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Comfortably Numb: Pink tra Roger Waters e Syd Barrett

Comfortably Numb è, senza ombra di dubbio, uno dei brani più famosi dell’album The Wall. Concepita in collaborazione tra Roger Waters e David Gilmour incarna uno dei momenti più iconici sia dell’intero live show sia dell’album.

Leggenda narra che il testo della canzone sia ispirato a un evento successo nel 1977 durante l’In The Flesh Tour. In particolare, durante la data di Philadelphia, Waters soffrì di una dolorosissima epatite e, giusto prima della performance, gli venne iniettato dal medico un antidolorifico molto potente che lo rese “comfortably numb” per tutto il concerto.

Ma anche un altro momento della lunga carriera dei Pink Floyd può ricordare da vicino la storia narrata in Comfortably Numb, un momento in cui il protagonista fu Syd Barrett, colui che diventerà l’anima oscura del Pink di The Wall, colui che, come uno spettro, aleggerà sulla band in tutti gli album seguenti alla sua cacciata dal gruppo. La circostanza a cui faccio riferimento ha avuto luogo all’International Love-In, tenutosi il 29 luglio del 1967 all’Alexandra Palace di Londra, in cui Waters e compagni furono tra gli ospiti più importanti, secondi solo agli Animals di Eric Burdon.

Durante quella sera, via via che si avvicinava il momento dei Floyd, Syd Barrett era introvabile. Fu ritrovato in un camerino in stato catatonico, totalmente in balia di quel delirio che lo avrebbe allontanato di lì a poco dal resto della band. Mentre June Child, allora manager del gruppo, tentava in tutti i modi di risvegliarlo dall’oblio in cui era caduto, il direttore di scena iniziò a battere alla porta, in un modo molto simile al «Time to go» urlato a Pink da fuori dalla sua stanza/muro.

Barrett, con lo sguardo perso nel vuoto, privo di vita e di ragione, fu messo in piedi a forza da Roger e da June, gli fu messa una chitarra al collo e fu spinto sul palco davanti al microfono. Lo spettacolo doveva andare avanti. Pink come Barrett, schiavo della follia e dell’industria musicale, servo del denaro e del proprio pubblico, inascoltato dietro al suo personale e mai abbattuto muro. Roger Waters, invece, in quel luglio del 1967 aveva interpretato il ruolo del dottore di Comfortably Numb: aveva rimesso in piedi Syd solo per fargli finire il concerto, solo per darlo in pasto al pubblico.

Dieci anni dopo sarà Waters a soffrire di un terribile dolore e a doversi esibire dopo una forte iniezione di antidolorifici; in questo caso sarà lui la vittima dello spettacolo, sarà lui il Pink di turno. Il live show di The Wall, dunque, con quel grande muro a testimoniare la distanza fra pubblico e case discografiche da una parte e artista dall’altra, tenta sia di dare un’ultima e grande stoccata al mondo totalizzante e disumano dello show business, sia di dare al pubblico un’immagine di quanta umanità si possa nascondere dietro una rockstar, dietro un’icona, dietro una leggenda.

(scritto da Samuele Iacopini per Onda Musicale)

(articolo di Samuele Iacopini)

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd, Roger Waters, Syd Barrett, Eric Burdon
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