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Bob Dylan e l’incontro con i Beatles (e con la marijuana)

Robert Allen Zimmerman, meglio noto come Bob Dylan: “Conoscevo i Beatles all’inizio … li ho conosciuti tutti e quattro … Oggigiorno è difficile trovare un cantante migliore di Paul McCartney, e lui lo è ancora oggi ….”

Per lui ho un ammirazione reverenziale e Paul McCartney è forse l’unico che ammiro così tanto…. Può fare tutto quello che vuole con la voce e non ha mai mollato, lo sai. Ha il dono della melodia, ha il ritmo. Può suonare qualsiasi strumento. Può fare canzoni urlate e può cantare le ballata come nessun’altro… E le sue melodie sono senza sforzo. Questo è quello che mi mette in soggezione…. Sono ammirato da lui forse solo perché canta così dannatamente apparentemente senza sforzo. Voglio dire, vorrei solo che andasse in pensione. [ride] Solo tutto e tutto ciò che esce dalla sua bocca è incorniciato da una melodia …

L’incontro avviene il 28 agosto 1964 al Delmonico Hotel di Manhattan a New York. Come racconta Howard Sounes nel suo libroBob Dylan – Una biografia“, nel 1964 i Beatles si trovano a New York per un concerto benefico al Paramount Theater: il loro primo tour americano sta per concludersi. Bob Dylan è nella sua casa a Bearsville, Woodstock, quando viene informato della presenza dei fab four a New York.

Immediatamente convoca il suo entourage e si reca al Delmonico, dove la Polizia è già schierata a protezione dei quattro ragazzi di Liverpool che, nel frattempo, hanno appena terminato di cenare insieme a Brian Epstein. L’incontro avviene in una suite riservata dove il giornalista Al Aronowitz (1928 – 2005), amico di Bob Dylan, fa le presentazioni.

Dopo quell’incontro Bob Dylan acquisisce uno stile più “beatlesiano“, mentre i Beatles cominciano a scrivere testi dai contenuti più seri e profondi, avvicinandosi alle tematiche affrontate da Bob Dylan.

Ma non è tutto. Sembra che Dylan e Aronowitz abbiano fatto conoscere ai fab four la marijuana, che fino a quel momento era sempre rimasta ben lontana da loro anche se, sia George Harrison che John Lennon, hanno già avuto gia modo di fumarla, probabilmente di qualità scadente, almeno rispetto a quella offerta da Dylan. Pare che il primo a fumare sia stato Ringo Starr. Fino a quel momento i quattro ragazzi hanno infatti fatto ricorso solo ad anfetamine, allo scopo di sostenere gli enormi sforzi fisici e mentali dei loro tour. Il successivo album dei Beatles, Rubber Soul, pubblicato a dicembre, è il disco che inaugura “l’era dell’influenza delle droghe“. (leggi l’articolo) Per ora è la marijuana, ma in seguito arriva l’LSD. 

Ecco come Howard Sounes descrive quel momento: “Bob iniziò goffamente a rollare il primo spinello, facendo cadere un po’ di marijuana. Visto che avevano la polizia proprio fuori della porta, si trasferirono in una stanza interna prima di accendere. Bob passò il primo spinello a Lennon che disse a Ringo Starr di provarlo, affermando per ridere che Ringo era il suo assaggiatore. Il batterista iniziò a fumarlo come una sigaretta senza passarlo agli altri, perciò Aronowitz suggerì a Victor Maymudes di rollarne un altro. Non ci volle molto perché fossero tutti fumati persi. McCartney disse di aver scoperto il significato dell’esistenza e cercava una matita per scriverlo. Starr ridacchiava. Brian Epstein diceva che si sentiva alto fino al soffitto. Il giorno dopo, alla luce fioca del mattino, McCartney guardò i suoi appunti a matita per scoprire il significato della vita distillato in una sola frase: «Ci sono sette livelli»”.

Nei giorni seguenti, Dylan e i Beatles si incontrano spesso, sia in albergo che in giro per “la grande mela“. In un certo senso nasce un’amicizia, soprattutto tra Dylan, Lennon e Harrison, tanto che il 20 settembre di quell’anno Dylan li va a sentire al Paramount Theater e assiste personalmente, dall’alto di una sedia posta su uno dei corridoi laterali, a quel pandemonio di ragazzine urlanti che rendono quasi impossibile ascoltare la musica.

Il giornalista Al Aronowitz (Alfred Gilbert Aronowitz) in seguito fa sapere che quel giorno Bob Dylan osserva come quel concerto è molto diverso dai suoi. Infatti, ai suoi concerti la gente ascolta la musica in silenzio e senza isteria, per applaudire alla fine. Effettivamente, non passa molto tempo prima che anche i Beatles si rendano definitivamente conto dell’insostenibilità di quella situazione e decidano di non esibirsi più dal vivo.

Paul McCartney ricorda con queste parole quell’incontro: “Chiesi al nostro tour manager Mal Evans di seguirmi per tutta la serata e di annotare tutto quello che facevo e dicevo. Parlai per tutto il tempo della storia dei livelli della vita e dissi che ad ogni livello avrei incontrato sempre le stesse persone, le avrei riconosciute e con una metamorfosi sarei passato al livello successivo. La mattina dopo Mal Evans mi diede quegli appunti, e sopra c’era scritto: Ci sono sette livelli! Davvero, se ci ripenso ora, non era male quella roba, intendo non era male per un principiante. Ma, rileggendo, ricordo che ci pisciammo addosso dalle risate. Che cazzo ho detto?  Che cazzo sono i sette livelli? Ma riflettendoci, quelle parole potevano essere un buon riassunto, si, si adattavano abbastanza a quello che dicono molte religioni, anche se allora non ne sapevo nulla di queste cose.”

Bob Dylan e George Harrison si sono incontrati da soli il ​​1 ° maggio del 1970, sempre a New York, mentre entrambi erano impegnati in progetti solisti. Bob Dylan pubblicò due album quell’anno, “Self Portrait” e “New Morning”, mentre George Harrison stava lavorando al disco “All Things Must Pass“. È difficile dire esattamente quali sono queste sessioni. Alcune canzoni sono finite su entrambi i loro LP, hanno registrato un brano di Paul McCartney.

Stefano Leto – Onda Musicale

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Tags: Paul McCartney, The Beatles, marijuana
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