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A-ha: se conosci solo “Take on me” non li conosci per niente

Una band il cui nome non significa nulla di particolare, per di più scelto in fretta e furia in vista della produzione dei primi pezzi, non andrà molto lontano, giusto? Sbagliato. Perchè parliamo invece di una band di fama mondiale, il cui cavallo di battaglia difficilmente suonerà nuovo ai timpani di chiunque sia nato e cresciuto su questo pianeta.

Una band il cui debut album ha venduto qualcosa come undici milioni di copie. Il videoclip del singolo di lancio “Take on me” fu un lavoro assolutamente innovativo per l’epoca e ha oggi superato il miliardo di visualizzazioni su YouTube. Se non fate parte di quel miliardo di persone che almeno una volta lo ha visto, vi consiglio di farlo.

Il nome a-ha è legato ai pezzi a base di synth e tastiere destinati al grande pubblico, ma in realtà già nel primo album “Hunting High and Low”  risulta evidente che non è tutto lì. La title track infatti è una struggente ballad dalle atmosfere sontuose e un arrangiamento ricco, comprensivo di archi e chitarra acustica. L’apertura del pezzo elettronico“Train of Thought” contiene un riff per flauto di pan.

Il secondo album “Scoundrel days” apre con una title track dalle tinte più cupe, ben rappresentate anche dal testo a tratti agghiacciante, in cui non mancano le tastiere di Magne e in cui la voce di Morten trasmette cinismo e disperazione. In questo disco si viaggia tra atmosfere e sfaccettature diverse: da brani sontuosi e carichi di emotività a pezzi leggeri e immediati.

Siamo nel 1987 e gli a-ha sono la prima band non anglofona a interpretare la canzone di apertura di un film di James Bond, The Living Daylights”. Questo pezzo è incluso nel successivo album uscito nel 1988 “Stay on These Roads”, dal sound scarno e sintetico tipicamente ottantiano, non apprezzato quanto i precedenti.

Termina un decennio e le sonorità che hanno fatto il loro tempo vengono accantonate.

La band fiuta il cambio di direzione che il gusto musicale sta prendendo e, per fortuna aggiungerei, si adegua: stanno per esplodere band come Nirvana e Smashing Pumpkins, c’è necessità di musica suonata, di abbandonare il sintetico. Non sembrano neanche gli stessi a-ha rispetto ai singoli d’esordio. “East of the Sun, West of the Moon” ci regala autentiche perle dalla forte influenza del cantautorato folk-rock americano come la title track e “(Seemingly) nonstop July”, in cui tutta la band, Morten compreso, applica il famoso less is more, che le dona parecchio.

Record di spettatori

Nel 1991 gli a-ha stabiliscono il record mondiale di 198.000 spettatori paganti alla loro esibizione per il Rock in Rio. Nonostante l’importanza, il fatto viene pressochè ignorato dalla stampa provocando un comprensibilissimo risentimento della band, in particolare di Waaktaar.

Ma la goccia che fa traboccare il vaso è il trattamento riservato al disco successivo, “Memorial Beach”. La critica si limita a liquidarlo con un paragone agli U2, mentre MTV censura il videoclip di “Dark is the Night for All” definendolo disturbante. L’ostruzionismo praticato dai colossi internazionali verso gli a-ha diventa palese: la band si stanca e decide di prendersi una pausa, durante la quale ognuno dei membri si dedica a progetti solisti.

Il ritorno

Passa qualche anno e vengono contattati per suonare a Oslo in occasione della cerimonia di assegnazione del Premio Nobel per la Pace. Chissà se in mancanza di questa proposta la parte successiva della loro storia sarebbe accaduta o no. Fatto sta che il brano che Waaktaar aveva appena scritto (“Summer moved on”) viene lanciato in anteprima e diventa la spinta per ricominciare.

Seguono quattro dischi (“Minor Earth Major Sky” – 2000; “Lifelines” – 2002; “Analogue” – 2005, che entra nelle classifiche inglesi; “Foot of the Mountain” – 2009) e  il Q Inspiration Award, premio conferito dalla rivista musicale Q per il contributo dato alla musica e per essere stati di particolare ispirazione per altri artisti.

In “Analogue” il mix viene affidato al noto produttore Flood (U2, Nine Inch Nails, Depeche Mode, Smashing Pumpkins, PJ Harvey, Erasure e Sigur Ros), mentre Graham Nash (Crosby, Stills, Nash and Young) è ospite d’onore in “Cosy Prisons” e “Over The Treetops”.

Scioglimento e reunion

La band passa attraverso uno scioglimento e una reunion a sorpresa, che darà la luce all’ultimo album pubblicato nel 2015 “Cast in Steel”. E’ vero che chi nasce tondo non muore quadrato, per cui l’impronta ottantiana anche in questo disco non manca, ma un pezzo malinconico e particolare come “Goodbye Thompson” può suonare come un addio che concentra tutto quello che gli a-ha sono e non sono stati.

Una band dalla storia complicata, fatta di cambi di stile, allontanamenti e di riavvicinamenti, di difficoltà dovute ai bastoni tra le ruote con cui ha dovuto combattere, ma che dimostra che alla fine è il pubblico che comanda. Perchè un miliardo di visualizzazioni le ottieni quando un brano non è più semplice musica, ma cultura generale.

— Onda Musicale

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