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“A Saucerful of Secrets” è il secondo album dei Pink Floyd

A Saucerful of Secrets”, secondo disco della band, registrato tra l’agosto 1967 ed il maggio 1968 agli EMI Studios di Abbey Road ed ai Sound Techniques Studios di Chelsea a Londra, uscì ufficialmente il 29 giugno 1968 in Inghilterra, dopo essere stato missato agli studi di Abbey Road (sia la versione mono che quella stereo). 

Contiene 8 brani, tra i quali spiccano “Set the controls for the heart of the sun” e la mini-suite “A Saucerful of Secrets”, che da il titolo all’album. A differenza del primo, questo disco non contiene singoli di successo (come era avvenuto per i primi due nel 1967).

Fu l’album della transizione, poichè nelle sue canzoni erano presenti tutti e cinque i Floyd, anche se in momenti diversi. Infatti, alla fine del 1967, Barrett aveva cominciato i suoi ‘esperimenti’ con l’LSD ed iniziava a crollare; l’arrivo di Gilmour contribuì a cambiare le cose ed a fare uscire la band da una specie di periodo di attesa. Così, agli inizi del 1968, la band cambiò anche il nome, togliendo il “The” e confermando che Barrett non era più un membro del gruppo.

E’ il primo album dei Pink Floyd con la copertina fatta dalla Hipgnosis di Storm Thorgerson, che ha usato anche la fotografia del “Dr. Strange” (dalla saga di Marvel Comics) per simboleggiare gli stati alterati della coscienza. La copertina del disco si rivelò piuttosto complessa, avendo richiesto ben tredici diverse sovrapposizioni a colori, create da Thorgerson e Powell, che riuscirono a creare in poco tempo una sorta di collage di tredici immagini sovrapposte: alcuni fumetti della Marvel Comics, una vecchia fotografia di un alchimista, immagini di ampolline e bottigliette, una ruota zodiacale, il sole, alcuni pianeti, una piccola foto del gruppo sulle rive di un fiume fuori Londra.

Lo strano effetto del collage di copertina fu ideato da John Whitely. Per ottenere l’immagine Thorgerson si chiuse in una camera oscura, dove vivrà anche alcune delle sue visioni oniriche, aiutato dalle esalazioni emanate dal bagno di fissaggio delle pellicole. Sembra anche che confessò di essere riuscito ad ottenere i migliori effetti di terrore e sublime passando per la paura che spaventa i più i bambini: quella del buio.

Nella copertina cosa significano la “y” e la “d” prima del nome “Pink Floyd” e la successiva “p”? Una piccola controversia era nata negli anni ’80 sul significato delle lettere sulla copertina, la “y” e la “d” prima del nome “Pink Floyd” e la successiva “p”. Secondo alcuni, le prime due lettere sono la fine del nome “FLOYD”. Il nome Pink Floyd, secondo l’intenzione originaria dell’Hipgnosis, avrebbe dovuto essere ripetuto più volte. Ma non ci sono conferme in questo.

La ciclicità è un elemento importante dei Pink Floyd, come si vede in alcune altre occasioni. E anche la “p” finale dovrebbe essere l’inizio del nuovo nome “PINK”, a conferma di questa tesi.

(p i n k f l o) y d pinkfloyd p (i n k f l o y d)
Ma c’è un’altra teoria, più affascinante. Secondo altri, l’interpretazione delle prime due lettere sta nel fatto che siano da riferire a Syd Barrett, che lasciò la band in quell’anno. Così, potrebbe essere:
(S) y d pinkfloyd p (ink floyd)

In effetti, la tesi che potesse essere riferito a Syd Barrett può spiegarsi con il fatto che Syd è una parte dell’album, avendo suonato e composto alcune canzoni, e la copertina potrebbe riflettere questa situazione, voluta dai Floyd o dalla Hipgnosis. Infatti, secondo le sessions di registrazione, Syd Barrett è presente sul disco solo in “Remember a Day” e “Jugband Blues”.

I brani non inclusi

Alcuni brani non sono stati inclusi nel disco. Nel sul eccellente libro, “The Making of the Madcap Laughs”, Malcolm Jones elencò l’intera sessione in studio alla EMI per i due primi dischi dei Floyd. Quella di “ASoS” ha all’interno alcune canzoni sconosciute: “John Latham”, “In The Beechwoods”, “Richards Rave Up”, “Nicks Boogie (1st, 2nd and 3rd movement)”, “The Boppin’ Sound”.

Questi pezzi non sono mai stati ripresi, ad eccezione di “Nicks Boogie”, che fu registrato inizialmente nel gennaio 1967. Qualcuno ha asserito che questi pezzi non sono canzoni vere e proprie, ma brani di prova per i vari segmenti del brano “A Saucerful Of Secrets”, incluso nel disco.
Le session di “ASoS” elencano solo canzoni complete, non prove o spezzoni di canzoni. Tuttavia, “Nicks Boogie” potrebbe essere riferito a “Syncopated Pandemonium”, e “Richards Rave Up” a “Storm Signals”.

I brani in cui suonò Syd Barrett

Lo dobbiamo a Gilmour stesso (“Guitar World”, Feb. 1983) se sappiamo con certezza in quali brani suonò Syd: lui dice che Syd suonò in 3 o 4 pezzi, tra cui “Remember a Day” e “Jugband Blues”, oltre a partecipare con una piccola parte a “Set The Controls For the heart of the Sun”.
malcom Jones, in un articolo su “Record Collector” del febbraio del 1992, suggerì che Syd aveva suonato anche in “Corporal Clegg”, non confermato da altri biografi.

I testi di Set The Controls For The heart Of The Sun

Roger Waters basò le parole di “Set The Controls For The heart Of The Sun” da un libro cinese di poesie, che conteneva alcuni pezzi di Li Ho e di Li Shang-Yin.

Le influenze nei testi di Let There Be More Light

I testi della canzone di “Let There Be More Light” furono influenzati da vari libri scientifici, come, “Mildenhall” (una base della R.A.F.), “Hereward the Wake” (un guerriero inglese, conosciuto come “the last Englishman”, l’ultimo inglese, che combattè contro l’oppressione normanna), “Carter’s father” (Edgar Rice Burroughs, il creatore di Tarzan, che scrisse anche delle storie su John Carter of Mars), “The Rhull” (A.E.Van Voght scrisse un libro intitolato “The War against the Rull”, da non confondere con i “Krull” dei cartoons della serie della Marvel.

Remember A Day” era stata in origine registrato sotto il nome di “Sunshine” per il precedente album, ma fu scartata durante l’assemblaggio; fu però inclusa nel secondo lavoro della band. Un fatto curioso fu che Barrett suonò in questo pezzo la chitarra, anche se il brano fu finito dopo la sua partenza.

La suite di “A Saucerful Of Secrets” ebbe la sua prima apparizione durante la BBC Session del giugno del 1968, con il titolo di “Massed Gadgets of Hercules”. Il pezzo poi divenne uno dei migliori brani dal vivo del loro spettacolo, anche se con parecchie variazioni improvvisate.

  • Sino all’uscita di “Ummagumma” (dove era presente la sua versione live), i quattro movimenti in cui era divisa la canzone non avevano titolo; in quel momento diventarono:
  • a) Something Else,
  • b) Syncopated Pandemonium,
  • c) Storm Signal,
  • d) Celestial Voices (quest’ultimo era di gran lunga usato all’interno della famosa suite “The Journey” durante il tour del 1969).
Una curiosità

Gilmour per “A Saucerful Of Secrets” usò una amplificazione Selmer da 50W con un 4×12 cabinet ed una unità Eco Binson, con una chitarra Telecaster (rubata in seguito e rimpiazzata dalla famosa Stratocaster). Saltuariamente, il Selmer fu sostituito da un Hi-Watt Gear, con effetti a pedale.

(tratto da Pink Floy Italia)

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd, Syd Barret, David Gilmour, Storm Thorgerson, A Saucerful of Secrets, Ummagumma
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