A rendere ancora più assurdi questi minuti fu l’atteggiamento dell’assassino, rimasto sulla scena del crimine senza tentare la fuga, e soprattutto senza far trapelare alcuna emozione.
I poliziotti che accorsero sul luogo decisero, dopo una rapidissima valutazione, che Lennon l’avrebbero accompagnato loro all’ospedale, senza attendere un’ambulanza, che – in simili circostanze – avrebbe impiegato comunque troppo tempo ad arrivare. Dopo essere giunti – poco prima delle 23 – al Roosevelt Hospital, iniziò il disperato tentativo di salvataggio del musicista. Le ferite riportate a seguito dell’aggressione erano troppo gravi: dopo 15-20 minuti non c’era più nulla da fare. Come può facilmente immaginare anche chi non era ancora nato (come il sottoscritto), la notizia squarciò la consueta routine dei telegiornali, delle partite e delle trasmissioni radiofoniche, diffondendosi immediatamente a livello mondiale.
Nell’immediato, la morte di Lennon scosse profondamente e lasciò attoniti i suoi ex-compagni di band, con i quali – nonostante la turbolenta separazione di un decennio prima – vi era stato un rapporto, pur tra alti e bassi. I fans reagirono con inaudita disperazione, dato che non era morto solamente un uomo, ma era scomparsa un’icona: secondo le testimonianze, tre di loro esternarono il loro lutto scegliendo il suicidio, motivo per cui Yoko Ono sentì la necessità urgente di comunicare a chiunque avesse amato John di non cedere al dolore cieco, ma di contribuire al suo ricordo. Il 14 Dicembre, alcuni giorni dopo che il corpo dell’artista era stato cremato al Ferncliff Cemetery, migliaia di persone si ritrovarono a Central Park per dieci minuti di preghiera silenziosa; nello stesso momento, milioni di individui in tutto il Mondo – soprattutto a Liverpool – fecero la stessa cosa.

Dal 1980 ad oggi, le date del 9 Ottobre e dell’8 Dicembre sono un appuntamento fondamentale per chiunque voglia ricordare – privatamente, pubblicamente o sui social – una delle più grandi figure del Novecento, un Colosso la cui creatività ha rivoluzionato per sempre la storia della Musica. Nel campo degli omaggi musicali, a caldo oppure negli anni successivi al 1980, si annoverano senza dubbio l’interpretazione di “Imagine” eseguita da Bowie in un concerto dell’8 Dicembre 1983; il brano “Murder”, scritto da Gilmour e pubblicato nel 1984; la canzone “All Those Years Ago”, scritta nel 1981 da Harrison e interpretata con l’aiuto di Starr e McCartney; “Here Today”, omaggio di McCartney all’amico, scritto e pubblicato nel 1982; l’interpretazione di “Imagine” eseguita il 9 Dicembre 1980 dai Queen nonché la composizione originale “Life Is Real”, scritta da Mercury e pubblicata nel 1982.
Nell’ambito delle statue e dei monumenti realizzati per mantenere vivo il ricordo di John, i più famosi sono quello di New York e quello de L’Havana. Il monumento statunitense è un giardino, battezzato con il titolo di una delle più belle canzoni del musicista, infatti si chiama “Strawberry Fields”. Entro il suo perimetro non vi sono statue, dato che Yoko Ono riteneva che a Central Park ve ne fossero già abbastanza: il punto focale è un mosaico circolare, realizzato in bianco e nero da abili artigiani, al cui centro si trova la scritta IMAGINE. È stato donato dalla Città di Napoli a quella di New York.

L’area circostante il mosaico è il luogo più significativo per onorare la memoria di Lennon, dato che da essa si può facilmente scorgere il Dakota in mezzo ai rami delle piante. Il monumentocubanoè più informale, dato che la statua del musicista è stata modellata raffigurandolo seduto comodamente su una panchina, panchina peraltro utilizzabile, dato che il fan può veramente sedersi accanto al proprio mito. Se invece andiamo nella natia Liverpool, Lennon è raffigurato in una statua bronzea – dalla posa agile e viva – in compagnia di quelle dei suoi tre amici con cui scrisse la storia “When He Was A Fab” (per citare il titolo di una celebre canzone di George Harrison).
Ciao John. Grazie di tutto ciò che hai fatto.