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Scotty Moore, probabilmente il primo chitarrista rock

Scotty Moore è un nome che evoca la magia della musica e il suono rivoluzionario del rock ‘n’ roll.

Gli inizi e il colpo di fortuna

Conosciuto per essere stato il primo chitarrista di Elvis, Scotty Moore ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica, sia per il suo talento straordinario che per la sua collaborazione con il leggendario Re del Rock.

Nasce il 27 dicembre 1931 a Gadsden, nel Tennessee, e ha iniziato a suonare la chitarra da autodidatta fin da giovane. Con una passione innata per la musica, ha assorbito le influenze dei grandi chitarristi blues come Chet Atkins e Django Reinhardt, che avrebbero contribuito a plasmare il suo stile.

Forte della sua passione per il blues e per il country, forma un gruppo con Bill Black al contrabbasso, gli Starlite Wrangles. I due, dopo qualche concerto andato a buon fine, vennero in contatto con Sam Phillips e la sua Sun Records.

La svolta nella loro carriera è avvenuta nel 1954 quando, a 22 anni, è stato introdotto a Elvis Presley, un giovane talentuoso che cercava una band per registrare una canzone da regalare a sua madre. Quel momento segnò l’inizio di una delle partnership musicali più importanti di tutti i tempi.

Per dirla tutta, il provino di Elvis andò così così, e così così andò anche la prima vera e propria registrazione alla Sun. Ma quando Elvis si mise a jammare un paio di brani con Scotty e Bill, iniziarono le scintille, e Sam Phillips non ci mise molto a capire che stava per creare un mito.

È una questione di rapporti

Il rapporto tra Scotty ed Elvis Presley era caratterizzato da una profonda sintonia musicale e da una grande amicizia. Moore è stato una presenza essenziale nel suono originale di Elvis, aiutandolo a creare quella miscela esplosiva di country, blues e rock ‘n’ roll che avrebbe definito il suo stile distintivo e lo stile del rockabilly.

La loro collaborazione ha prodotto alcuni dei brani più iconici della storia della musica, come “That’s All Right Mama“, “Heartbreak Hotel” e “Hound Dog“. Moore ha portato una dimensione melodica e ritmica al suono di Elvis, contribuendo a creare una magia che ha catturato l’attenzione di milioni di persone in tutto il mondo. Allo stesso modo il suo rapporto con Bill Black era meraviglioso. Amici da sempre, i due hanno condiviso tutte le gioie e le fatiche delle tournée con il Re. E insieme hanno ricevuto un bel po’ di bastoni tra le ruote da uno dei manager con meno scrupoli che sia mai esistito: il colonnello Parker.

Il rapporto di Moore con il colonnello Tom Parker, il manager di Elvis, non è stato sempre facile. Anzi, quasi mai. Parker non voleva che nessuno si mettesse tra lui e la sua gallina dalle uova d’oro, men che meno qualcuno che fosse amico di Elvis. Fa di tutto per escludere Moore e Black dalle registrazioni in studio negli ultimi anni del loro lavoro con Elvis.

Quello di Parker era vero e proprio mobbing. Di tutto quello che Moore e Black avrebbero dovuto prendere come co-autori dei successi di The King, il colonnello gli diede una miseria. Nonostante ciò, Scotty Moore ha continuato a lavorare con Elvis durante i concerti e ha suonato un ruolo cruciale nelle storiche esibizioni televisive come quella del “68 Comeback Special“. Tra l’altro, il suo ultimo live con Elvis.

Ci può essere un futuro?

Dal 1968 Scotty ha gestito una propria etichetta discografica, oltre ad aver realizzato un paio di album da solista. È andata meglio però come tecnico di registrazione: collabora con Ringo Starr, Jerry Lee Lewis, Johnny Cash e altri.

Dopo la tragica morte di Elvis nel 1977, Moore ha intrapreso una carriera solista dal successo dovuto principalmente al suo nome e ha continuato a lavorare con altri artisti di fama mondiale. Ha registrato album da solista, ha suonato con artisti come Carl Perkins e Jerry Lee Lewis e ha partecipato a numerose reunion della “Original Elvis Presley Band”.

È fuori discussione però che la sua influenza sulla musica rock e il suo stile chitarristico lo abbiano reso un pioniere del rock ‘n’ roll, un musicista straordinario e una figura chiave nella storia della musica moderna. La sua genialità come chitarrista ha contribuito a plasmare il suono di Elvis Presley e ha aperto la strada a una nuova era musicale.

Muore nel 2016. Ma tanto lo ascoltiamo così spesso che, anche lui, è tra gli immortali del rock ‘n’ roll.

— Onda Musicale

Tags: Elvis Presley, johnny cash, Chet Atkins, Ringo Starr, Jerry Lee Lewis, Django Reinhardt
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