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Un disco per il week end: “Get Born” dei Jet

La band dei Jet

Australia, pieni anni ’90, un gruppo di ragazzi guidati dai fratelli Cester “rifiuta” l’alternative rock o il grunge per rispolverare i vecchi dischi e le sonorità tipiche degli anni ’60 e ’70. Ecco a voi i Jet.

I due fratelli Cester in questione, il cantante e chitarrista Nic ed il batterista e percussionista Chris, sono dei fan sfegatati di band come Beatles, Kinks, Rolling Stones e così via. Negli anni ’90 formano i Jet e, finalmente, nel 2003 pubblicano il loro disco d’esordio intitolato come un verso di Subterranean Homesick Blues di Bob Dylan, Get Born.

Il disco e il nome della band (Jet), molto probabilmente, vi ricorderanno il super singolo Are You Gonna Be My Girl, ma vi posso assicurare che l’album contiene molte altre canzoni valide.

Diamoci dunque un’occhiata

Last Chance: Breve e secca, con il basso bene in evidenza, è la canzone d’apertura del disco che trasuda intere notti passate a suonare blues e rock nei vari locali. Almeno, questo è quello che mi è venuto in mente, ma è un buon pezzo per far capire il sound che la band dei fratelli Cester snoderà nel resto del disco.

Are You Gonna Be My Girl: alzi la mano chi non conosce questa canzone! Già si capisce da uno dei componenti che si schiarisce la voce mentre parte il giro di basso di Mark Wilson. “Vagamente” ispirata a “Lust for Life di Iggy Pop, dal suo secondo album omonimo prodotto da David Bowie, è una di quelle hit che è difficile levarsi dalla testa.

Rollover DJ: scanzonata e ruvida nei punti giusti questa canzone prende un po’ in giro gli onnipresenti DJ ad ogni festa, aperitivo, raduno, serata, il resto dell’elenco fatelo voi, con un ritornello eccezionalmente sorretto dalla batteria di un ispiratissimo Chris Cester. La ripresa poi vede un gustosissimo assolo di chitarra assieme ad uno di hammond suonato dal compianto Billy Preston (famoso per la sua collaborazione con i Beatles).

Look What You’ve Done: sempre a proposito di Beatles questa prima canzone veramente tranquilla dell’album sembra uscita dallo stesso pianoforte con cui John Lennon ha composto la sua mitica Imagine”. Qui però le immagini di pace e di utopie hippie sono sostituite dalle fredde logiche della fine di una storia, ovviamente non è finita nel migliore dei modi, come canta la malinconica voce di Nic Cester “Take my photo off the wall/ If it just won’t sing for you./ ‘Cause all that’s left has gone away/ And there’s nothing there for you to prove./ Oh, look what you’ve done/ You’ve made a fool of everyone./ Oh, well, it seems like such fun/ Until you lose what you had won/”.

Get What You Need: ritorna la formula blues rock scanzonato con basso e riff di chitarra taglienti bene in evidenza assieme ai cori decisamente catchy che potrebbero far ricordare gli Zombies di She’s Not There. Il brano inoltre, al giorno d’oggi, farà ricordare ai fan la scatenata Black Hearts (On Fire) proveniente da Shaka Rock del 2009 assieme al sound del rock anni ’70 grazie alle schitarrate finali.

Move On: tralasciamo per un attimo il rock scatenato e le chitarre elettrico per passare a sonorità più country imbracciando le chitarre acustiche con la giusta dose di slide. Sguardo sognante e mente persa nei ricordi con in sottofondo un’armonica in stile blues e Bob Dylan.

Radio Song: dolci note al piano ed un tenero strumming acustico sostengono un breve testo dai molteplici significati, uno è senza dubbio la difficoltà della band di farsi conoscere, ma che lascia comunque incantati per la semplicità e le sonorità accattivanti. Il finale in stile Beatles periodo Let It Be è una vera chicca! Ah, quasi dimenticavo, qui a cantare non è Nic, ma bensì il chitarrista Cameron Muncey.

Get Me Outta Here: chitarre rock lanciate e scazzate al punto giusto, sbronze, guide folli e sotto un pianoforte in stile saloon. Un buon brano per riprendere il mood rockettaro!

Cold Hard Bitch: direi che il titolo è più che significativo, a voi non è mai capitato di incontrarne una?

Come Around Again: brano dal sapore più country mischiato alle amate sonorità degli anni ’60. Molto bello e toccante, alzate quella dannata manopola del volume!

Take It or Leave It: altro pezzo lanciato a mille che denota la grande influenza che hanno avuto sugli australiani Jet band storiche quali Led Zeppelin e, naturalmente, i compatrioti AC/DC assieme a tutta la “scuola” degli anni ’70.

Lazy Gun: un rock grezzo, ma allo stesso tempo etereo e sospeso nell’aria, molto accusatorio nei confronti di una fittizia autorità. Una più che piacevole sorpresa.

Timothy: sempre a proposito di sorprese questo brano mischia perfettamente le atmosfere acustiche con quelle vagamente psichedeliche, un po’ come mettere assieme Oasis e Beatles, per un brano dal sapore nostalgico e spaziale. Necessita di più di un ascolto per essere apprezzato appieno.

Sgt. Major: prendete il Bob Dylan più critico e sarcastico verso il servizio militare, o comunque verso la ristrettezza mentale della gente, e mischiatelo con il senso dell’umorismo e le chitarre dei Jet. Cosa otterrete? Semplicemente una delle tracce più belle e meno citate del disco con una perfetta alternanza di sonorità elettriche ed acustiche!

 Giudizio sintetico: tiratelo fuori dal cassetto e cercate di saltare, almeno per questa volta, i pezzi più famosi. Ne rimarrete piacevolmente sorpresi.

Copertina: la band in bianco e nero su sfondo bianco sopra a dei disegni che potrebbero ricordare dei tatuaggi di una provocante ragazza 

Etichetta: Elektra Records

Formazione: Nic Cester (voce e chitarre), Chris Cester (batteria e percussioni), Cameron Muncey (chitarre e voce), Mark Wilson (basso e pianoforte) senza dimenticare il grande Billy Preston alle tastiere nei brani indicati

 

 

— Onda Musicale

Tags: Zombies, Jet, John Lennon, The Rolling Stones, The Beatles, Led Zeppelin, David Bowie, Bob Dylan, Iggy Pop, Kinks
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