi tutti i chitarristi professionisti possiede moltissime chitarre e svariati amplificatori. Tuttavia, ha (quasi) sempre utilizzato chitarre Gibson SG (special e standard), ma anche Gibson Les Paul custom 1954, Gibson ES-335 e ES-355 ed altre. Utilizzava prevalentemente amplificatori Fender valvolari (Twin Reverb e Hot Rod Deville). Robby Krieger ha dichiarato di prediligere le corde Ernie Ball modello “Super Slinky“.

Alcune curiosità
  • Robby Krieger è anche pittore; il suo stile è caratterizzato da un impressionismo post-moderno, spesso intriso di tematiche psichedeliche. La copertina del suo album Singularity del 2010 è tratta da un suo dipinto.
  • Alla domanda “A cosa pensi quando improvvisi i tuoi assoli?“, posta da un intervistatore, Krieger rispose “Al mio pesce che nuota liberamente nell’acquario“, quale metafora indicante il suo approccio da free-jazz.
  • Krieger è un grande amante degli animali e della natura.
  • L’assolo di Light my Fire è sostanzialmente una versione jazz-rock di My Favourite Things di John Coltrane, sempre improvvisata ad libitum. Dal settembre del 1968, coincidente col tour europeo dei Doors, Krieger citerà sempre la melodia modale di Eleanor Rigby (dei Beatles), incorporandola ed interpolandola nel suo assolo.
  • Krieger ha dichiarato che il suo assolo preferito è quello di When the music’s over, inciso nell’estate del 1967 per l’album Strange Days; a tutt’oggi non esiste un effetto a pedale per chitarra in grado di riprodurre tale peculiare sonorità eco-psichedelica, che ricorda il suono fluido di un violino, ottenuta con una “circuitazione valvolare a cascata con resistore” progettata all’epoca dal tecnico del suono Bruce Botnick” (dalle dichiarazioni di Krieger e Botnick). Secondo varie interviste, per anni Krieger non è stato in grado di riprodurre in maniera identica tale assolo improvvisato nel Luglio del 1967 in studio, data la complessità della struttura modale che lo costituisce.
  • Robby Krieger, nel tardo ’67, per festeggiare il successo di Light my Fire, acquistò un prezioso tappeto persiano e lo tagliò in quattro pezzi solamente per utilizzarlo come tappetini per la sua Porsche (secondo quanto dichiarato da Krieger stesso).
  • Come emerso da recenti interviste e dichiarazioni, Krieger è sempre stato estremamente miope ma non potendo indossare in concerto occhiali da vista o lenti a contatto (negli anni ’60 le lenti a contatto erano estremamente rigide e sensibili al calore), in concerto appariva spesso con un’aria perplessa ed incerta, costretto com’era dalla miopia a muoversi con cautela; tale atteggiamento “stupefatto” al tempo gli valse il soprannome di “space-cadet” (all’epoca indicante “colui il quale viaggia con gli allucinogeni“), anche se in realtà tale comportamento impacciato non era affatto dovuto all’uso di sostanze psicotrope.

— Onda Musicale

Tags: The Doors/The Beatles/Miles Davis/John Coltrane
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