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Colin Moulding degli XTC, il bassista mancato dei Pink Floyd del dopo Waters

Foto Carin - Moulding

Lo ha rivelato Jon Carin, uno dei più fedeli collaboratori della leggendaria band, anche nelle articolazioni soliste targate Gilmour & Waters.

Quando “the creative genius” lasciò i Pink Floyd, “the guitar and voice” dovette cercare un nuovo bassista e cantante per rimettere in pista la band. I fan sanno bene che da anni questi sono gli appellativi utilizzati nelle campagne promozionali delle loro attività, rispettivamente da Waters e da Gilmour. Da ultimo, anche Nick Mason ha il suo: “the heartbeat of”Pink Floyd, obviously.

Ma torniamo ai Floyd della ripartenza. Anno 1987: esce “A Momentary Lapse of Reason”, il disco del ritorno; dopo gli ormai lontani concerti di “The Wall”, la band torna anche dal vivo. Del gruppo ormai fa stabilmente parte anche il giovanissimo e ricciolutissimo Jon Carin, tastierista e polistrumentista newyorchese.

Era entrato in orbita Floyd nel 1985, quando aveva suonato con Gilmour nella band di supporto di Brian Ferry al Live Aid. Inoltre, aveva partecipato alle sedute di registrazione di “A Momentary…” ed è coautore del brano Learning To Fly. Oggi, dalle sue pagine social, Jon Carin rivela che in vista del tour fu interpellato Colin Moulding, bassista e cantante degli XTC, per prendere il ruolo di Roger Waters. Avesse accettato Moulding, “sarei morto e andato in paradiso!” dice Carin; “Gli XTC sono una delle mie band preferite in assoluto.”, aggiunge.

Invece, Moulding rifiutò il tour perché gli XTC, dopo aver faticato per 15 anni, erano in forte ascesa e, a quel punto, non poteva prendersi degli anni di pausa dalla sua band.

Afferma ancora Carin

Moulding continuò a registrare il favoloso Oranges & Lemons nel 1988 e l’incredibile Nonsuch nel 1992, quindi tutto è perdonato.” Parola di fan!

Su iniziativa di Colin Moulding e Andy Partridge, gli XTC si erano formati nel 1972; suonavano un alt-rock non insensibile al sopravveniente punk e che, passando per la new wave, avrebbe aperto la strada verso il Brit-pop.

Ma gli incroci Pink FloydXTC non si esauriscono con la proposta a Moulding di andare in tour con Gilmour & Co.

Andy Partridge ascoltava molto rock psichedelico; da giovanissimo era affezionatissimo a “See Emily Play” dei Pink Floyd di Barrett. Nel 1979 degli XTC entrò a far parte il chitarrista Dave Gregory, anche lui appassionato di psichedelia anni ’60. Andy propose a Dave di formare una band alter ego degli XTC che suonasse in stile psych. Ruminato a lungo, il progetto prese quota nel 1984 fino ad arrivare alla pubblicazione dell’EP “25 O’Clock” il 1° aprile 1985. Il nome della band era The Dukes of Stratosphear e i musicisti ricorsero a dei nickname per celare la propria vera identità. Il disco fu prodotto da John Leckie, che era stato il tecnico del suono durante le sessions di registrazione di “Meddle” dei Pink Floyd nel 1971.

Affinché il prodotto musicale suonasse very psychedelic, The Dukes of Stratosphear si erano dati delle regole d’ingaggio molto stringenti: non più di due session per ogni brano; utilizzo di strumenti vintage e attrezzature sonore dell’epoca.

Dichiarò Andy Partridge: “In verità, non avevo canzoni pronte, solo idee. Volevo fare qualcosa sulla falsariga di Syd Barrett.” Tra i brani inclusi nell’album c’è “Bike Ride to the Moon”, chiaro omaggio alla barrettiana “Bike”, pezzo di chiusura di “The Piper at the Gates of Dawn”, esordio dei Pink Floyd. Ma nel gioco di parole del titolo c’è anche l’accenno al lato oscuro della luna

John Leckie produsse anche il secondo album psichedelico di The Dukes of Stratosphear: “Psonic Psunspot” uscì nel 1987. Guarda caso, proprio l’anno del ritorno discografico dei Pink Floyd!

Fu The Dark Psychedelic Side di Colin Moulding a spingere David Gilmour a proporgli di entrare nella tour band? Chissà…

Intanto, a completare il quadro degli intrecci Pink Floyd / XTC, il chitarrista Dave Gregory ha fatto parte di The H Band, un side project guidato da Richard Barbieri e Steve Hogarth; hanno fatto due tournée nel corso delle quali uno dei brani fissi in scaletta era la già menzionata “See Emily Play” dei Floyd barrettiani.

E a proposito di Colin Moulding, il bassista mancato dei Pink Floyd, per la prima volta da solista ha appena pubblicato il CD singolo “The Hardest Battle” (Burning Shed), con tre brani inediti.

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd, Roger Waters, Nick Mason, Jon Carin
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