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I Pink Floyd, Animals e la storia della copertina

Animals, Pink Floyd

Animals“, l’album del maiale volante, viene pubblicato nel 1977, dopo i successi planetari ottenuti dai precedenti “The Dark Side of the Moon” (1973) e “Wish You Were Here” (1975).

La band aveva pubblicato due dischi difficilmente eguagliabili, sia come incassi che come gradimento del pubblico. Tuttavia, la genesi di Animals fu particolarmente travagliata all’interno dei Floyd. Se da una lato c’era la tentazione di proseguire sulla strada percorsa fino a quel momento, dall’altro c’era la voglia di cambiare rotta. Specialmente da parte di Roger Waters.

L’Inghilterra era una polveriera sociale pronta ad implodere su se stessa e nelle proprie contraddizioni politiche e sociali e anche la musica stava prendendo una deriva ben delineata, specie con la nascita del punk. Tuttavia, i Pink Floyd si erano affermati con un genere più psichedelico che progressive e la tentazione di proseguire in quella direzione era forte.

Animals, un disco “diverso”

Animals è quindi un disco “diverso”, un disco che potremmo definire politico e che manda dei messaggi sociali molto chiari, ispirandosi al celebre romanzo “La Fattoria degli Animali” dello scrittore britannico George Orwell, al secolo Eric Arthur Blair (1903-1950) in cui gli animali, stanchi delle vessazioni umane, si ribellano e prendono il possesso della fattoria in cui vivono, cacciando il proprietario.

Nel disco dei Pink Floyd ci sono chiarissimi riferimenti a personaggi politici e famosi dell’epoca che vengono associati a maiali, cani e pecore.

Due canzoni “ripescate” dai dischi precedenti

L’album nasce sostanzialmente da due brani “scartati” dalla band in passato ma eseguiti occasionalmente nei live. Le due canzoni sono Dogs (che inizialmente si chiamava “You Gotta Be Crazy“) e Sheep (che inizialmente si chiamava “Raving and Drooling“). Terminata la registrazione del disco, avvenuta ai Britannia Row di Londra, c’era da pensare ad una copertina e, come in precedenza, il lavoro venne affidato a Storm Thorgerson il quale fece alcune proposte che però vennero scartate.

Una di queste era rappresentata da un bambino con un orsetto in mano che apre la camera da letto dei suoi genitori mentre questi stanno facendo l’amore. La seconda era raffigurata da alcune anatre inchiodate ad un muro in una casa inglese a simboleggiare il riconosciuto cattivo gusto britannico. Nessuna delle due piacque ai Floyd.

L’idea e il piano

Manco a dirlo l’idea venne a Roger Waters il quale prese la sua moto e si recò alla Battersea Power Station, una centrale termoelettrica a carbone sulla riva sud del Tamigi, per scattare dell fotografie. Che poi consegnò a Storm Thorgerson.

Su richiesta dei ragazzi venne contattata la Ballon Fabrik (la stessa che aveva realizzato il dirigibile dei Led Zeppelin) e commissionata la costruzione di un maiale gonfiabile di circa 12 metri da posizionare nel cielo fra le ciminiere. Il giorno prefissato però c’era cattivo tempo mentre il secondo giorno era sereno ma ventoso. Pare che quello buono sia stato il terzo. O forse tutti e tre.

Qualcuno aveva pensato di assoldare un tiratore con un fucile in modo da abbattere il maiale nel caso fosse successo un imprevisto ma, forse per risparmiare o forse per negligenza, questi fu presente solo il primo giorno. Il secondo giorno, a causa del forte vento, il maiale (a cui era stato dato il nome Algie) ruppe i tiranti e volò nei cieli di Londra scatenando il panico fra gli aerei in partenza ed in arrivo all’aeroporto Heathrow.

Un maiale volante sopra il cielo di Londra

Immaginiamo il dialogo (surreale) fra il pilota di un aeromobile e la torre di controllo:

Torre di controllo c’è un enorme maiale volante nel cielo sopra Londra!”

E la risposta:

Ripetere prego… Avete detto maiale? Confermare!

Per dovere di cronaca il maiale gonfiabile venne recuperato in una fattoria del Kent dove possiamo solo immaginare lo stupore del fattore nel trovarselo parcheggiato in giardino.

Queste alcune parole pronunciate da Storm Thorgerson tempo dopo:

Quel set di fotografie è stato molto difficoltoso. Il primo giorno c’era un clima perfetto con totale assenza di vento ma il maiale non si gonfiò per un problema tecnico. Il secondo giorno invece c’era molto vento e il cielo era sereno. Tuttavia, come è noto, il maiale si staccò e atterrò nel Kent. Il terzo giorno riuscimmo a fare delle buone foto anche se in realtà la copertina è il frutto di un mix delle foto di tutte e tre le giornate.

Alla fine Storm fece delle buone foto e Animals ebbe la sua copertina iconica. Forse per una strategia commerciale o forse per un errore di stampa, furono prodotte alcune copie del disco in cui il maiale giaceva a terra ai piedi della Battersea Power Station. Resta indubbio che il disco non ebbe (ne allora ne dopo) il successo dei precedenti.

Per chi volesse approfondire l’argomento consigliamo di leggere il libro “Animals – Il lato oscuro dei Pink Floyd” di Giovanni Rossi, al quale anche noi ci siamo ispirati per la stesura di questo articolo.

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd, Roger Waters, Animals, Storm Thorgerson
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