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Bill Withers e l’amore: l’eleganza della black music

Bill Withers

Per la maggior parte delle persone, la musica rappresenta un vero e proprio salvagente dell’anima, un’ancora di salvezza per lo spirito, una passione intramontabile e travolgente.

A pochi, a pochissimi per la verità, è concessa la possibilità di trasformare quest’emozione in un vero e proprio lavoro, in un sussidio di vita, in una vera e propria professione. C’è chi fa il magazziniere, chi lavora in fabbrica, c’è chi lavora al supermercato e nei ritagli di tempo prova a suonare, chi con fatica e sudore racimola soldini per la propria collezione di dischi.

La musica rappresenta tutto questo, un mondo immenso e variegato, un universo d’amore e passione

Bill Withers era uno di noi. Un operaio che costruiva bagni per le compagnie aeree, una persona umile e nella “norma”, ma incredibilmente caparbia e sognatrice. Nel tempo libero si divertiva a suonare e a cantare, si innamorava del blues e dell’R&B ma si innamorava ancora di più del soul, l’anima vivente della musica nera.

Parlo al passato perché questo magnifico artista ci abbandonava nel 2020, lasciando però un solco per sempre presente nella black music e perché no, anche nella musica in generale.

Siamo nel 1971, sei un operaio, la vita è durissima soprattutto per la comunità di colore. Ma non si molla niente, un uomo deve sempre avere obbiettivi e sogni. Bill è un cantante brillante, è talentuoso e geniale, tanto che la Sussex Records di un certo Booker T. Jones decide di metterlo alle proprie dipendenze e di produrgli un disco: Just As I Am.

La produzione e la pubblicizzazione del disco sono di per sé banali e senza pretese, non pianificate con ambizioni e aspettative

E poi c’è il cinema. Bill ama andare al cinema, va a vedere un film di Blake Edwards, I giorni del vino e delle rose, e decide di scrivere una canzone. Una canzone intrisa di malinconia e tristezza, essendo basata sulla fine di una relazione d’amore profondissima ma anche tossica, una canzone destinata a risuonare per sempre nelle nostre orecchie: Ain’t No Sunshine.

La canzone, un soul acustico di pregevole fattura e di breve durata, racconta il dolore e l’abbandono, è orecchiabile e canticchiabile, diventa negli anni un inno della musica nera, viene ripresa da artisti incredibili come Michael Jackson, Al Jarreau, Leonard Cohen, Sting. Il brano è un inno a tutte quelle storie d’amore che per il “troppo” amore si sciolgono, diventa ben presto colonna sonora di romanticherie e diventa colonna sonora anche di altri film, Notting Hill su tutti.

Just As I Am è sicuramente l’album più rappresentativo di Bill Withers, con milioni di copie vendute e svariati premi vinti, proprio grazie al traino di una vera e propria smash hit del genere, Ain’t No Sunshine. Ma non è l’unico album degno di nota del nostro Bill, che dal 1970 al 1985 è attivissimo e trova modo di collaborare con grandissimi artisti del calibro di Josè Feliciano, James Brown e Etta James, come nel suo splendido e originalissimo +’Justments, targato 1974.

Alcuni dei suoi successi, come Lean On Me, Lovely Day e She’s Lonely, sono solo il proseguimento di una carriera brillante e costellata di successi, una carriera che incide il nome di Bill Withers tra i più grandi interpreti soul che la musica abbia mai conosciuto.

Raccomandandovi caldamente la scoperta e l’ascolto di questo incredibile artista, vi lascio come al solito con delle parole conclusive estratte proprio da un’intervista di Bill successiva al suo secondo album, Still Bill del 1972:

“Era il mio secondo album e quindi potevo permettermi di comprarmi un piccolo piano elettrico Wurlitzer. Me ne stavo seduto lì, facendo scorrere le dita su e giù per il piano, quando mi è passata per la testa questa frase ‘lean on me’, appoggiati a me, quindi mi sono chiesto come poter arrivare a questa conclusione. Cosa avrei potuto dire per concludere il discorso con ‘lean on me’? Ecco, quel testo è nato a…rovescio! La musica è venuta di conseguenza”

Ed è tutto amici miei, anche questo viaggio è volto al termine, vi do appuntamento al nostro prossimo incontro, sempre qui tra le righe di Onda Musicale!

Stay Tuned

— Onda Musicale

Tags: Sting, Leonard Cohen, Michael Jackson, Al Jarreau
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