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Cambiamento climatico? E’ una melodia davvero inquietante

Il cambiamento climatico è un termine con cui si indicano le variazioni del clima del nostro pianeta. In alcune circostanze questo termine viene usato come sinonimo di riscaldamento globale.

La comunità scientifica internazionale sta discutendo da anni su possibili soluzioni che potrebbero limitare o eliminare questo problema che, è bene ricordarlo, nuoce gravamene alla salute della Terra. Comprendiamo come l’argomento non sia facile, considerata la grande natura tecnica e specifica della questione, ma c’è uno studente americano che ha proposta una sua semplice e sintetica chiave di lettura.

Daniel Crawford, questo è i suo nome, è uno studente all’università americana del Minnesota e ha tentato un approccio diverso per leggere il grafico che illustrava visivamente le variazioni annuali della temperatura media. Daniel ha utilizzato una serie di note musicali attraverso un metodo chiamato Data sonification e il risultato è una melodia dal titolo “A song of our warming planet”.

Nell’idea del giovane americano ogni nota rappresenta una anno, il periodo musicale rappresenta 20 anni e l’intensità della nota la temperatura. Le note più basse rappresentano gli anni più freddi, mentre quelle più acute rappresentano gli anni più caldi.

L’originale idea, che risale al 2013, è nata dopo una conversazione fra lo studente ed un suo professore, Scott St. George, il quale ha specificato:

La visualizzazione dei dati è efficace per alcune persone, ma non è il modo migliore per arrivare a tutti (…) Invece di dare alla gente qualcosa da guardare, le prestazioni di Dan danno loro qualcosa da poter ascoltare”

Ma Crawford non era del tutto soddisfatto e più recentemente ha rispolverato il suo progetto per elaborarlo in maniera più complessa. Il risultato è una melodia dal titolo “Planeray bands, warming world“, e per realizzarlo ha assemblato un quartetto di archi in cui ogni strumento rappresenta una fascia differente del globo.

I dati sono stati trasformati in note coprendo tre ottave. La temperatura più fredda corrisponde alla nota più bassa; ad ogni aumento di 0,5 gradi, la nota si alza.

Come spiega Crawford nel suo video

Il violoncello corrisponde alla temperatura della zona equatoriale. La viola tiene traccia delle medie latitudini. I due violini seguono separatamente le temperature delle alte latitudini e dell’Artico. Se le previsioni climatiche per il futuro dovessero risultare corrette, utilizzando la scala che ho creato per le mie composizioni, le nuove note uscirebbero dalle frequenze dell’udito umano.

Il commento del professor Scott St George ci sembra piuttosto emblematico:

Ascoltare la tonalità della composizione che sale è incredibilmente efficace nell’illustrare l’entità del cambiamento climatico. In particolare è da notare il suono del violino associato alla regione artica, che è quella dove il fenomeno di riscaldamento si è verificato più che in qualsiasi altra parte del pianeta.

Ascoltando questa melodia l’impressione è quella di ascoltare qualcosa di inquietante, ma l’idea, senza dubbio straordinaria, rende perfettamente l’immagine della gravità della situazione in cui il nostro pianeta si trova.

Meditate gente, meditate….

— Onda Musicale

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