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Ecco i 10 batteristi più influenti della storia

Il batterista Keith Moon

Oggi parleremo di batteristi, in questa rassegna elencheremo dieci batteristi che, secondo noi, hanno cambiato e influenzato il modo di intendere la batteria come strumento musicale durante gli anni, vedremo gli stili di ciascun batterista e le novità che hanno portato nel mondo della musica.

Come potete immaginare agli albori della musica la batteria era considerata perlopiù come solo strumento di accompagnamento, senza ruoli di rilievo. Con l’evoluzione della musica si è progressivamente assistito ad un cambiamento di ruolo per questo fondamentale strumento che via via è diventato sempre più importante e presente. Ovviamente, come tutte quante le classifiche o rassegne, anche questa è puramente soggettiva e quindi aperta a suggerimenti.

Buddy Rich

Con lui siamo alle origini della musica, parliamo di un batterista jazz che era l’enfant prodige dell’epoca, tuttora considerato come il più grande batterista di tutti i tempi. Nato nel 1917, ad undici anni era già leader di una propria orchestra e 19 anni iniziava la sua carriera da jazzista. Egli si è sempre vantato di non aver mai studiato con frequenza, ma di aver ricavato la sua tecnica dalla pratica continua. Stravolse la maniera di suonare la batteria, il suo stile era soprattutto basato su una coordinazione elementare unita ad una tecnica formidabile sul tamburo rullante. Cosa che, insieme alla sua velocità di esecuzione, alla potenza e alla spiccata musicalità, non lo fece mai apparire come un batterista puramente tecnico. Per questo è stato preso come ispirazione da generazioni future di batteristi di qualsiasi genere.

Ringo Starr

Con Ringo facciamo un salto a Liverpool, rivivendo la scena del beat inglese. Nato proprio a Liverpool nel 1940, imparò a suonare la batteria a 13 anni. Cinque anni dopo fece il suo debutto musicale iniziando una carriera che porta avanti ancora adesso con enorme successo in tutto il mondo. La sua fama è dovuta, come tutti sappiamo, alla militanza nei Beatles. La sua novità nello stile batteristico è data da una straordinaria precisione nel timing, non casuale, e un uso particolare dei piatti che modificava e da cui ricavava delle sfumature che rendono il suo suono inconfondibile.

Keith Moon

Restiamo nel Regno Unito con il leggendario batterista degli Who nato nel 1946 a Londra. Imparò a suonare da giovanissimo e, come molti batteristi della sua generazione, non era in grado di leggere o scrivere la musica. Imparò ascoltando i dischi di Gene Krupa e Buddy Rich. L’elemento di rottura col passato fu l’introduzione dell’uso della doppia cassa e l’assenza dell’hi-hat dal suo set, egli infatti usava i crash in modo da essere più incisivo. Il suo stile era dato dalla grandissima creatività, che si denota infatti dal suo groove mai lineare e dai fill fuori dal comune.

John Bonham

Qui siamo al cospetto di un altro monumento del rock. Batterista dei Led Zeppelin, a cui deve la sua consacrazione internazionale, iniziò a suonare la batteria a 15 anni. Il suo sound è estremamente distinguibile fra mille altri, ciò è dovuto alla ricerca maniacale che lo stesso Bonham aveva portato avanti durante la sua attività batteristica. Il suo stile è un mix di estro, aggressività, tecnica e creatività che ha stravolto il modo di concepire la batteria impostandola, per la prima volta nella storia, dal punto di vista del timbro e della musicalità del colpo e dell’insieme. Così facendo ha influenzato, e continua a influenzare, i batteristi di tutto il mondo.

Billy Cobham (leggi la nostra intervista)

Un altro monumento, peraltro ancora in attività, della batteria. Nato negli USA nel 1944, ma di origine panamense. Uno dei personaggi più seguiti del panorama jazz, fusion e rock ha ricevuto il premio alla carriera di “World Class Master”. Studiò alla High School of Music and Art terminandola nel 1962, tre anni dopo ecco il suo debutto musicale e l’inizio della sua carriera. La sua innovazione si materializza alla fine degli anni sessanta e consisteva nell’apporto della forza creativa nel ritmo cambiando il modo di intendere le parti destinate alla batteria.

Dave Weckl

Nasce nel 1960 a Saint Louis, batterista jazz/fusion ancora in attività. Iniziò a suonare all’età di 8 anni e a 16 era già diventato un professionista. Tutt’oggi è il leader della Dave Weckl Band, fondata da lui stesso. L’innovazione del suo stile era data dalla capacità di conferire un suono plastico, non aggressivo, inserendo una gran varietà di ritmi afro-cubani e caraibici nei suoi fill. Innovativo anche nel combinare l’uso di batterie elettroniche e acustiche. Per questo è riconosciuto come uno dei batteristi tecnicamente più dotati della storia.

Roger Taylor

Altra persona storica, conosciuto soprattutto per essere il batterista dei leggendari Queen. Inizia a suonare la batteria ad otto anni, e debuttò nel mondo della musica a 18 annicon gli Smile, band in cui fece la conoscenza di Brian May. La novità che portò fu quella di accentuare il colpo del rullante nel secondo e nel quarto quarto della misura aprendo e chiudendo l’hi-hat molto rapidamente, questo permetteva al rullante stesso di essere molto più potente nel suo effetto. Inoltre suonava spesso con una delle bacchette al contrario, impugnandola cioè dalla parte della punta. Questo espediente fu imitato in seguito da molti batteristi a seguire.

Roger Taylor

Ian Paice (leggi la nostra intervista)

È uno dei batteristi più conosciuti della scena mondiale, nato a Nottingham nel 1948 e diventato famoso per la sua appartenenza ai Deep Purple. Il suo debutto musicale è con un gruppo della sua città chiamato Georgie and the Raveons, dopo diverse esperienze con altre band contribuisce a fondare i Deep Purple nel 1969. Il suo modo di essere innovativo era incentrato nel combinare la tecnica di stampo jazz sul rullante combinandola con colpi dinamici e potenti sul tamburo. Ian fa uso frequente dei rulli alternati, colpi doppi e paradiddle ai quali riesce a dare fluidità e omogeneità che è un fattore atipico per il rock di cui è stato grande protagonista.

Stewart Copeland

Altro grandissimo della batteria, nato negli USA nel 1952 e conosciuto per aver fatto parte dei The Police. Inizia a suonare la batteria a 13 anni prendendola in prestito da un amico di suo fratello. Quando si trasferisce a Londra, dopo essersi laureato, inizia la carriera musicale nel 1975 nella band progressive Curved Air. La sua innovazione è stata l’introduzione di accenti reggae e medio-orientali nel rock, riempiendo gli spazi musicali con una serie di giochi di hi-hat, octobans, piatti e rullante. Inoltre l’uso del ritmi sincopati è stato un elemento di distinzione per lui.

Stewart Copeland

Jeff Porcaro

Mito della batteria, nato negli USA nel 1954 e arrivato alla ribalta mondiale con i Toto. Inizia a suonare la batteria prima di aver compiuto 7 anni, suo padre gli dava delle lezioni nel negozio di strumenti musicali in cui lavorava. La carriera da professionista iniziò nel 1972, la sua innovazione era nell’uso particolare dell’hi-hat e le ghost-notes sul rullante e la capacità di poter trasportare questi elementi in una gran varietà di generi musicali (rock, pop, jazz, r&b). Questa sua abilità gli valse il soprannome di “Mister Shuffle”.

Ovviamente al novero di questa schiera di batteristi avremmo potuto aggiungerne molti altri di altrettanti generi ed altrettanto innovativi ma, come detto all’inizio, è una rassegna personale e aperta a suggerimenti. In ogni caso speriamo di aver contribuito a rendere l’idea con questi dieci artisti.

— Onda Musicale

Tags: Billy Cobham, Stewart Copeland, Keith Moon, Buddy Rich, Jeff Porcaro, Roger Taylor, John Bonham, Ringo Starr, Ian Paice
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